Embolizzazione di sanguinamento splenico
Descrizione
- Trauma splenico frequentemente causato da traumi contusivi addominali
- Gestione conservativa o embolizzazione basata sulla stabilità emodinamica e gravità della lesione
- Efficacia dell'embolizzazione prossimale dell'arteria splenica nel 94% dei casi
- Successo clinico del 97%
- Nessuna splenectomia di salvataggio necessaria
Indicazioni
- Gestione non chirurgica per pazienti emodinamicamente stabili con trauma splenico di grado elevato senza anomalie vascolari all'imaging iniziale
- indicazione all'embolizzazione arteriosa splenica prossimale per prevenire rotture secondarie nei pazienti con trauma splenico ad alto rischio
Assenza di indicazioni
- Controindicazione alla gestione non operativa in presenza di instabilità emodinamica non responsiva
- Presenza di lesioni addominali che richiedono intervento chirurgico
Controindicazioni
- Instabilità emodinamica non rispondente alla terapia iniziale
- Coagulopatie non correggibili
Valutazione della procedura
Valutazione del caso
- L'embolizzazione preventiva arteriosa splenica efficace nel prevenire la splenectomia nei traumi splenici di alto grado senza anomalie vascolari.
Esami di laboratorio
- Monitoraggio emodinamico e analisi laboratoristiche per valutare l'efficacia del trattamento non operativo.
- Diagnosi precoce di eventuali complicanze.
Imaging
- ECO-FAST per screening di raccolte in loggia splenica
- Angio-TC
- determinare danno splenico
- classificare secondo AAST
- determinare altri danni d'organo che posso indirizzare alla chirurgia
Preparazione del paziente
- Accesso arterioso tramite arteria femorale o radiale.
- Anestesia locale o sedazione durante l'embolizzazione.
Materiali
Esecuzione della procedura
Accesso arterioso femorale
- Disinfezione
- Campo sterile
- Anestesia locale
- Accesso arterioso retrogrado in arteria femorale comune
- Puntura ecoguidata con ago 18G
- immagine ecografica di corretto accesso vascolare
- Filo guida starter
- conferma fluoroscopica di corretto accesso vascolare
- Introduttore 5F
- lavaggio introduttore con 10mL di fisiologica
- conferma fluoroscopica con mezzo di contrasto di corretto accesso in arteria femorale comune
- Puntura ecoguidata con ago 18G
Navigazione
- Filo guida 0,035" idrofilico (es: Terumo)
- Cateterizzazione tripode celiaco e arteria splenica con catetere 5F punta Cobra
- oppure in alternativa catetere 5F punta Shepherd Hook
- oppure in alternativa catetere 5F punta Simmons
- Nel caso di introduttore angolato lungo 6F possibile incanulare tripode con introduttore dopo cateterizzazione
- mettere lavaggio con soluzione fisiologica liscia tramite "valvola ad Y" e "rubinetto 3 vie" dall'introduttore in tal caso
- maggiore stabilità
- Angiografia (DSA) diagnostica
- AP
- eventualmente RAO 15/45° e LAO 15/45°
- evidenziare e studiare blushing arterioso
- determinare il diametro dell'arteria splenica
- calibrare l'angiografo per una corretta misurazione
- Utilizzare grafia come SmartMask oppure acquisire Roadmap
Embolizzazione prossimale
L'obiettivo dell'embolizzazione prossilame è ostruire l'arteria splenica e ridurre la pressione al fine di permettere la risoluzione del sanguinamento pur mantenendo un flusso alla milza attraverso i compensi per evitare l'infarto splenico
- Determinare nell'angiografia il diametro dell'arteria splenica per determinare la dimensione della spirale
- Microcatetere e microguida
- Raggiungere il terzo mediale dell'arteria splenica con la punta del microcatetere
- l'obiettivo dell'embolizzazione prossimale è chiudere l'arteria spelinica senza ostruire i compensi prossimo/distali né le arterie pancreatiche
- previene l'ischemia della milza grazie allo sviluppo di reti di compenso
- l'obiettivo dell'embolizzazione è ridurre la pressione sulle arterie spleniche al fine di permettere la risoluzione del sanguinamento pur mantenendo un flusso sulla milza per evitare l'infarto splenico
- l'obiettivo dell'embolizzazione prossimale è chiudere l'arteria spelinica senza ostruire i compensi prossimo/distali né le arterie pancreatiche
- Mettere lavaggio con soluzione fisiologica liscia tramite "valvola ad Y" sul microcatetere
- indispensabile per permettere lo scorrimento della spirale nel microcatetere ed evitare che si "attorcigli" in esso
- Embolizzare
- Distaccare la spirale
- distaccatore specifico
- alcune tipologie di spirale si distaccano "spezzando" il capo terminale del dispositivo
- Angiografia (DSA) diagnostica dall'introduttore lungo o da catetere selettivo
- eventualmente RAO 15/45° e LAO 15/45°
- confermare l'interruzione dei blush emorragici
Embolizzazione distale
L'obiettivo dell'embolizzazione distale, nei casi selezionati di singolo spot di sanguinamento, è ostruire il ramo arterioso distale sede del blush emorragico o del pseudoaneurisma
- Microcatetere e microguida
- Raggiungere con la punta del microcatetere il vaso d'origine del blush emorragico
- Angiografia (DSA) diagnostica da microcatetere
- AP
- eventualmente RAO 15/45° e LAO 15/45°
- confermare la sede del blush emorragico
- Mettere lavaggio con soluzione fisiologica liscia tramite "valvola ad Y" sul microcatetere
- indispensabile per permettere lo scorrimento della spirale nel microcatetere ed evitare che si "attorcigli" in esso
- Disporre la spirale nel ramo d'origine del sanguinamento
- Distaccare la spirale
- Angiografia (DSA) diagnostica da microcatetere
- eventualmente RAO 15/45° e LAO 15/45°
- confermare l'interruzione del blush emorragico
- Angiografia (DSA) diagnostica dall'introduttore lungo
- eventualmente RAO 15/45° e LAO 15/45°
- confermare l'assenza di ulteriori blush emorragici
Conclusione della procedura
- Rimuovere microcatetere
- Rimuovere catetere selettivo o introduttore
- iniettare piccoli boli di mdc e acquisire scopia nel mentre per confermare l'assenza di complicanze vascolari
- dissecazione dei vasi arteriosi
- iniettare piccoli boli di mdc e acquisire scopia nel mentre per confermare l'assenza di complicanze vascolari
- Emostasi compressiva manuale
- Medicazione compressiva
Gestione clinica peri-procedurale
- Monitoraggio continuo della stabilità emodinamica del paziente
- Valutazione dell'adeguatezza del flusso collaterale per prevenire complicanze ischemiche
Controllo post-procedurale
- Controlli clinici e TC a 5 e 30 giorni per valutare l'efficacia dell'embolizzazione
- Monitoraggio per eventuali complicanze
Referti prefatti
Follow-up nel tempo dopo la procedura
- Controllo a lungo termine per monitorare la perfusione splenica residua
- Prevenzione di complicanze infettive
Casi clinici
Bibliografia
- Habash, M., Ceballos, D., & Gunn, A. J. (2021).
Splenic Artery Embolization for Patients with High-Grade Splenic Trauma: Indications, Techniques, and Clinical Outcomes.
Seminars in interventional radiology, 38(1), 105–112.
https://doi.org/10.1055/s-0041-1724010
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