- Rispetto al 1990, l'intervento arterioso è diventato meno invasivo, e le procedure endovascolari superano di circa 4:1 le operazioni a cielo aperto
Valutazione pre-procedurale
- Indentificare il Paziente
- Anamnesi fisiologica
- Allergie
- Anamnesi patologica remota
- precedenti procedure vascolari con accesso arterioso oppure in open
- pregressi interventi chirurgici o traumi all'inguine
- Anamnesi farmacologica
- anticoagulanti
- antiaggreganti
- Esame obiettivo
- Test di Allen, nell'eventualità di un accesso radiale
- Test di Barbeau, nell'eventualità di un accesso radiale
- Imaging pre-procedurale
- eseguire ecografia ed eco-color-doppler
- valutare sede e pervietà del sito di accesso
- visionare eventuale Angio-TC o Angio-RM
- valutare malattia aterosclerotica prossimale al sito di puntura
- valutare tortuosità vascolari ed eventuali aneurismi o stenosi
- eseguire ecografia ed eco-color-doppler
- Valutare esami di laboratorio
- emocromo } piastrine
- profilo di coagulazione } aPTT, PT/INR
- profilo renale } Creatinina, eGFR CKD-EPI
- le Linee Guida CIRSE sulla coagulazione non indicano necessariamente un loro utilizzo di routine
- la loro esecuzione routinaria può avvenire in base ai protocolli locali del Centro in cui avviene la procedura
- Spiegare brevemente la procedura, compresi i rischi, i benefici e le alternative, le indicazioni per il periodo post-procedurale e raccogliere in forma scritta il consenso informato
Preprazione del Paziente in Sala
- Sterilizzazione/copertura del paziente:
- utilizzare tecnica sterile per prevenire la contaminazione e l'infezione della ferita e del sito della procedura
- le procedure di accesso arterioso sono considerate procedure pulite; pertanto, dovrebbero essere adottate misure di sterilità
- La fonte più comune di patogeni per la contaminazione e le infezioni è la flora endogena della pelle, delle mucose o degli organi cavi del paziente.
- Possibili fonti esogene di contaminazione sono il team operatorio, l'ambiente della sala operatoria e tutti gli strumenti e i materiali presenti nel campo sterile.
- il sito della procedura e l'area circostante dovrebbero essere preparati con un agente antimicrobico
- gli agenti antimicrobici più comunemente utilizzati sono il
- gluconato di clorexidina al 2-4%,
- preparazioni alcoliche al 60-70%
- iodio-povidone
- gli agenti antimicrobici più comunemente utilizzati sono il
- Coprire il paziente con lenzuola e asciugamani sterili
- Le lenzuola e gli asciugamani sterili vengono posizionati in modo specifico per creare un campo sterile in cui possano essere posizionati strumenti sterili
- La disinfezione accurata delle mani è fondamentale per prevenire la diffusione delle infezioni
- Anestesia locale
- la lidocaina (dosaggio massimo di 5 mg/kg senza epinefrina, 7 mg/kg con epinefrina) o la prilochaina (dosaggio massimo di 8 mg/kg)
- dovrebbero essere applicate sulla pelle e nei tessuti sottocutanei profondi per ottenere l'anestesia locale e ridurre al minimo il disagio del paziente durante l'accesso arterioso
- Anche se la prilocaina ha la più bassa tossicità neurologica e cardiaca tra gli anestetici locali amide
- è associata a metemoglobinemia quando supera il dosaggio di 400 mg
- La lidocaina è acida e provoca dolore durante l'iniezione
- può essere eliminato se la lidocaina acida viene neutralizzata con 1 mL di bicarbonato di sodio al 8,4% per ogni 10 ml di anestetico.
- Anche se la prilocaina ha la più bassa tossicità neurologica e cardiaca tra gli anestetici locali amide
- dovrebbero essere applicate sulla pelle e nei tessuti sottocutanei profondi per ottenere l'anestesia locale e ridurre al minimo il disagio del paziente durante l'accesso arterioso
- È importante aspirare prima dell'iniezione di anestetico locale per evitare iniezioni intravascolari accidentali (Manovra di Lesser)
- la lidocaina (dosaggio massimo di 5 mg/kg senza epinefrina, 7 mg/kg con epinefrina) o la prilochaina (dosaggio massimo di 8 mg/kg)
Tipi di accesso arterioso
Accesso arteria femorale comune (femorale)
- Vantaggi:
- consente un accesso rapido ed una adeguata possibilità di emostasi
- permette di impiegare introduttori vascolari di grandi dimensioni
- Svantaggi:
- in caso di occlusione dell'arteria iliaca può rendere impegnativa la navigazione e aumentare il tempo procedurale
- aumentato tempo di allettamento post-procedurale
- Per l'accesso tramite l'arteria femorale comune può utilizzato un ago cavo da 19G o da 21G
- in base alla preferenza dell'operatore è possibili usare un ago con alette laterali (Ago di Seldinger-Cournand)
- se il paziente è obeso, il pannicolo addominale dovrebbe essere ritirato con nastro per facilitare l'accesso all'inguine
- Il filo guida inserito nella maggior parte dei casi è un filo standard J-tip rivestito in teflon da 0,035" (lungo 150 cm) con nucleo in acciaio inossidabile
- possono essere utilizzati fili guida J-tip più corti in dotazione con il kit di accesso vascolare
- il fili guida J-tip sono considerati meno traumatici e più facili da far avanzare attraverso i vasi tortuosi rispetto ai fili teflonati dritti a punta morbida
- è controindicato utilizzare fili guida idrofilici attraverso l'ago di puntura per il rischio che potrebbe verificarsi una rottura del rivestimento
- La scelta della dimensione e della lunghezza dell'introduttore dipende dal tipo di procedura
- per un'angiografia diagnostica viene spesso utilizzato un introduttore da 4 Fr o 5 Fr lungo 11 cm
- per un accesso retrogrado con introduttore di grandi dimensioni
- è necessario far avanzare un filo guida extra-rigido da 0,035" fino all'arco aortico prima di inserire il catetere guida
- per un accesso anterogrado può essere sufficiente un filo guida da 0,021"
Accesso arteria pedidia (pedidio)
- Viene utilizzato un ago corto da 4 cm (invece di 7 cm)
- è necessario ridurre al minimo l'anestesia locale
- i vasi terminali dell'arto inferiore hanno una bassa pressione di perfusione
- rischio di comprimere il vaso con l'anestesia
- i vasi terminali dell'arto inferiore hanno una bassa pressione di perfusione
- è necessario ridurre al minimo l'anestesia locale
Accesso arteria brachiale o arteria radiale (radiale e brachiale)
- Può essere utilizzato un ago corto da 4 cm (invece di 7 cm)
- Utilizzare un catetere guida da 5Fr o 6Fr con un filo guda da 0,018"
- Vantaggi:
- accesso facile ed emostasi semplice
- ridotto tempo di allettamento post-procedurale
- il Paziente può assumere da subito dopo la procedura la posizione seduta
- accesso più semplice per arterie coronarie, sovra-aortiche o in caso di angolazione dei vasi viscerali o iliaci
- Svantaggi:
- la distanza tra l'accesso e il target può essere un fattore limitante
- soprattutto in pazienti alti
- se non preparato correttamente, può portare all'ischemia della mano
- limita le dimensioni dell'introduttore vascolare
- possibilità di vasospasmo e occlusione arteriosa
- esiste un rischio molto basso di vasospasmo a seguito dell'attraversamento dell'arco aortico con il filo guida e successivo ictus ischemico
- la distanza tra l'accesso e il target può essere un fattore limitante
Per prevenire il vasospasmo viene somministrato un insieme insieme di farmaci per via endovascolare noto come "cocktail per accesso radiale".
- un "cocktail per accesso radiale" composto di 2000 UI di eparina, 200 µg di nitroglicerina e 2-5 mg di verapamil è stata proposto per l'accesso transradiale nell'esperienza descritta in uno studio di un singolo Centro
- la diluizione del cocktail con 20 ml di sangue e l'iniezione lenta in 30-60 secondi può prevenire il disagio alla mano causato dal verapamil
- Prima di procedere è necessario eseguire un test di Allen o un test con pulsiossimetria
- valutare la presenza di circolazione collaterale in grado di vascolarizzare adeguatamente l'arto superiore
Osservazione e follow-up post-procedurale
- Emostasi con compressione manuale o dispositivo di chiusura vascolare
- Tradizionalmente, l'emostasi viene ottenuta mediante compressione manuale diretta al sito di puntura per un periodo di tempo variabile
- la compressione manuale dovrebbe essere eseguita contro una struttura ossea
- testa del femore
- ossa carpali
- ossa tarsali
- omero prossimale o distale
- la compressione manuale
- richiede tempo per essere eseguita (10-30 min)
- necessita di un periodo di allettamento di 4-8 ore dopo la procedura
- in caso di mancata emostasi è possibile ricorrere ad un approccio chirurgico o un tamponamento con pallone da un secondo sito di accesso
- la compressione manuale dovrebbe essere eseguita contro una struttura ossea
- In alternativa è possibile ottenere l'emostasi impegando un dispositivo di chiusura
- per ottenere l'emostasi dopo un accesso radiale è possibile impiegare manicotti di pressione progettati per fornire un'emostasi non occlusiva
- per la successiva rimozione del manicotto questo dovrà essere lentamente sgonfiato
- alcuni degli autori rimuovono 1-2 ml ogni 5 minuti
- altri seguono una regola empirica di mezzo minuto per ogni calibro del catetere (misurato in French)
- non eisiste una procedura di sgonfiamento standard ma il consunsis generale rimane quello di rimuovere il bracciale emostatico entro 30 minuti
- i dispositivi di chiusura vascolare sono raccomandati per le procedure ambulatoriali
- consentono una più rapida emostasi, mobilizzazione e dimissione, riducendo i costi
- i dispositivi di chiusura rientrano in due categorie principali:
- approssimatori attivi
- dispositivi che chiudono fisicamente il sito dell'arteriotomia utilizzando una clip in nitinol o una sutura } Perclose
- approssimatori passivi
- dispositivi che rilasciano un tappo, un sigillante o un gel al livello del sito dell'arteriotomia senza chiudere fisicamente l'arteriotomia
- esistono anche altri tipi di dispositivi che forniscono emostasi senza agire direttamente sulla parete arteriosa
- morsetti per la compressione assistita
- patch coagulanti assistiti
- sigillanti
- approssimatori attivi
- la scelta del dispositivo è a discrezione dell'interventista ma i dispositivi basati su sutura sono più comunemente utilizzati per accessi vascolari di grosso calibro
- Tradizionalmente, l'emostasi viene ottenuta mediante compressione manuale diretta al sito di puntura per un periodo di tempo variabile
- Ispezione visiva e palpatoria del sito di accesso immediatamente dopo la chiusura, prima di applicare la medicazione
- nei pazienti obesi o in caso di puntura anterograda associata ad ematoma eseguire una valutazione del flusso distale con eco-color-doppler
- Dopo la procedura il Paziente deve rimanere allettato per 4-6 ore mantenendo una posizione supina piatta per la prima parte di questo periodo
- monitorare regolarmente il polso e la pressione sanguigna del Paziente, in un'unità ospedaliera o in sala di degenza se si tratta di un intervento ambulatoriale
- Valutazione clinica 4 ore dopo la procedura, durante la quale si può rimuovere la medicazione elastocompressiva e consentire la mobilizzazione del paziente
- in caso di segni significativi di ematoma o sanguinamento dal sito di accesso vascolare è possibile eseguire una valutazione eco-color-doppler
- in caso di conferma di ematoma o pseudoaneurisma
- compressione manuale ecoguidata
- eventuale iniezione di trombina
- esecuzione di una Angio-TC è raccomandata nei casi di sospette perdite attive
- Fornire al Paziente recapiti del team vascolare in caso di sintomi a seguito della proedura
- I pazienti in regime di Day Hospital dovrebbero essere contattati il giorno successivo per verificare che si stiano riprendendo in modo appropriato senza problemi persistenti legati al sito di puntura
- Fissare visite ambulatoriali regolari a 2-6 settimane con valutazione ECD
- ispezionare il sito di accesso vascolare
Bibliografia
- Memarian S, Krokidis M, O’Sullivan G, Peynircioglu B, Rossi M, Kashef E.
CIRSE Standards of Practice on Arterial Access for Interventions
Cardiovasc Intervent Radiol. 2023 Mar;46(3):302–9
https://doi.org/10.1007/s00270-022-03349-y - Romeo D, Salem MM, Sioutas GS, et al.
The impact of Verapamil for radial access in diagnostic cerebrovascular angiograms: A retrospective case-control study.
Interventional Neuroradiology. 2023;0(0).
doi:10.1177/15910199231193932