Cateteri Venosi Centrali

Categories
Materiale

I cateteri venosi centrali (CVC) sono tipicamente applicati , sopratutto nelle malattie oncologiche, per la somministrazione di:
  • chemioterapici
  • soluzioni nutrizionali
  • e in tutti quei casi in cui sia richiesto un sicuro e frequente accesso venoso.

Definizione e funzione del CVC

Il CVC è una sonda di materiale biocompatibile che, introdotta attraverso una vena tributaria, diretta o indiretta, raggiunge la cava superiore (terzo inferiore), e consente l’infusione di fluidi e farmaci in condizioni di maggiore sicurezza rispetto alle cannule periferiche.
Il CVC consente, inoltre, l’attuazione di procedure (emodialisi, misurazione della PVC) e trattamenti (NPT, CT in infusioni continue e protratte) non percorribili con CVP.
Il catetere ha l’obiettivo di garantire rispetto a un accesso venoso periferico:
  • La stabilità dell’accesso venoso
  • La riduzione delle complicanze infettive e trombotiche
Caratteristiche
- Le dimensione del diametro esterno del
catetere vengono misurate in French (1
French = 0,3 mm)
- Nell’adulto si usano cateteri da 6 a 9 French,
mentre nei bambini il diametro del catetere è
compreso tra 2,7 e 5,5 French
- Il diametro interno del catetere invece è
espresso in Gauge
- La lunghezza è espressa in cm
Classificazione
I cateteri venosi centrali possono essere classificati
in:
- Esterni
- Tunnellizzati: compiono un tragitto sottocute prima di
entrare in vena.
- A punta chiusa (Groshong)
- A punta aperta (Hickman, Broviac)
- Non tunnellizzati:
- Hohn (a punta aperta non valvolato)
- PICC ( apunta chiusa)
- Impiantati:
- Port-a-cath (a punta aperta o chiusa e può avere uno o
più reservoir)
Classificazione
per permanenza in sede
- Breve termine (Short-term): 3-4 settimane
(Certofix)
- Medio termine (Medium-term): 1-6 mesi
(PICC, Hohn)
- Lungo termine (Long-term): oltre 6 mesi
(Port-a-Cath, Groshong)
MATERIALI
- PVC: cloruro di polivinile plastificato.
Presenta superficie interna ed esterna liscia,
pareti sottili e portata costante. Materiale
friabile dal quale si possono liberare
frammenti tossici
- Teflon: Teflon. Politetrafluoroetilene. I
cateteri in teflon presentano una
considerevole inerzia chimica, hanno una
certa rigidità ed inoltre perdono trasparenza
con l’aggiunta di sostanze opacizzanti ai
raggi X
- Silicone: è un materiale translucido, flessibile,
inalterabile e quindi a lunga conservazione, ha
grande stabilità chimica, è neutro nei confronti dei
tessuti biologici, apirogeno, non tossico. E’ ben
tollerato dalle mucose.
- Poliuretano: materiale sintetico biocompatibile ad
alta inerzia chimica, a differenza del PVC non è
friabile
- Vialon: poliuretano studiato escliusivamente per
uso medicale. Rigido nell’inserimento, diventa
subito flessibile all’interno del corpo, evitando così
danni alle pareti del vaso sanguigno. E’ di facile
introduzione, è radiopaco, non contiene plastificanti
cedibili
CVC tunnellizzato
Descrizione
- Possono avere un lume singolo,
doppio o triplo; la fuoriuscita
avviene attraverso un tunnel
sottocutaneo sul torace o
sull’addome. Una cuffia resta nel
tunnel sottocutaneo e
ancorandosi alla crescita di
tessuto fibrotico garantisce la
stabilità del presidio.
- Questi cateteri devono essere
posizionati dal medico; durante
la procedura occorre la sterilità
assoluta.
- Sono raccomandati in caso di
accessi frequenti o continui e
sono consigliati per pazienti con
terapie a lungo termine.4
VANTAGGI SVANTAGGI
-La cuffia previene le
infezioni batteriche e lo
spostamento del
catetere.
-Tali cateteri possono
essere manetnuti per
oltre 6 mesi.
-Non hanno un rischio
di infezione inferiore
rispetto ai non
tunnellizzati
-Possono verificarsi
complicanze causate
dalla puntura della vena
CVC impiantabili
Descrizione
•Questi cateteri devono essere posizionati dal
medico e durante la procedura occorre
utilizzare la sterilità assoluta.
•L’accesso alla camera del catetere avviene
tramite ago non carotante (ago di Huber) che
va cambiato ogni 7 giorni.
•Sono indicati per soggetti in terapia a lungo
termine
continua o intermittente.
•Sono raccomandati nei pazienti con un
accesso vascolare a lungo termine.
•I farmaci sono infusi tramite un reservoir con
ago esterno e tubo di raccordo,6 che si
raggiunge con la puntura della cute. Il reservoir
generalmente è posizionato nel torace o nel
braccio collegato al catetere con la punta
posizionata in sede centrale.
VANTAGGI SVANTAGGI
-Minor
manutenzione
-Meno visibili
-Possono
verificarsi
complicanze
causate dalla
puntura della
vena
PICC (Percutaneous Introduction
Central Catheter)
Descrizione
•Sono cateteri venosi centrali a inserimento
periferico che possono essere a singolo o a
doppio lume.
•Questi cateteri sono raccomandati per tutte le
infusioni e possono essere mantenuti in sede
da poche settimane fino a 6 mesi.
•Devono essere posizionati in assoluta sterilità,
usando le protezioni di barriera.
VANTAGGI SVANTAGGI
-Possono essere inseriti al letto del
paziente o in radiologia
-Basso rischio di infezione
-Controllo radiografico per la
localizzazione della punta
-Problemi vascolari o muscolo
scheletrici possono impedire il successo
dell’impianto
Indicazioni al posizionamento di
un cvc
1. La somministrazione di soluzioni e/o farmaci non tollerati
dalle vene periferiche :
- soluzioni iperosmolari (NPT);
- farmaci irritanti (CT con 5-FU, JM8, CTX, ecc., alte dosi di potassio,
sodio bicarbonato all’8.4% ecc.);
- farmaci vescicanti (CT con antracicline, DCT, PTX, VLB);
2. La mancanza di vene periferiche per l’attuazione di terapia
EV;
3. La necessità di frequenti e protratte punture venose (giorni
o settimane) per infusioni e/o prelievi ematici;
4. Il trattamento emodialitico e l’emaferesi (es.: prelievo per
raccolta cellule staminali);
5. La misura e il monitoraggio della PVC.
Vene usate per l’introduzione di un
CVC
- Succlavia;
- giugulare interna (raramente
esterna);
- basilica o cefalica, brachiale;
- femorale (usata al CRO solo per
raccolta cellule staminali);
In pediatria viene usata più
frequentemente la venolisi
chirurgica. PICC nei neonati e
bambini in giugukare esterna, la
piccola safena o la vena
temporale
VENA GIUGULARE INTERNA
VANTAGGI SVANTAGGI
-vena facilmente reperibile
-inserimento lineare con sbocco diretto in vena cava
superiore
-minor rischio di stenosi, di trombosi e di
pneumotorace
-facile compressione in caso di puntura arteriosa
-no pinch off (pizzicamento di un tratto del catetere)
-buona sede per la medicazione
-buona tollerabilità
-permette il posizionamento di qualsiasi tipo di
catetere venoso centrale
rischio di puntura arteriosa
VENA SUCCLAVIA
VANTAGGI SVANTAGGI
-facile reperibilità
-buona sede per la
medicazione
-buona tollerabilità
-consigliata solo per
incannulazioni a breve
termine
-alto rischio di
pneumotorace
-alto rischio di pinch off
-emotorace
-embolia gassosa
-rischio aumentato di
stenosi e trombosi venosa
VENA FEMORALE
VANTAGGI SVANTAGGI
-facile reperibilità anche
in pazienti in stato di
shock
-assenza di complicanze
immediate
-valida alternativa
all’irreperibilità di
giugulare e succlavia
-rischio aumentato di
infezioni e trombosi
-mal tollerata dal
paziente
-sede di medicazione non
ideale
Preparazione pre-cateterismo
in sala di degenza
1. Lo staff clinico di reparto stabilisce l’indicazione al posizionamento di un CVC
secondo il programma terapeutico, la patologia e le esigenze del paziente.
2. Il medico informa il paziente, e dopo avergli spiegato i benefici e i rischi del
posizionamento del CVC, gli fa firmare il consenso informato.
3. ll medico o l’infermiere consegna il depliant informativo prodotto assieme a
questo documento. L’infermiere di reparto ha un ruolo importante, in quanto
deve assicurarsi, prima che il paziente venga accompagnato al Servizio di
Anestesia, che quest’ultimo abbia compreso la procedura a cui sarà
sottoposto, fornendogli, se necessario, adeguato supporto psicologico.
4. L’infermiere dovrà inoltre assicurarsi che nella cartella del paziente vi siano:
a) la richiesta medica di cateterismo;
b) il consenso informato, firmato dal paziente e dal medico;
c) la richiesta di radiografia del torace; questo esame, eseguito subito dopo
l’applicazione del CVC, documenta la corretta posizione del CVC,
evidenziaeventuali anomalie di posizionamento o la presenza di pneumotorace.
5. Gli esami utili per l’approccio all’incannulazione (esame emocromicitometrico
con conta piastrinica, assetto emostatico).
6. E’ oltremodo necessario che medico ed infermiere di reparto valutino il
risultato di tali esami prima di avviare il paziente al cateterismo, per evitare al
paziente e al personale implicato nella procedura inutili attese o rinvii
Procedura in ambiente protetto
1. L’infermiere di Anestesia riceve il paziente, lo rassicura e gli spiega sommariamente la procedura di
cateterismo venoso.
2. Si assicura che i documenti sopra descritti siano presenti in cartella e che i valori dell’emostasi
siano nella norma.
3. Se tutto è in ordine:
a) posiziona il paziente sul lettino operatorio;
b) se si tratta di un sistema totalmente impiantabile, libera la persona da eventuali oggetti metallici e posiziona una
piastra di scarico sulla coscia per l’utilizzo dell’elettrobisturi;
4. dopo aver chiesto all’anestesista quale sia la vena individuata per il cateterismo, prepara la zona di
incannulazione con eventuale tricotomia e lavaggio con acqua e sapone.
5. prepara il materiale necessario alla procedura;
6. assiste il paziente e il medico durante le varie fasi della operazione.
7. Dopo il cateterismo, spiega brevemente al paziente la manutenzione del presidio per ciò che
riguarda:
a) medicazione;
b) eparinizzazione;
c) prevenzione dei rischi infettivi;
d) prevenzione dell’ostruzione del catetere.
8. Registra in cartella l’avvenuta cateterizzazionenspecificando il tipo di presidio impiantato, il suo uso
e la manutenzione necessaria.
9. Contatta l’Unità operativa per il trasferimento del paziente.
10. La persona viene accompagnato presso il Servizio di Radiologia per essere sottoposta a radiografia
del torace.
11. Infine, in reparto, l’infermiere che lo riceve si assicura che il paziente e/o i sui familiari abbiano capito
l’importanze di una corretta gestione del CVC (domicialiare)
Materiale occorrente
- Flacone soluzione fisiologica o elettrolitica
- Deflussore poer flebo
- Dispositivi aggiuntivi per linea infusiva (rampe, prolunghe)
- Kit di telini sterili
- Garze sterili
- Kit contenente CVC
- Siringa da 10 ml cono eccentrico
- Siringa da 5 ml cono eccentrico
- Ago intramuscolare rosa 18G
- Ago intramuscolare azzurro 23G
- Set ferri chirurgici ( porta aghi, forbice, pinza chirurgica)
- Filo di sutura per cute (mersilene 2-0 o seta 2-0/3-0)
- Fiala di anestetico locale (lidocaina 2% o carbocaina da 1% o 2%)
- Pellicola adesiva trasparente (Opsite, Tegaderm)
- Cerotto di tela da 2,5 cm
- Portabattuffoli sterile
- Soluzione di iodopovidone
- Guanti sterili
- Guanti non sterili
- Fiale di fisiologica
- Reniforme
COLLABORAZIONE ALL’INSERIMENTO
INTERVENTO MOTIVAZIONE
Disporre il materiale necessari prevenendo
eventuali contaminazioni
Allestire la via infusionale in modo asettico
facendo sì che venga conservata la sterilità della
parte terminale della linea infusiva
Se necessario, collaborare con il medico ad
informare il paziente sulla procedura che verrà
effettuata
Se la procedura viene fatta al letto del paziente
togliere il cuscino e la testiera del letto
Indossare cuffia e mascherina ed eseguire il
lavaggio antisettico delle mani. Indossare i guanti
non sterili monouso
Prevenzione nella
trasmissione di
infezioni
INTERVENTO MOTIVAZIONE
Raccogliere i capelli del paziente in
una cuffia monouso. Tricotomia
della zona se necessario
Evita che il campo sterile possa
venire inquinato
Scoprire il torace e collocare gli
elettrodi per il monitoraggio
dell’ECG, saturazione O2 e P.A.
Porre il paziente in posizione supina
o lieve trendelenburg, con il collo
ruotato dal lato opposto rispetto a
quello scelto; mettere eventuale
“pilet” (cuscino) sotto le spalle; far
estendere lungo il tronco il braccio
omolaterale rispetto all’accesso con
il palmo rivolto verso l’alto
Posizione che facilita l’introduzione
del catetere
Assistere il medico durante la
vestizione e la delimitazione del
campo operatorio
La procedura deve essere eseguita
adottando le precauzioni di massima
sterilità (cuffia, mascherina, camice
sterile, guanti sterili, teli sterili ampi)
INTERVENTO MOTIVAZIONE
Porgere in successione il materiale necessario (Il
medico disinfetta accuratamente con soluzione
di iodiopovidone la sede dell’inserzione con
movimento circolare dal centro verso l’esterno
senza ripassare sulla zona già disinfettata con la
stessa garza. Lasciare agire il disinfettante per
almeno due minuti o per un tempo maggiore
finché la cute risulta essere asciutta)
Nel corso delle manovre il paziente verrà aiutato
dall’infermire a mantenere la corretta posizione,
verranno contemporaneamente rilevati i
parametri vitali e forniti eventualmente
chiarimenti
Ad inserimento eseguito, porgere in modo
asettico la parte terminale della linea infusiva e
avviare la somministrazione di liquidi come
prescritto
INTERVENTO MOTIVAZIONE
Mantenere bloccata la via infusiva
finché il medico fissa il catetere con
punti di sustura
Prevenire dislocazioni accidentali
Disinfettare il sito di introduzione con
iodopovidone, coprire con pellicola
trasparente adesiva sterile; è
consigliabile interporre garza sterile
se si prevede leggero
sanguinamento nei primi giorni
Registrare l’avvenuta procedura
nella documentazione clinica
MEDICAZIONE
Le medicazioni cambiano secondo il tipo di catetere e le condizioni del paziente.
- Subito dopo l’impianto del catetere
- va eseguita una medicazione con garza e cerotto, da rinnovare dopo 24-48
ore (medicazione precoce)
- In genere per le medicazioni successive bisogna
- preferire la medicazione semipermeabile trasparente, da rinnovare ogni 7
giorni.
- Se però ci sono problemi come sanguinamento del sito di inserimento o
fuoriuscita di siero la medicazione
- va fatta con garza e cerotto (da rinnovare ogni 24-48 ore o quando è umida,
sporca o non è più aderente).
- Si può fare ricorso a una medicazione con garza e cerotto semipermeabile
trasparente quando
- il paziente ha la tendenza a sudare, quando ha un’ipertermia e ogni volta
che vi sono segni di flogosi
Complicanze
immediate (entro 48 ore)
e precoci (1 settimana)
Immediate:
- Puntura dell’arteria carotide;
- Pneumotorace;
- Embolia gassosa, causata dalla rottura e conseguente
migrazione della punta nel piccolo circolo
- Tachicardia ventricolare o aritmie
- Malposizionamento
- Danno del plesso brachiale;
- Emotorace, quando il catetere è inserito dalla succlavia
- Ematoma in seguito a ripetuti tentativi di inserimento
Precoci:
- pneumotorace tardivo, ematomi, emorragie locali, dolore,
puntura dei plessi nervosi, compressione per emorragia
arteriosa, infezioni
Complicanze tardive
Le complicanze tardive possono essere provocate da un malposizionamento del
catetere, che può avere conseguenze meccaniche:
- pizzicamento del tratto di catetere che passa tra la clavicola e la prima costa, se
posizionato per via succlavia (pinch off);
- inginocchiamento di un tratto del catetere (kinking);
- rottura del catetere;
- ribaltamento della camera del port;
- dislocazione della punta.
Inoltre il catetere si può occludere a causa di:
- coaguli o trombi;
- precipitati di farmaci o aggregati lipidici;
- deposizione di fibrina, fino a formare un manicotto che avvolge il catetere
venoso centrale nel suo percorso endovenoso (fibrin sleeve).
Una delle complicanze più temibili è l’infezione che può portare a rimuovere il
catetere per evitare una setticemia
SEGNI E SINTOMI DELLE
PRINCIPALI COMPLICANZE
PENUMOTORACE O EMOTORACE
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-dispnea
-dolore toracico
-cianosi
-informare il medico
-fare una radiografia
del torace e se
possibile un drenaggio
toracico
-complicanza
riconducibile
all’inserimento del
catetere
-si riduce il rischio
utilizzando la
venipuntura ecoguidata
TACHICARDIA O ARITMIA
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-alterazioni del ritmo
-cianosi
-dispnea
-informare il medico
-fare il monitoraggio
cardiaco
-complicanza frequente
ma quasi sempre
benigna e spesso non
rilevata
-complicanza
riconducibile
all’inserimento del
catetere
EMBOLIA GASSOSA
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-dispnea
-dolore toracico
-cianosi
-alterazioni della
pressione venosa
centrale
-disorientamento
-controllare il paziente,
chiudere il catetere per
prevenire l’ingresso di
altra aria nel circolo
-posizionare il paziente
sul lato sinistro
-informare il medico e
somministrare ossigeno
-è una complicanza
molto rara, dovuta
all’ingresso di aria nel
circolo ematico durante
l’inserimento del
catetere venoso
centrale
PUNTURA DEL PLESSO BRACHIALE
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-formicolio alle dita
-dolore alle braccia
-paresi
-informare il medico
-consultare un fisiatra
per il trattamento
sintomatico
-Complicanza
estremamente rara,
durante l’inserimento
del catetere
ROTTURA DEL DOTTO TORACICO
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-edema del braccio dal
lato dell’inserimento
-pallore
-informare il medico
-rimuovere il catetere
-Complicanza
estremamente rara
INFEZIONE
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-eritema locale
-rigonfiamento
-presenza di siero nel
punto di inserimento
-eseguire un tampone
-disinfettare e medicare secondo
protocollo
-osservare a intervalli regolari il foro di
ingresso del catetere
-prelevare campioni di sangue da
ogni lume del catetere
-informare il medico per un’eventuale
terapia antibiotica
-usare sempre una tecnica asettica
durante il cambio della medicazione e
delle linee infusionali
OCCLUSIONE O SPOSTAMENTO
DEL CATETERE
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-è possibile fare
infusioni ma non
prelievi
-non è possibile fare né
infusioni né prelievi
-controllare con una
radiografia il catetere
-provare a cambiare di
posizione il paziente
-informare il medico, se
il problema si presenta
in 2 occasioni
ROTTURA
DELLA LINEA INFUSIONALE O DEL PORT
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-rottura dovuta a
manovre scorrette o a
flussi a elevata
pressione
-danno da chiusura
-interrompere ogni
infusione
-chiudere il catetere a
monte della rottura
-proteggere l’area con
medicazione sterile e
procedere alla
riparazione della linea
-complicanza rara, ma
possibile quando si
forza l’infusione con il
catetere chiuso
SPOSTAMENTO DEL CATETERE
TOTALE O PARZIALE
SEGNI E SINTOMI AZIONE NOTA
-fuoriuscita di un tratto
del catetere, con cuffia
visibile; il catetere può
uscire completamente
dalla sede
-interrompere la terapia
infusiva
-non utilizzare la linea
prima della conferma
radiologica
-informare il medico
-se il catetere è
parzialmente in situ
lasciarlo fino ad altra
prescrizione
RACCOMANDAZIONI
GESTIONE CVC
- L’accesso vascolare deve essere manipolato usando una
tecnica asettica e osservando le precauzioni universali. La
manipolazione dell’accesso centrale deve coincidere con il
cambio della medicazione.
- In ogni reparto devono essere disponibili i protocolli per la
medicazione dell’accesso venoso centrale.
- Bisogna disinfettare l’accesso cutaneo del presidio
vascolare con un antisettico (preferibilmente clorexidina al
2% in soluzione acquosa o alcolica).
- Si devono usare guanti sterili o puliti per ogni accesso al
catetere venoso centrale (per esempio il rinnovo della
medicazione, il posizionamento dell’ago di Huber), la scelta
dei guanti è fatta dall’infermiere in base al suo metodo di
lavoro. Si raccomanda di lavorare in asepsi.
- L’accesso al sistema port deve essere fatto usando aghi
non carotanti (Huber); in caso di infusione continua l’ago
deve essere rinnovato ogni 7 giorni.
- Quando il port non viene utilizzato (cioè in assenza di ago di
Huber), non si deve medicare il sito cutaneo d’ingresso alla
camera.
- Ogni volta che si buca il port e si lascia in situ l’ago di Huber
la medicazione da preferire è quella semipermeabile
trasparente che può essere rinnovata ogni 7 giorni.
- La funzionalità del catetere va controllata prima della
somministrazione di ogni farmaco o soluzione.
- Non ci sono indicazioni riguardo all’aspirazione di routine di
sangue con il solo scopo di eliminare l’eparina o la
soluzione fisiologica usata prima dell’infusione.
L’aspirazione è indicata per verificare la pervietà del
catetere prima dell’esecuzione di esami ematici o in caso di
problemi (per esempio impossibilità di infondere o di
aspirare).
- Se non vi è ritorno ematico non si possono infondere
farmaci o liquidi
RACCOMANDAZIONI
LAVAGGIO DEL CATETERE
- Il catetere che non viene utilizzato va lavato abitualmente
con soluzione fisiologica ed eparina. L’uso di eparina
dipende dalla punta del catetere: va eparinata la punta
senza valvola.
- Si raccomanda di lavare con soluzione fisiologica i cateteri
con valvola antireflusso o con presidi a pressione positiva
(needless system).
- Il volume del lavaggio deve essere uguale al doppio del
volume del catetere e comunque mai inferiore a 5-10 ml.
- La concentrazione di eparina utilizzata per mantenere la
pervietà del catetere deve essere più bassa possibile (10 UI
di eparina in 1 ml di soluzione fisiologica). L’uso di eparina
dipende dalla punta del catetere: vanno sempre eparinati i
cateteri che non hanno la punta valvolata. I cateteri dotati di
valvola di tipo Groshong non vanno mai eparinati.
- La frequenza dei lavaggi deve essere settimanale per i
cateteri tunnellizzati e non tunnellizzati (PICC, Hohn®) e
mensile per i cateteri totalmente impiantati (Port).
- L’iniezione di soluzione eparinata va effettuata con chiusura
in pressione positiva e con siringhe da 10 ml.
- Prima, durante e dopo l’infusione di sostanze incompatibili
tra loro va eseguito un lavaggio con soluzione fisiologica.
- Il lavaggio va eseguito con manovra pulsante (cioè con
siringa di calibro non inferiore ai 10 ml, infondendo a piccoli
scatti e non in maniera fluida); tale tecnica favorisce la
rimozione di ogni residuo di soluzione o di farmaco dalla
parete del catetere perché crea turbolenza eliminando
residui all’interno del catetere. La chiusura del catetere deve
avvenire in pressione positiva per evitare il ritorno ematico
all’interno del catetere.
RACCOMANDAZIONI
MEDICAZIONI
- Per coprire il sito del catetere si possono usare sia
garze sterili sia medicazioni semipermeabili
trasparenti (livello IA).
- Non è necessario medicare il sito di inserimento del
catetere venoso centrale tunnellizzato se è guarito
(livello II).
- In caso di sudorazione profusa o se il sito è
sanguinante è preferibile utilizzare una garza
piuttosto che la medicazione trasparente (livello II).
- E’ possibile fare la doccia purché vengano utilizzate
precauzioni per ridurre la possibilità di ingresso di
germi nel catetere, per esempio la medicazione in
poliuretano trasparente (livello II).
- Occorre assicurarsi che le manovre fatte sul sito
del catetere siano compatibili con il materiale del
catetere (livello IB).
RACCOMANDAZIONI
LINEE INFUSIVE
- Cambiare i set per l’infusione (per esempio
deflussori e rubinetti), ogni 72 ore a meno che non
si sospetti o sia documentata un’infezione (livello
IA).
- Cambiare le linee usate per somministrare sangue,
prodotti del sangue o emulsioni di lipidi entro 24 ore
dall’inizio dell’infusione. Usare un deflussore per
ogni sacca (livello IB).
- Cambiare le linee per la somministrazione di
propofol ogni 6 o 12 ore, secondo le
raccomandazioni del produttore (livello IA).
- Se la soluzione contiene solo destrosio e
aminoacidi, si può sostituire il set ogni 72 ore
(livello II).
- Prima e dopo la manipolazione delle linee infusive
l’operatore deve lavarsi le mani con saponi o gel
antisettici, dopo aver disinfettato l’estremità del
catetere con clorexidina al 2% in soluzione alcolica
o con iodopovidone potrà provvedere alla
sostituzione delle linee infusive (livello IA)
- Utilizzare preferibilmente un catetere venoso
centrale con il minor numero di porte o lumi (livello
IB).
- Per evitare la fuoriuscita accidentale del catetere
può essere utile ancorare le vie del sistema infusivo
alla cute del paziente con un cerotto anallergico.
- Non usare pomate o creme antibiotiche nei siti di
inserimento (a eccezione dei cateteri di dialisi)
perché potrebbero favorire infezioni fungine e
resistenze agli antibiotici (livello II).
FILMATI
INSERIMENTO CVC ECOGUIDATO
VARIANTI ANATOMICHE
nel 1986 viene per la prima volta utilizzata la guida ecografica per
incannulare la giugulare. Studi successivi al 1990 hanno concluso
che: "l'incannulamento venoso centrale ecoguidato rappresenta una
valida alternativa, in grado di migliorare la sicurezza rispetto alla
metodica tradizionale, almeno per l'accesso alla vena giugulare
interna"
POSIZIONE DEL PAZIENTE
E DELLA SONDA ECOGRAFICA
VISUALIZZAZIONE DEL LUME
TR= TRACHEA; T= TIROIDE;
A=ARTERIA; V=VENA;
M=STERNOCLEIDOMASTOIDEO
VANTAGGI DELL'INCANNULAMENTO
ECOGUIDATO:
- la guida ecografica può definire la posizione anatomica della giugulare rispetto
alla arteria (vedi varianti anatomiche)
- definire le dimensioni della vena comparando bilateralmente, non è infrequente
una differenza di calibro tra i due lati
- la posizione del paziente non è più obligatoria (non è necessaria la
Trendellenburg nè la rotazione controlaterale del capo, vantaggio nel paziente
traumatizzato)
- non è necessaria una certa esperienza dell'operatore nel ridurre le complicanze,
anche operatori meno esperti ottengono buoni risultati
- possibilità di valutare la presenza di trombi
- visualizzare la progressione dell'ago durante l'avanzamento verso la parete del
vaso
- visualizzazione all'interno del lume sia dello scorrimento del Seldinger prima che
del catetere poi
si riduce il tempo per eseguire la procedure
- si riducono il numero di punture
- la percentuale di punture della arteria che è la complicanza più frequente con la
tecnica tradizionale del 10%, si riduce all'1,5% con l'eco guida
- archivio degli incannulamenti vascolari
COSA DICE LA LETTERATURA?
- nel 2001 (AHRQ) "il maggior beneficio per
l'incannulamento ecoguidato si ha per gli operatori
meno esperti e per tutti nelle condizioni a
aumentato rischio, come i pazienti critici in
ventilazione meccanica con edema generalizzato e
coagulopatie. l'apprendimento della tecnica è
facilitato con l'uso dell'ecografo"
- nel 2002 (NICE)
" l'incannulamento ecografico
della giugulare interna è il metodo di scelta
nell'adulto e nel bambino in elezione ogni volta che
sia disponibile l'ecografo"
TECNICA DI INCANNULAMENTO
- l'immagine ecografica è ricostruita su un solo piano, quindi l'ago che
ricerca il vaso deve essere nella stessa direzione, vicino ed al centro
della sonda ecografica (sonda lineare ad alta frequenza). ogni
movimento dell'ago deve essere visualizzabile sullo schermo, se ciò non
accade, occorre riposizionare l'ago in modo da visualizzarne sullo
schermo l'estremità distale.
- preparare il campo sterile
- preparare la sonda con coprisonda e gel sterile
- posizionare la sonda trasversalmente alla vena (short axis) e
visualizzarla al centro dello schermo
- regolazione dell'ecografo (gain e profondità)
- pungere la cute con l'ago che deve essere visualizzato sullo schermo
- si noterà l'introflessione della parete del vaso
- quando la punta è all'interno della giugulare, aspirare
- se a pieno lume , togliere la sonda e posizionare il Seldinger
- proseguire con tecnica tradizionale

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