La mammografia rappresenta, allo stato attuale, lo strumento che impatta maggiormente sulla riduzione della mortalità per tumore della mammella.
Indicazioni
- Metodica di screening per il tumore mammario nelle pazienti a basso rischio
Esecuzione dell’esame
Refertazione
Referti prefatti
MAMMOGRAFIA | FOLLOW-UP POST MASTECTOMIA
Si rilevano esiti di mastectomia sinistra senza assegni clinico ecografici di ripresa di malattia.
Non si apprezzano tumefazioni sospette.
La struttura mammaria destra e di tipo prevalentemente fibroadiposo.
Non si rilevano addensamenti con caratteristiche radiologiche di evolutività le microcalcificazioni sospette le alterazioni ecostrutturali degni di nota.
Il profilo cutaneo e regolare.
I reparti odierni a destra sono sostanzialmente invariati rispetto al precedente controllo del __/__/____.
In corrispondenza di entrambi i cavi ascellari non si riconoscono linfonodi di diametro o aspetto patologico.
Si consigliano un controllo mammografia o ed ecografico tra un anno salvo diversa indicazione clinica.
Appunti
Mammografia: caratteristiche ed evoluzione
- Mammografia ed ecografia sono METODICHE DI I LIVELLO
- La METODICA DI II LIVELLO è la Risonanza Magnetica
- è anche una metodica di screening nelle Pazienti ad alto rischio
- Il passaggio prima del II livello di imaging, può e deve essere l’agobiopsia e le procedure percutanee
- permettono di tipizzare dal punto di vista anatomo-patologico le lesioni che sono radiologicamente sospette
- Anche “ESAME CLINICO E ANAMNESI” sono importanti nella senologia clinica
- Ci sono tumori molto difficili da diagnosticare, per i quali l’esame obiettivo, la palpazione e la raccolta della storia clinica, correlati all’imaging, risultano particolarmente importanti.
- L’anamnesi è da intendersi sia come anamnesi familiare:
- le Pazienti con più di un parente di primo grado affetto da neoplasia mammaria soprattutto in giovane età
- hanno un rischio eredo-familiare che è bene indagare
- anche come anamnesi patologica prossima
- Ad esempio, nel caso di una Paziente operata con protesi, è importante sapere:
- quando è stata posizionata la protesi
- la tipologia di protesi
- se è cambiato qualcosa nel tempo
- se c’è stato un versamento
- Questi dati ci permettono di indirizzare l’attenzione su qualcosa e magari di sollevare il dubbio giusto
- Ad esempio, nel caso di una Paziente operata con protesi, è importante sapere:
- le Pazienti con più di un parente di primo grado affetto da neoplasia mammaria soprattutto in giovane età
- La mammografia è l’unica metodica utilizzata al momento nei programmi di screening
- con precisione: la mammografia è l’unica metodica utilizzata nei programmi di screening nelle donne con rischio normale
- nelle donne ad alto rischio anche la RM è utilizzata nello screening
- La mammografia viene utilizzata nello screening per una serie di motivazioni:
- è ripetibile
- viene effettuata sempre nello stesso modo:
- proiezione cranio-caudale (CC)
- proiezione medio-laterale obliqua (MLO)
- è facile da confrontare
- viene effettuata sempre nello stesso modo:
- gli apparecchi ben distribuiti nel territorio nazionale (nonstante il costo);
- è panoramica
- permette di vedere la mammella in toto
- in ciò si differenzia dall’ecografia che non è panoramica
- soprattutto nelle mammelle abbondanti
- in ciò si differenzia dall’ecografia che non è panoramica
- permette di vedere la mammella in toto
- nel sospetto clinico elevato di tumore mammario è sempre bene eseguirla
- indipendentemente dall’età
- anche nelle pazienti giovani sotto i 35 anni
- indipendentemente dall’età
- La SENSIBILITÀ è variabile in base alle caratteristiche della mammella
- se si tratta di una mammella adiposa, la sensibilità è alta (98%)
- Anche un occhio poco esperto nota una lesione in una mammella fibro-adiposa perché non c’è del tessuto che la nasconde
- Nelle mammelle dense, molto radiopache, la sensibilità scende (30-69%)
- La radiopacità della mammella dipende da tante variabili:
- sicuramente dalla quantità di componente ghiandolare e connettivale
- ma anche dalla fibrosi mammaria
- Di solito le donne giovani hanno mammelle più dense
- componente ghiandolare è predominate, grazie all’azione degli ormoni
- sono più difficili da valutare rispetto a mammelle di donne più anziane nelle quali la componente ghiandolare si è ridotta dopo la menopausa
- componente ghiandolare è predominate, grazie all’azione degli ormoni
- La radiopacità della mammella dipende da tante variabili:
- se si tratta di una mammella adiposa, la sensibilità è alta (98%)
- La SPECIFICITÀ è tendenzialmente alta (70-95%)
- perché ci sono delle caratteristiche che ci permettono di indirizzarci sulla natura benigna, piuttosto che maligna di una lesione.
- è ripetibile
- A confronto è molto più facile rilevare un nodulo (tipicamente radiopaco) in una mammella adiposa che in una densa
- pertanto, la sensibilità si riduce molto passando da mammelle adipose alle mammelle dense
- ciò è riportato anche nelle leggende delle lettere di screening organizzato che le Pazienti ricevono, dove si legge che
- anche se la mammografia è negativa
- un terzo delle lesioni, cioè il 30% (che è tanto), possono non essere identificate
- pertanto se la donna avvertisse un sintomo, dovrebbe rivolgersi al medico curante o al centro di screening per effettuare l’accertamento successivo
- un terzo delle lesioni, cioè il 30% (che è tanto), possono non essere identificate
- anche se la mammografia è negativa
- ciò è riportato anche nelle leggende delle lettere di screening organizzato che le Pazienti ricevono, dove si legge che
- pertanto, la sensibilità si riduce molto passando da mammelle adipose alle mammelle dense
- Per ciò che riguarda la specificità
- quando vedo delle calcificazioni pleomorfe, raggruppate, estese, a distribuzione segmentale
- non penso a un falso positivo
- piuttosto a qualcosa di maligno
- Vi sono quindi dei reperti patognomonici di malignità, che non possono essere confusi con reperti benigni
- quando vedo delle calcificazioni pleomorfe, raggruppate, estese, a distribuzione segmentale
- Nel tempo
- siamo partiti dalla mammografia analogica soppiantata nel 2008 dal mammografo digitale
- dal 2009 introdotta la tomosintesi,
- viene erroneamente definita come una mammografia tridimensionale, ma non lo è;
- si basa sul principio della tomografia.
- Tutto ciò al fine di migliorare la sensibilità della metodica, cioè l’individuazione delle lesioni sospette, in relazione alla densità mammaria, che rappresenta uno dei limiti maggiori della mammografia.
- STRUTTURALMENTE la mammografia
- non è solo un tubo a raggi X che emette radiazioni, ma c’è un compressore che tiene ferma la mammella e consente di studiarla in maniera più dedicata.
- a frase “la mammografia non ammette che la perfezione”
- la mammografia, per essere ben interpretata, deve essere ben eseguita
- validità dell’apparecchiatura
- lavoro del tecnico.
- la mammografia, per essere ben interpretata, deve essere ben eseguita
- a frase “la mammografia non ammette che la perfezione”
- non è solo un tubo a raggi X che emette radiazioni, ma c’è un compressore che tiene ferma la mammella e consente di studiarla in maniera più dedicata.
- la MAMMOGRAFIA ANALOGICA
- prevedeva l’esecuzione della mammografia, con sviluppo di pellicola da cassetta; quindi c’era la sviluppatrice e la cassetta e il medico doveva aspettare lo sviluppo della pellicola.
- Era irripetibile e immodificabile
- se intercorreva un errore
- si doveva ripetere l’esame, non c’era modo di recuperare l’immagine.
- se intercorreva un errore
- la risoluzione spaziale era buona, quella di contrasto si perdeva un po'.
- Come veniva effettuata l’acquisizione?
- L’anodo nel tubo radiogeno era in molibdeno,
- veniva assorbito da uno schermo al fosforo,
- la pellicola nella cassetta era una monoemulsione
- non una bi-emulsione
- per evitare che ci fossero difficoltà legate alla radiazione diffusa
- affinché l’immagine fosse più bella
- La pellicola veniva poi sviluppata, registrata, visualizzata e archiviata.
- Quindi se la pellicola veniva persa
- non c’era modo di recuperare alcuna immagine.
- O anche se c’era un problema di sovra o sottoesposizione
- l’unico modo era ripetere l’esame
- non si aveva altro modo di recuperare l’immagine.
- l’unico modo era ripetere l’esame
- Quindi se la pellicola veniva persa
- Soprattutto nel caso di mammelle dense, per vedere le strutture in maniera più dettagliata si poteva effettuare l’ingrandimento mirato.
- Era irripetibile e immodificabile
- prevedeva l’esecuzione della mammografia, con sviluppo di pellicola da cassetta; quindi c’era la sviluppatrice e la cassetta e il medico doveva aspettare lo sviluppo della pellicola.
- Nel MAMMOGRAFO DIGITALE
- sono cambiati il generatore del tubo radiogeno e l’anodo (dal molibdeno al rodio, al tungsteno) con filtri differenti.
- differenza tra pellicola e sistema digitale.
- La risoluzione di contrasto è migliore nella tecnologia digitale,
- percepiamo anche il profilo cutaneo
- utile nel vedere piccole retrazioni cutanee.
- percepiamo anche il profilo cutaneo
- La risoluzione di contrasto è migliore nella tecnologia digitale,
- Nel sistema digitale vi sarà sempre
- un tubo a raggi X,
- un sistema di rilevazione e
- uno di registrazione;
- vi è poi la ricostruzione dei dati registrati,
- la visualizzazione a monitor e
- la possibilità di archiviare le immagini.
- Il detettore
- materiale fotoconduttore in selenio amorfo, e ciò fa sì che
- abbiamo bisogno di molta meno radiazione per avere un’immagine diagnostica.
- materiale fotoconduttore in selenio amorfo, e ciò fa sì che
- Dopo questi passaggi, a partire dai dati grezzi, abbiamo la possibilità di effettuare un
- post- processing e di vedere l’immagine diagnostica alla work-station.
- Un aspetto importante è sicuramente la riduzione del tempo di esecuzione;
- infatti nel sistema analogico era previsto lo sviluppo della cassetta che allungava i tempi.
- Attualmente anche implementando la tomosintesi, il tempo di esecuzione è notevolmente ridotto (anche più di 4 minuti), a parità del tempo necessario alla compressione e all’acquisizione vera e propria.
- infatti nel sistema analogico era previsto lo sviluppo della cassetta che allungava i tempi.
- Un aspetto importante è sicuramente la riduzione del tempo di esecuzione;
- post- processing e di vedere l’immagine diagnostica alla work-station.
- Nel mammografo digitale è inoltre presente un sistema di controllo della dose
- in base allo spessore della mammella e alla composizione del seno
- breve pre-esposizione prima dell’effettuazione dell’esame
- ridurre al minimo la dose di raggi X da erogare per avere un’immagine diagnostica
- breve pre-esposizione prima dell’effettuazione dell’esame
- Esistono dei valori dosimetrici di riferimento che vengono utilizzati nella valutazione dei programmi di screening a livello europeo
- in una proiezione mammografica non si devono superare i 2,5 mGy
- in base allo spessore della mammella e alla composizione del seno
- A partire dai dati grezzi acquisiti dall’apparecchiatura (pre-processing), vi sono degli algoritmi di ricostruzione che ci permettono di avere l’immagine diagnostica (post-processing).
- Inoltre alla workstation possiamo:
- variare il contrasto, la finestra e il livello
- possiamo ottenere uno zoom digitale
- senza dover effettuare un ingrandimento radiologico diretto
- misurare in maniera diretta e accurata
- nella mammografia analogica la scala dimensionale era di 1:1, quindi misuravamo le lesioni con un righello sulla pellicola
- fare l’inversione cioè vedere le strutture radiopache nere, e viceversa.
- la mammografia digitale permette una riduzione della dose.
- valutazione fatta (dalla fisica sanitaria) su un fantoccio di plexigas a spessore differente
- simulando mammella compressa che può avere differenti spessori
- con il tubo di molibdeno (mammografia analogica) la dose era superiore rispetto al tubo in tungsteno (mammografia digitale).
- valutazione fatta (dalla fisica sanitaria) su un fantoccio di plexigas a spessore differente
- uno studio che comparava in ambito di metodiche screening le performance della film mammography, cioè della mammografia analogica versus la mammografia digitale,
- la mammografia digitale è più accurata,
- permettendo di effettuare una diagnosi più precisa nelle donne con età <50 anni;
- consente di vedere meglio le mammelle dense
- permettendo di effettuare una diagnosi più precisa nelle donne con età <50 anni;
- la mammografia digitale è più accurata,
- Tuttavia, anche con l’avvento della mammografia digitale, e con la successiva implementazione della tomosintesi, non abbiamo risolto tutti i problemi.
- si tenderà sempre di più a costruire degli screening personalizzati con le metodiche più opportune, a seconda della struttura mammaria che si deve studiare.
Mammografia: Protocollo di esecuzione e proiezioni
- La mammografia, a meno che la Paziente non sia stata operata, viene eseguita bilateralmente, con due proiezioni:
- la cranio-caudale
- la medio-laterale obliqua
- sono le due proiezioni standard
- più eventuali proiezioni aggiuntive
- la cui esecuzione viene valutata in base al caso dal radiologo
- più eventuali proiezioni aggiuntive
Requisiti per una mammografia digitale
- Adeguata compressione della mammella
- importante che durante l’esame la mammella sia ben compressa,
- in questo modo la mammella non si muove
- aumentando lo spessore della mammella sarebbe necessaria una dose maggiore
- La compressione viene eseguita con degli appositi compressori
- possono essere di diverse dimensioni
- alcuni dedicati solo all’ingrandimento mirato
- possono essere manovrati
- manualmente
- la compressione manuale attualmente è in disuso
- automaticamente
- tramite pedale
- manualmente
- possono essere di diverse dimensioni
- importante la gradualità della procedura di compressione
- altrimenti provochiamo dolore alla Paziente
- risultato che
- o sviene
- o non vorrà mai più ripetere questo esame nella sua vita
- risultato che
- altrimenti provochiamo dolore alla Paziente
- Quindi una buona compressione mi permette di:
- mantenere ferma la mammella
- di ridurre la dose
- importante che durante l’esame la mammella sia ben compressa,
- Conoscenza dell’apparecchio
- Corretto posizionamento
- Conoscenza dei criteri di correttezza
Proeizioni
- Per quanto riguarda le proiezioni
- LA PROIEZIONE CRANIO-CAUDALE (CC)
- la Paziente si posiziona davanti al mammografo
- con la testa girata nella direzione opposta alla mammella in esame
- Il tecnico stende la mammella sul detettore cercando di
- allineare il capezzolo
- portare all’interno del campo la gran parte della mammella
- soprattutto i quadranti più esterni
- facendo abbassare la spalla alla Paziente
- soprattutto i quadranti più esterni
- il compressore scende azionato dal pedale
- Il tecnico si assicura che la Paziente non si sposti mentre effettua la compressione
- vengono posizionate delle piccole semilune
- in base alle quali il mammografo effettua una pre-espoizione sulla mammella
- in base alla densità della mammella
- eroga la giusta quantità di mAs e KV al fine di effettuare una corretta acquisizione dell’immagine
- in base alla densità della mammella
- in base alle quali il mammografo effettua una pre-espoizione sulla mammella
- per convenzione nella proiezione cranio-caudale
- i quadranti esterni sono rappresentati in alto
- i quadranti interni sono rappresentati in basso
- In questa proiezione dobbiamo vedere la regione retro-areolare e visualizzare la parte più profonda, quindi il grasso retro-ghiandolare e la parte iniziale del muscolo pettorale.
- CRITERI DI CORRETTEZZA DELLA PROIEZIONE CRANIO-CAUDALE (CC)
- IDENTIFICAZIONE
- è una cosa fondamentale che vale per tutti gli esami che andiamo a fare
- non dobbiamo sbagliare paziente; l’immagine deve essere identificata correttamente
- è una cosa fondamentale che vale per tutti gli esami che andiamo a fare
- SIMMETRIA
- la mammella deve essere omogeneamente stirata;
- deve essere garantita la simmetria destra-sinistra,
- anche quella quadranti interni-esterni;
- la mammella deve essere omogeneamente stirata;
- CAPEZZOLO IN ASSE
- GHIANDOLA AL CENTRO
- è importante perché il compressore esercita la sua azione al meglio nella parte centrale;
- se metto la mammella ai bordi non sarà compressa adeguatamente;
- è importante perché il compressore esercita la sua azione al meglio nella parte centrale;
- DIMOSTRAZIONE SPAZIO RETROMAMMARIO
- oltre al grasso sottocutaneo,
- che è anteriore alla parte ghiandolare (radiopaca)
- dovrei sempre visualizzare il grasso retro-mammario e
- posteriormente ad esso la lunetta radiopaca che è il muscolo pettorale;
- oltre al grasso sottocutaneo,
- ASSENZA ARTEFATTI E PIEGHE
- in particolare nelle pazienti operati si hanno delle pieghe cutanee;
- queste possono creare delle false immagini oppure nascondere delle piccole lesioni;
- in particolare nelle pazienti operati si hanno delle pieghe cutanee;
- ADEGUATA COMPRESSIONE
- IDENTIFICAZIONE
- la Paziente si posiziona davanti al mammografo
- LA PROIEZIONE MEDIO-LATERALE OBLIQUA (MLO)
- la paziente è davanti al mammografo
- mentre nella proiezione cranio-caudale lo stativo è posto a 0°, cioè il sistema tubo-detettore non è inclinato,
- nella medio-laterale obliqua c’è una rotazione consensuale del tubo radiogeno e del detettore con un’inclinazione di 45°.
- l’irradiazione della mammella è sempre perpendicolare
- Alla Paziente viene fatto sollevare il braccio.
- Questa proiezione consente di includere anche il prolungamento ascellare,
- regione della mammella che non viene inclusa nella proiezione cranio-caudale
- ma che è importante da visualizzare perché può essere sede di patologia
- la proiezione medio-laterale obliqua permette di visualizzare:
- il prolungamento ascellare
- il quadrante superiore
- il quadrante inferiore
- il muscolo pettorale.
- eseguiamo almeno due proiezioni (CC e MLO) perché consentono
- di vedere parti differenti della mammella
- localizzare una data lesione
- CRITERI DI CORRETTEZZA DELLA PROIEZIONE MEDIO-LATERALE OBLIQUA (MLO)
- IDENTIFICAZIONE
- SIMMETRIA
- CAPEZZOLO IN ASSE
- RAPPRESENTAZIONE IMMAGINE RIFERIBILE AL MUSCOLO PETTORALE FINO AL LIVELLO DEL CAPEZZOLO
- il muscolo pettorale è quello in alto a destra radiopaco;
- l’apice inferiore di questo dovrebbe proiettarsi sino all’altezza del capezzolo.
- RAPPRESENTAZIONE ANGOLO SOTTO-MAMMARIO o solco sottomammario:
- quella puntina radiopaca che si vede in basso;
- ciò è importante perché anche lì possono esserci delle lesioni;
- ASSENZA ARTEFATTI E PIEGHE
- voluminose pieghe cutanee possono andare a mascherare
- una piccola opacità che si proietta in quella zona, dove c’è la radiopacità della plica.
- voluminose pieghe cutanee possono andare a mascherare
- ADEGUATA COMPRESSIONE
- la paziente è davanti al mammografo
- la proiezione medio-laterale (ML) a 90° rientra in quelle standard
- in alcuni centri viene effettuata ma non tutti i centri la eseguono routinariamente
- In questo caso il tubo radiogeno e il detettore sono inclinati di 90° rispetto al pavimento, e pertanto rappresenta una proiezione ortogonale perfetta rispetto alla cranio-caudale.
- Se utilizzassimo queste due proiezioni ortogonali tra loro la localizzazione di una lesione sarebbe più precisa,
- utilizzando la cranio-caudale e la medio-laterale obliqua si realizza uno slittamento che poi vedremo.
- Se utilizzassimo queste due proiezioni ortogonali tra loro la localizzazione di una lesione sarebbe più precisa,
- In questo caso il tubo radiogeno e il detettore sono inclinati di 90° rispetto al pavimento, e pertanto rappresenta una proiezione ortogonale perfetta rispetto alla cranio-caudale.
- CRITERI DI CORRETTEZZA DELLA PROIEZIONE MEDIO-LATERALE (ML)
- IDENTIFICAZIONE
- SIMMETRIA
- CAPEZZOLO IN ASSE
- RAPPRESENTAZIONE IMMAGINE RIFERIBILE A PARTE DEL MUSCOLO PETTORALE
- RAPPRESENTAZIONE ANGOLO SOTTO-MAMMARIO
- ASSENZA ARTEFATTI E PIEGHE
- voluminose pieghe cutanee possono andare a mascherare
- una piccola opacità che si proietta in quella zona, dove c’è la radiopacità della plica.
- voluminose pieghe cutanee possono andare a mascherare
- ADEGUATA COMPRESSIONE
- in alcuni centri viene effettuata ma non tutti i centri la eseguono routinariamente
- LE PROIEZIONI AGGIUNTIVE
- alcune PROIEZIONI RUOTATE
- altre proizioni che includono meglio il prolungamento ascellare
- come LA PROZIONE DI “CLEOPATRA”
- proiezioni che vengono eseguite in caso di
- impianto protesico
- dislocando posteriormente la protesi o
- impianto protesico
- altre che prevedono delle compressioni di zone specifiche della mammella
- definite compressioni mirate
- LA PROIEZIONE CRANIO-CAUDALE (CC)
- Un discorso diverso è L’INGRANDIMENTO RADIOLOGICO DIRETTO,
- diverso dallo zoom digitale
- si esegue posizionando un distanziatore dal detettore
- perciò la mammella viene poggiata non sul detettore
- ma su un supporto che la allontana dal detettore e la avvicina alla fonte radiogena.
- perciò la mammella viene poggiata non sul detettore
- la mammella anche in questo caso viene compressa
- la parte che si vuole studiare viene magnificata, per la legge biquadratica.
- questa proiezione è importante perché ci consente di vedere nel dettaglio strutture molto piccole, come le microcalcificazioni.
- ha un valore completamento diverso rispetto allo zoom elettronico, rispetto al quale ha maggiori vantaggi.
- In mammografia si confronta sempre la mammella di destra e quella di sinistra.
- Non tutte le asimmetrie sono patologiche, perché potrebbe esserci una maggiore rappresentazione ghiandolare in un dato quadrante a destra e in un altro nella mammella di sinistra.
- Quando ci sono dei PROBLEMI DI POSIZIONAMENTO
- può dipendere da uno sterno prominente o incavato
- in caso di mammella molto piccola
- o se la Paziente non riesce a muovere bene il braccio
- possono adottarsi degli aggiustamenti che consentano di ottenere proiezioni diagnostiche.
- In particolare, parlando delle PORTATRICI DI PROTESi, ricordatevi bene che la mammografia si può effettuare,
- anche se il chirurgo plastico lo sconsiglia, temendo di rovinare la protesi.
- La compressione, infatti, non viene effettuata come nel caso di mammelle senza protesi: viene compressa molto poco e tenuta ferma.
- È importante ciò soprattutto nelle portatrici di protesi estetiche, più che nelle Paziente sottoposte a svuotamento ghiandolare, perché nelle prime residua del tessuto ghiandolare che si può ammalare.
- Attualmente con la mammografia digitale, esiste un software particolare, per cui se viene impostata “protesi”, la macchina esegue un’acquisizione e una retro-ricostruzione che consente di vedere il tessuto ghiandolare adiacente alla protesi.
- protesi retroghiandolari
- molto radiopache
- protesi retroghiandolari
- Si può adottare un tipo di proiezione particolare, la PROIEZIONE DI EKLUND,
- prevede di spingere indietro la protesi e di comprime solo la parte ghiandolare.
- Questo stesso tipo di proiezione la adottiamo anche quando facciamo le biopsie su guida stereotassica su portatrici di protesi;
- quindi è assolutamente possibile effettuare agobiopsie su mammelle con protesi o altri tipi di procedure, come aspirare il versamento peri-protesico, se necessario.
- anche se il chirurgo plastico lo sconsiglia, temendo di rovinare la protesi.
- Esistono poi delle PROIEZIONI SPECIALI:
- se vogliamo vedere meglio i quadranti interni EXTRA-RUOTIAMO IL SENO
- allo stesso modo se vogliamo vedere meglio quelli esterni, lo INTRA-RUOTIAMO IL SENO
- Poi esistono delle PROIEZIONI “SLITTATE”
- nelle quali orientiamo il tessuto in modo tale che non ci siano sovrapposizioni di diverse strutture e poter valutare l’eventuale presenza d un’alterazione.
- Esiste ancora, una PROIEZIONE PER IL PROLUNGAMENTO ASCELLARE “DI CLEOPATRA”
- nella quale la Paziente viene fatta poggiare sul mammografo
- in modo tale da includere
- la parte esterna della mammella
- il muscolo pettorale
- Ciò diventa importante nel caso ad esempio di mammelle molto piccole, in cui è più difficile includere la porzione esterna.
- in modo tale da includere
- nella quale la Paziente viene fatta poggiare sul mammografo
- Tra le proiezioni aggiuntive vi è poi la COMPRESSIONE MIRATA,
- si realizza tramite dei particolari tipi di compressori;
- andando a comprimere solo una parte della mammella riusciamo a vedere meglio una data zona e magari a risolvere un dubbio.
- Se c’è una formazione nodulare, anche schiacciandola, non sparisce;
- invece una sovrapposizione di strutture, se la schiaccio, si allarga e non è più visibile come un’immagine nodulare.
- si realizza tramite dei particolari tipi di compressori;
- Di default le prime due proiezioni:
- la cranio-caudale
- la medio-laterale-obliqua
- Abbiamo anche visto come in effetti, la cranio- caudale e la medio-laterale (e non la medio-laterale obliqua) siano proiezioni perfettamente ortogonali tra loro e ciò in effetti permetterebbe la precisa localizzazione delle lesioni:
- nella CC definisco se la lesione è nei quadranti interni o negli esterni,
- nella ML nei quadranti superiori o in quelli inferiori.
- Nella ML in realtà per un problema di proiezione, bisogna tenere conto di un piccolo trucchetto per localizzare effettivamente le lesioni e per poterle poi trovare anche in ecografia.
- In particolare, tutte le lesioni che nella proiezione CC sono nei quadranti interni,
- nella ML saranno più craniali,
- cioè vengono sproiettate verso il basso, ma in realtà sono più alte.
- nella ML saranno più craniali,
- Allo stesso modo una lesione che nella CC vedo nei quadranti esterni, e che nella MLO vedrò al centro,
- mi devo aspettare che nella realtà, e nella ML sia più caudale.
- Le lesioni centrali rimangono nella stessa posizione.
- Quindi il trucchetto che viene proposto è: “i mediali salgono e i laterali scendono”
- In particolare, tutte le lesioni che nella proiezione CC sono nei quadranti interni,
Mammografia nello screening
- La mammografia, come prima accennato, è l’esame di I livello offerto alle pazienti che aderiscono al programma di screening
- L’esame è eseguito dal tecnico di radiologia dedicato
- è presente uno schema adatto alla raccolta completa dei dati clinico-anamnestici
- sintomi
- pregresse mammografie
- Fra i sintomi sospetti per neoplasia mammaria:
- la presenza di nodularità
- la presenza di secrezione
- la comparsa di fenomeni di retrazione cutanea
- È assolutamente imprescindibile da parte del senologo unire i dati radiologici, ottenuti dalla mammografia, a quelli clinico-anamnestici
- L’esame di screening è costituito dalla mammografia eseguita nelle due proiezioni standard (CC e MLO)
- non è prevista in questa fase la tomosintesi
- Le mammografie di screening vengono lette da due senologi differenti in doppio cieco
- operatori sono estremamente qualificati
- devono frequentare degli appositi corsi specialistici nella lettura delle mammografie di screening
- in un futuro prossimo, per compensare la carenza di senologi, potrebbe essere utilizzato nel programma di screening un sistema di intelligenza artificiale come secondo lettore delle mammografie
- operatori sono estremamente qualificati
- Nel caso in cui l’esame sia negativo per entrambi i lettori
- la paziente riceverà una lettera a casa in cui viene comunicato
- l’esito negativo dell’esame
- la data di follow-up successiva
- biennale 50-74 anni
- annuale 45-49 anni
- la paziente riceverà una lettera a casa in cui viene comunicato
- Nel caso in cui un solo lettore identifica un’anomalia
- reperto radiologico sospetto
- tecnica radiologica non corretta
- viene effettuato un richiamo e richiesto un approfondimento di II livello
- Il richiamo può avvenire anche qualora la paziente a mammografia negativa
- segnali un reperto clinico sospetto
- RICHIAMO TECNICO
- Il richiamo tecnico non deve essere superiore all’1% degli esami eseguiti
- Le cause più frequenti sono:
- errori di posizionamento
- presenza di artefatti:
- capelli
- creme
- deodoranti
- un'altro tipo di artefatto, non visibile in era digitale
- a causa delle cariche elettrostatiche quando venivano utilizzate le pellicole radiografiche
- possono simulare alcuni reperti quali le calcificazioni
- per prevenire la presenza di artefatti è fortemente raccomandato:
- l’utilizzo di cuffie per capelli monouso
- evitare la presenza di capelli sovrapposti al seno durante la mammografia
- non utilizzare cosmetici il giorno dell’esame
- l’utilizzo di cuffie per capelli monouso
- RICHIAMO PER REPERTO SOSPETTO
- avviene molto più frequentemente in presenza di:
- opacità nodulari (64%)
- approfondimento con tomosintesi
- microcalcificazioni (19%)
- approfondimento con radiogrammi mirati con ingrandimento diretto
- distorsione (17%)
- approfondimento con tomosintesi
- opacità nodulari (64%)
- una volta effettuato il richiamo della paziente possono essere eseguiti vari tipi di approfondimento a seconda del tipo di reperto:
- Radiogrammi mirati con ingrandimento diretto (microcalcificazioni)
- Tomosintesi (distorsioni strutturali, opacità)
- Ecografia (valutazione lesioni insieme a cavo ascellare omolaterale per linfonodi)
- ottimo strumento in ambito di senologia interventistica
- se la lesione è visibile, può essere effettuata un’agobiopsia ecoguidata
- ottimo strumento in ambito di senologia interventistica
- se gli approfondimenti diagnostici sono negativi
- classico follow-up a 1 o 2 anni a seconda dell’età della paziente
- se invece tali approfondimenti fossero dubbi o positivi
- si procede all’esecuzione di agobiopsia percutanea
- Vi sono tre possibilità:
- agoaspirato con ago sottile per linfonodi
- tru-cut solo nei casi particolari
- agobiopsia con ago tru-cut (core-biopsy)
- prelievo mediante sistema VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy)
- il sistema VABB oggi è sempre più in disuso
- veniva e viene applicato ai linfonodi sospetti per adenopatia
- anche se oggi si ricorre molto più spesso ad aghi trancianti (tru-cut)
- veniva e viene applicato ai linfonodi sospetti per adenopatia
- il sistema VABB oggi è sempre più in disuso
- agoaspirato con ago sottile per linfonodi
- Vi sono tre possibilità:
- Nel caso di agobiopsia con esito positivo per patologia tumorale:
- si programma la visita senologica
- si discute il caso clinico presso il Gruppo Interdisciplinare di Cure (GIC)
- stabilire l’iter diagnostico-terapeutico della paziente
- si procede all’esecuzione di agobiopsia percutanea
- avviene molto più frequentemente in presenza di:
- RICHIAMO PER SINTOMO
- la paziente può effettuare un richiamo in autonomia qualora riscontrasse un reperto clinico sospetto
- secrezione sierosa e/o ematica dal capezzolo
- (auto)riscontro di un nodulo
- addensamento
- retrazione cutanea
- l’iter di approfondimento è analogo a quello di reperto radiologico positivo
- Tomosintesi (distorsioni strutturali, opacità)
- Ecografia (valutazione lesioni insieme a cavo ascellare omolaterale per linfonodi)
- la donna può rivolgersi al Centro di Screening, programmando un appuntamento per eseguire gli opportuni accertamenti
- questo tipo di approccio si chiama “sblocco sintomi”
- in questo caso gli esami di I e II livello vengono eseguiti nella stessa seduta
- l’iter successivo è identico
- infatti se gli approfondimenti diagnostici sono negativi, si prosegue con il classico follow-up a 1 o 2 anni a seconda dell’età della paziente
- se invece tali approfondimenti fossero dubbi o positivi
- si procede all’esecuzione di agobiopsia percutanea che, in caso di esito positivo per patologia tumorale
- darà luogo a visita senologica e discussione in GIC
- si procede all’esecuzione di agobiopsia percutanea che, in caso di esito positivo per patologia tumorale
- l’iter successivo è identico
- in questo caso gli esami di I e II livello vengono eseguiti nella stessa seduta
- questo tipo di approccio si chiama “sblocco sintomi”
- la paziente può effettuare un richiamo in autonomia qualora riscontrasse un reperto clinico sospetto
- Quando si è alla ricerca di eventuali asimmetrie nella proiezione MLO,
- vanno indagate subito due zone:
- la regione retroareolare
- la cosiddetta “MILKY WAY” (O VIA LATTEA).
- per “Milky Way” si intende una fascia che dista 3-4 cm dal confine del muscolo grande pettorale
- Queste due zone sono quelle da studiare con più attenzione nella proiezione MLO
- sono sede di lesioni che possono sfuggire ad un operatore poco attento
- vanno indagate subito due zone:
- Quando si è alla ricerca di eventuali asimmetrie nella proiezione CC vanno annoverate:
- la metà mediale della mammella
- la cosiddetta “NO MAN’S LAND”
Bibliografia
- Pacifici S, Murphy A, Bell D, et al. Forbidden areas in mammography. Reference article, Radiopaedia.org (Accessed on 13 Jan 2024) https://doi.org/10.53347/rID-15344
Raccolta di immagini
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Case courtesy of Hani Makky Al Salam, Radiopaedia.org. From the case rID: 12977