Appunti di neuroradiologia



ANATOMIA CCJ della giunzione cranio-cervicale (CCJ)

  • Nella TC coronale, la cerniera cervico-occipitale (CCJ) include:
    • due CONDILI OCCIPITALI (C0)
    • le DUE MASSE LATERALI DELL'ATLANTE (C1)
    • l'EPISTROFEO (C2)
      • con il CORPO e il DENTE di quest'ultimo diviso in:
        • porzione BASALE
        • porzione APICALE.
    • Le ARTICOLAZIONI
      • le ATLANTO-OCCIPITALI e
      • le ATLANTO-EPISTROFEICHE LATERALI
        • entrambe diartrosi del tipo artrodie​​.

FUNZIONALITÀ della giunzione cranio-cervicale (CCJ)

  • Movimenti permessi dalle articolazioni:
    • ARTICOLAZIONI ATLANTO-OCCIPITALI consentono flessione, estensione e bending laterale.
    • ARTICOLAZIONI ATLO-ASSIALI permettono movimenti rotatori.
    • ARTICOLAZIONE ATLO-EPISTROFEICA MEDIANA
      • Questa articolazione è particolarmente importante per il movimento rotatorio.
      • È un ginglimo laterale e permette i movimenti rotatori.
      • La struttura del dente dell’epistrofeo può essere osservata chiaramente nelle immagini sagittali RM e TC
        • differenze tra adulti e bambini dovute alla fase di ossificazione​​.
  • INSTABILITÀ ARTICOLARE
    • L'instabilità è definita come
      • l'incapacità di mantenere normali rapporti articolari in condizioni statiche
      • la tendenza di questi rapporti a alterarsi sotto sollecitazioni meccaniche in estensione o flessione
    • Questo può portare a sofferenza delle strutture contenute
      • passaggio bulbo-midollare
      • strutture vascolari
        • arterie vertebrali
        • carotidi
    • Una LESIONE TRAUMATICA può causare
      • inizialmente una dissezione arteriosa
      • per cui in condizioni di urgenza può essere richiesto uno studio dei vasi del collo​​.

IMAGING della giunzione cranio-cervicale (CCJ)

Tutte le tecniche di imaging sono utilizzabili.

  • RX
    • tecnica più veloce
    • unica che permette di studiare la colonna sotto carico
    • essenziale per valutare correttamente le curvature della colonna.
    • ha limitazioni nell'analisi delle strutture ossee nei bambini
    • non fornisce informazioni sul contenuto​​
  • TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TC):
    • Ottimale per ottenere informazioni (parziali) sul contenuto.
    • Può visualizzare le strutture vascolari utilizzando il mezzo di contrasto (MDC).
    • Possibilità di acquisizioni dinamiche in flessione ed estensione​​.
    • Svantaggi
      • esposizione a radiazioni,
        • pazienti pediatrici.
  • RISONANZA MAGNETICA (MRI):
    • Ideale per la valutazione di
      • tessuti molli
      • strutture neurali
      • legamenti
      • edema osseo
    • SEQUENZE
      • T1
      • T2
      • SPIR T2
      • Black Bone MRI
        • sequenze volumetriche
        • permettono di visualizzare la corticale ossea
          • informazioni simili alla TC
          • possibile utilizzo delle BB MRI come protocollo standard per i traumi (fast MRI)​​​​.
    • Utilizzata per condizioni particolari come la SUBLUSSAZIONE ROTATORIA.

VALUTAZIONI CRANIOMETRICHE nella giunzione cranio-cervicale (CCJ)

  • STIME CRANIOMETRICHE GENERALI
    • Utilizzate per valutare la coerenza articolare C0-C1.
    • Esempio: La LINEA DI CHAMBERLAIN (dal margine posteriore del palato duro al margine posteriore del forame magno) usata per valutare l’invaginazione basilare​​.
  • RAPPORTO DI POWERS:
    • Misura il rapporto tra la linea BC (dal basion all’arco posteriore di C1) e quella AO (dall’arco anteriore di C1 all’opistion).
    • Valori normali: <1 su radiografie semplici, <0.9 su TC.
    • Se il rapporto è >1, si sospetta una dissociazione atlanto-occipitale anteriore.
    • Non utile per diagnosticare dissociazioni posteriori e lesioni da distrazione verticale​​.
  • INTERVALLO BASION-ASSE:
    • Misura la linea perpendicolare lungo il muro somatico posteriore di C2/dente fino al basion.
    • Deve essere inferiore a 12 mm; si altera in caso di dislocazione anteriore​​.
  • ANGOLO DI MC GREGOR e WACKENHEIM’S CLIVUS BASELINE:
    • L'ANGOLO DI MC GREGOR si calcola tracciando una linea dal nasion alla sella turcica e un'altra da quest’ultima al basion.
    • WACKENHEIM’S CLIVUS BASELINE: linea dalla porzione superiore del clivus tangente al terzo posteriore superiore del dente dell’epistrofeo.
    • Variazioni a seconda del punto di sottoscrizione dell'angolo sulla sella turcica.
    • Valore cut off per diagnosi di platibasia: >140-143 gradi​​.
  • INTERVALLO BASION-DENTE (BDI) e DISTANZA ATLO-DENTALE ANTERIORE (ADI):
    • BDI: deve essere < 12 mm, si altera nelle distrazioni.
    • ADI: cut off <5mm nei bambini, <3mm negli adulti.

REPERTI INCIDENTALI nella giunzione cranio-cervicale

  • VARIAZIONI ANATOMICHE:
    • FOSSA NAVICULARE MAGNA:
      • Descrizione: Una variante anatomica caratterizzata da una depressione ossea sulla superficie inferiore del clivus, di forma rotondeggiante.
      • Considerazioni cliniche: Va interpretata nel contesto clinico e non necessariamente indica una patologia​​.
    • CANALE BASILARE MEDIANO:
      • Descrizione: Variante anatomica molto rara, rappresenta un canale ben definito con corticale ossea tra il nasofaringe e la superficie intracranica del basioccipite.
      • Importanza diagnostica: Non deve essere confuso con una frattura, specialmente se ben corticalizzato​​.
    • PONTICULUS POSTICUS e PONTICULUS LATERALIS:
      • Descrizione: Strutture ossee accessorie rispettivamente sul ponte posteriore e laterale dell'atlante.
      • Rilevanza clinica: Sebbene queste varianti siano di norma prive di significato patologico, è importante riconoscerle per evitare interpretazioni errate nei report di imaging​​.

Patologia

SVILUPPO EMBRIOLOGICO e BIOMECCANICA della ccj

  • COMPONENTI ANATOMO-FUNZIONALI:
    • Pilastro centrale: composto da
      • Basioccipite
      • corpo e processo odontoideo
        • dell’Epistrofeo​​
    • Anelli di supporto: costituiti da
      • Forame magno
      • Arco atlantale​​
  • MALFORMAZIONI DELLA CCJ:
    • Malformazioni del pilastro centrale
      • causano instabilità
    • Malformazioni degli anelli di supporto
      • causano sofferenza nervosa

PATOLOGIE SPECIFICHE della giunzione cranio-cervicale (ccj)

  • DISGENESIA ODONTOIDEA
    • Ipoplasia/aplasia dell'odontoide
    • può presentarsi anche in fase adulta
      • con caratteristiche fisiche specifiche come
        • statura bassa
        • collo tozzo
        • arti più corti del normale
          • ma proporzionati alla statura​​
    • predispone all’instabilità per lassità legamentosa e iposviluppo delle strutture ossee.

  • OS AVIS
    • La porzione apicale del dente dell’epistrofeo non si fonde con la base del dente ma con C0 con l’occipite.
    • Può causare
      • instabilità
      • compressione midollare​​

  • ASSIMILAZIONE DELL'ATLANTE
    • Fusione dell'arco anteriore dell'atlante con il basioccipite
      • non associata a instabilità​​

  • OS ODONTOIDEUM
    • Osso ben corticalizzato localizzato sotto il clivus.
    • può essere
      • in asse (ortotopico)
      • non in asse (distopico)
    • Spesso associato a instabilità
      • richiedendo valutazioni dinamiche
        • potenziale stabilizzazione chirurgica​​

  • PLATIBASIA
    • Ipoplasia/orizzontalizzazione del clivus
      • riduzione dell'angolo clivus-canale
        • causando impingement delle strutture del tronco​​

  • Patologia traumatica craniocervicale:
    • Classificazione delle lesioni:
      • danno primario
      • danno secondario
      • sequele
    • Tipi di lesioni:
      • lesioni extracerebrali (fratture, ematomi)
      • lesioni intracerebrali (contusioni, lesioni ischemiche)
      • danno assonale diffuso (DAD)
      • danno secondario (brain swelling, ernie post traumatiche)

PATOLOGIA TRAUMATICA CRANIOCERVICALE

  • LESIONI EXTRACEREBRALI:
    • FRATTURE:
      • FRATTURE INFOSSATE (O DEPRESSE):
        • Frammenti di osso che penetrano all'interno della scatola cranica.
        • Si tratta generalmente di fratture della volta, semplici o diffuse, e possono essere pluriframmentarie.
        • Possono associarsi a lacerazioni meningee e della corteccia cerebrale sottostante.
        • Esempio specifico: FRATTURE A PING PONG nei bambini, dove la depressione non è accompagnata da una soluzione di continuo ossea.
        • DIASTASICHE: fratture dove la rima di frattura è rappresentata da una sutura cranica che si amplia notevolmente, più comuni nei bambini sotto i tre anni​​.
      • FRATTURE LINEARI:
        • Interessano le ossa
          • della volta
          • della base cranica
        • Possono essere
          • semplici, con una fissurazione lineare
          • diffuse, con più linee di fissurazione perpendicolari l’una rispetto all’altra.
        • Intensità della forza traumatica determina il tipo di frattura​​.
      • FRATTURE NEI BAMBINI:
        • "GROWING FRACTURE" o FRATTURE EVOLUTIVE
        • Includono una soluzione di continuo dell'osso e della dura madre con compartimentazione liquorale e erniazione del liquor o delle strutture cerebrali.
        • Possono evolvere in atrofia del tessuto nervoso coinvolto.
        • Si verificano prevalentemente nei bambini sotto i 3 anni di età​​.
    • EMATOMI EPI/SUBDURALI:
      • associazione con "brain swelling".
        • encefalomalacia e atrofia come sequele.
      • EMATOMA EPIDURALE (O EXTRADURALE)
        • Si forma tra il tavolato interno del cranio e il foglietto esterno della dura madre.
        • Ha un aspetto a "lente biconvessa" in imaging.
        • Generalmente non oltrepassa le suture craniche.
        • Non è sempre associato a una frattura​​.
      • EMATOMA SUBDURALE
        • Si accumula tra la superficie interna della dura madre e l’aracnoide.
        • Spesso è il risultato di lesioni delle vene a ponte.
        • Presenta un aspetto “semilunare” in imaging
        • Può attraversare le suture craniche
        • Non attraversa la falce cerebrale​​
  • LESIONI INTRACEREBRALI (TRAUMATIC BRAIN INJURY):
    • CONTUSIONI:
      • Trauma da decelerazione, ovvero attrito tra encefalo e cranio.
      • Evolvono in perdita di sostanza cerebrale
        • ipodensa in TC
        • atrofia e gliosi in RM
      • Tipologie:
        • CONTUSIONI DA "COLPO": Direttamente nel punto di impatto.
        • CONTUSIONI DA "CONTRACCOLPO": Opposte al punto di impatto.
      • CONTUSIONI EMORRAGICHE: Accumulo di sangue nelle aree contuse.
      • possibili esiti: gliosi e atrofia del tessuto cerebrale.
      • COMPLICANZA: Potenziale per comizialità (disturbi comportamentali o cognitivi post-traumatici).
    • LESIONI ISCHEMICHE:
      • Conseguenza di compressione o stiramento di vasi.
    • DANNO ASSOALE DIFFUSO (DAD):
      • TRAUMA DA ROTAZIONE: differenza di inerzia tra sostanza bianca (SB) e sostanza grigia (SG) a causa del loro diverso peso specifico.
      • Caratterizzato da stiramento assonale traumatico.
  • DANNO SECONDARIO:
    • BRAIN SWELLING o RIGONFIAMENTO CEREBRALE:
      • Aumento del volume ematico cerebrale (RIGONFIAMENTO CONGESTIZIO).
      • Aumento del contenuto di acqua nel tessuto nervoso (EDEMA VASOGENICO E/O CITOTOSSICO).
  • ERNIE POST TRAUMATICHE:
    • Compressione e danno di strutture nervose.
    • Ostruzione alle vie liquorali (IDROCEFALO).

PATOLOGIA TRAUMATICA DELLA GIUNZIONE CRANIO-CERVICALE

  • CLASSIFICAZIONE AMERICANA SUI TRAUMI SPINALI
    • La classificazione americana sui traumi spinali è dettagliata e include una sezione specifica dedicata alla giunzione cranio-cervicale.
  • LESIONI TRAUMATICHE
    • Le lesioni di natura traumatica possono comportare:
      • PERDITA DI COERENZA ARTICOLARE E DISLOCAZIONE: Questo può avvenire tra C0-C1 o C1-C2, potenzialmente causando danno al midollo spinale.
      • LESIONI OSSEE:
    • Le lesioni traumatiche possono essere causate da meccanismi diversi come carico assiale, e richiedono una valutazione dettagliata, spesso attraverso la risonanza magnetica (RM).

PATOLOGIA DEGENERATIVA DEL RACHIDE

  • RACCOMANDAZIONI PER PROTOCOLLI DI INDAGINE
    • Viene enfatizzata l'importanza di seguire protocolli specifici per l'indagine della patologia degenerativa del rachide.
      • l'uso di SEQUENZE SAGITTALI
        • sempre effettuate per lo studio della colonna vertebrale
        • fondamentali per valutare l'allineamento dei metameri vertebrali
        • mantenimento delle curve fisiologiche
      • STIR MIRATE per lo studio della colonna vertebrale
        • mirate ai dischi intersomatici per una valutazione dettagliata delle unità disco-somatiche e di eventuali alterazioni discali
          • utile per valutare l'EDEMA SPONGIOSO SOMATICO.
            • indicata nei casi in cui vi è sospetto di EDEMA OSSEO o di PROCESSI INFIAMMATORI.
      • ACQUISIZIONE FAT SAT in studi con somministrazione di MDC
        • per migliorare la visualizzazione delle strutture e delle eventuali patologie
      • GRADIENT ECHO (GRE)
        • La sequenza GRE è meno sensibile agli artefatti da pulsatilità liquorale e viene raccomandata anche per il TRATTO DORSALE DELLA COLONNA.
          • Al TRATTO LOMBARE si esegue tipicamente una T2 associata ad una T1.
      • VALUTAZIONE delle STRUTTURE SCHELETRICHE e dei TESSUTI MOLLI PARAVERTEBRALI
        • si valuta se vi è un REGOLARE ALLINEAMENTO DEI METAMERI VERTEBRALI
        • il mantenimento delle CURVE FISIOLOGICHE
        • la presenza di EDEMA dei MUSCOLI PARAVERTEBRALI
        • REPERTI INCIDENTALI
          • alterazioni a carico di RENI o AORTA
  • VALUTAZIONE DELLE STRUTTURE SCHELETRICHE E DISCALI
    • STRUTTURE SCHELETRICHE
      • valuta il regolare
        • ALLINEAMENTO DEI METAMERI VERTEBRALI
          • il mantenimento delle curve fisiologiche.
        • eventuali alterazioni strutturali dei somi vertebrali
          • come il CEDIMENTO VERTEBRALE.
    • UNITÀ DISCO-SOMATICA esaminate eventuali alterazioni discali
      • ALTERAZIONI DISCALI
        • Con l'avanzare dell'età, i dischi intersomatici iniziano un processo fisiologico di disidratazione
          • segnale iperintenso del nucleo polposo in T2 tenda a diventare sempre più ipointenso
      • BULGING DISCALE
        • sfiancamento del disco di oltre il 25% del bordo discale (più di 90°).
          • può essere interpretato come una protrusione discale circonferenziale
        • Nel bambino, un fisiologico bulging è osservato soprattutto in quelli più piccoli in epoca preadolescenziale
        • la presenza di bulging distale può essere accompagnata da osteofitosi, che cerca di contenere il disco che va a protrudere.
      • PROTRUSIONE DISCALE
        • Si tratta di un prolasso focale del nucleo polposo di entità inferiore al 25% del bordo discale (meno di 90°)
          • lo spessore del prolasso è inferiore all’ampiezza della sua base
      • DIFFERENZE TRA CLASSIFICAZIONI
        • esiste una differenza nella classificazione tra il bulging e la protrusione nella definizione italiana rispetto alla classificazione americana. Nella classificazione americana, protrusione e bulging sono considerati la stessa entità.
      • Altre Considerazioni
        • Viene menzionato che
  • PATOLOGIE SPECIFICHE DEL RACHIDE DEGENERATIVO
    • DISRAFISMI APERTI
      • Questi sono visibili già dalla nascita e includono condizioni come il MIELOCELE o il MIELOMENINGOCELE, precedentemente definiti come spina bifida.
    • DISRAFISMI CHIUSI
      • Questi non presentano una discontinuità cutanea visibile.
      • Possono manifestarsi in bambini con incontinenza urinaria, una delle indicazioni comuni per questa condizione.
      • Possono associarsi alla presenza di un LIPOMA DEL FILUM TERMINALE
        • che determina il tethering
        • ovvero l'incarceramento del midollo, che lo stira.
      • Nei casi di disgrafismi chiusi, è importante eseguire delle indagini per valutare le radici della cauda equina e del filum terminale, solitamente attraverso scansioni assiali T1.
    • STENOSI: La patologia degenerativa può portare a STENOSI DEI FORAMI DI CONIUGAZIONE e DEL FORAME RACHIDEO, che vengono valutate attraverso l'indagine radiologica.
  • TESSUTI MOLLI PARAVERTEBRALI e REPERTI INCIDENTALI
    • Si valuta la presenza di edema dei muscoli paravertebrali e si osservano eventuali reperti incidentali, come alterazioni a carico di reni o aorta.
  • MALFORMAZIONI E ANOMALIE
    • L'ARTROSI INTERAPOFISARIA, comunemente chiamata IPERTROFIA DEI MASSICCI ARTICOLARI.
      • Questa condizione può essere legata a processi degenerativi che colpiscono le articolazioni interapofisarie della colonna vertebrale.
    • L'OSTEOFITOSI
      • un aspetto dell'artrosi interapofisaria
      • può ridurre l'ampiezza del canale rachideo
        • a causa della formazione di OSTEOFITI
          • escrescenze ossee patologiche
  • GRADI DI STENOSI
    • STENOSI FORAMINALE
      • Grado 1 (LIEVE): Riduzione inferiore al 50% con tessuto nervoso perineurale ridotto ma che circonda ancora la radice nervosa.
      • Grado 2 (MODERATO): Riduzione superiore al 50% in cui solo parte del tessuto adiposo circonda la radice.
      • Grado 3 (SEVERO): Completa obliterazione del forame con assenza del tessuto adiposo.
    • STENOSI DEL CANALE RACHIDEO
      • Grado 1 (LIEVE)
        • Riduzione del canale ma si riescono ancora ad intravedere le radici nervose.
      • Grado 2 (MODERATO)
      • Grado 3 (SEVERO)
      • Grado 4 (ESTREMO)
        • Affastellamento delle radici nervose aumenta fino a che non si riescono più a distinguere le radici stesse.
  • ALTRE CONSIDERAZIONI
    • ALTERAZIONI OSTEOCONDROSICHE (MODIC)
      • MODIC TIPO 1
        • Questo tipo è caratterizzato da un PATTERN INFIAMMATORIO.
        • Si osserva
          • iposegnale in T1
          • ipersegnale in T2
          • impregnazione della spongiosa somatica
            • dopo somministrazione di mezzo di contrasto (mdc)
        • Le Modic 1 risultano molto dolorose per il paziente
        • Importante segnalarle nel referto
      • MODIC TIPO 2
        • Questo tipo presenta un pattern adiposo,
        • iperintensità di segnale in T1
          • dovuta alla sostituzione ADIPOSA della SPONGIOSA SOMATICA
        • Si osserva anche iperintensità in T2.
      • MODIC TIPO 3
        • queste alterazioni sono caratterizzate da una concomitante
        • ipointensità di segnale sia in T1 che in T2
          • dovuta a un PATTERN DI TIPO FIBRO-SCLEROTICO.
    • IMPLICAZIONI CLINICHE MODIC
      • Sono spesso associate a dolori lombari e possono essere importanti nella diagnosi e nella gestione dei pazienti con patologia degenerativa del rachide.
  • valutazione nella patologia degenerativa
    • strutture scheletriche (allineamento dei metameri vertebrali, curve fisiologiche)
    • unità disco-somatica (alterazioni discali, bulging, protrusione)
    • forami di coniugazione e forame rachideo (stenosi)
    • midollo spinale e tessuti molli paravertebrali
    • reperti incidentali (reni, aorta)

SCLEROSI MULTIPLA

  • LINEE GUIDA e PROTOCOLLI DI RISONANZA MAGNETICA per la SM
    • Protocolli raccomandati per:
      • la DIAGNOSI iniziale
      • il FOLLOW-UP
      • le COMPLICANZE legate al trattamento
    • PROTOCOLLO STANDARD include:
      • FLAIR 3D
        • con spessore di taglio inferiore a 1 mm
        • sul piano sagittale
      • SEQUENZE T2
        • con spessore massimo di 3 mm
    • NUOVO PROTOCOLLO RACCOMANDATO COMPRENDE:
      • T2
      • DWI (Diffusion Weighted Imaging)
      • FLAIR 3D
      • T1 3D post-somministrazione di mezzo di contrasto (mdc)​​
  • CARATTERISTICHE DELLE LESIONI NELLA SM
    • Lesioni tipicamente localizzate in sede latero-posteriore
    • Lesioni con enhancement contrastografico possono presentare:
      • Pattern nodulare
      • Impregnazione uniforme cerciniforme (anello completo o incompleto)
    • LESIONI SPECIFICHE
      • Lesioni juxtacorticali
      • Lesioni periventricolari, incluse quelle che coinvolgono il corpo calloso
      • Lesioni con cercine completo o incompleto dopo mdc
      • DAWSON FINGERS (DITA DI DAWSON)
      • BLACK HOLES: lesioni ipointense in T1 da perdita cronica di materia bianca
    • Popolazione pediatrica tende ad avere lesioni di dimensioni maggiori​​
  • DIAGNOSI DIFFERENZIALE E TIPOLOGIE DI LESIONI
    • Lesioni corticoli/juxtacorticali: localizzate nel contesto o a ridosso della corteccia senza interposizione di sostanza bianca
    • Lesioni infratentoriali: localizzate a livello del tronco encefalico, emisferi cerebellari e peduncoli cerebellari
      • Possono interessare le regioni tegmentari o lungo il decorso intrapontino dei principali nervi cranici (es. trigemino)
      • Lesioni paramediane a livello bulbare
    • Red flags: condizioni da considerare nella diagnosi differenziale con la SM​

AGING BRAIN

  • CARATTERISTICHE GENERALI DELL'AGING BRAIN
    • Reperti specifici possono essere riscontrati in alcune patologie e sono anche associati al normale invecchiamento cerebrale.
    • Nell'ambito delle patologie neurodegenerative
      • l'imaging RM non mostra aspetti peculiari,
      • mentre risulta più utile l'imaging di medicina nucleare​​.
  • VALUTAZIONE dell'ATROFIA CEREBRALE
    • KOEDAMD SCORE: usato per la valutazione del grado di atrofia parietale.
    • Presenza di focolai gliotici su base microvascolare, osservabili come ipodensità della sostanza bianca periventricolare in TC e come focolai iperintensi in T2 e FLAIR in RM​​.
    • SCORE DI FAZEKAS: utilizzato per valutare l'entità dei focolai gliotici:
      • GRADO 1: alcune piccole lesioni puntiformi.
      • GRADO 2: lesioni parzialmente confluenti.
      • GRADO 3: lesioni estesamente confluenti, sempre considerato patologico​​.
  • LESIONI INFARTUALI o MICROINFARTUALI SILENT
    • Possono essere presenti in soggetti anziani, coinvolgendo sia il cervello che il cervelletto​​.
  • DEPOSITI EMOSIDERINICI e MICROSANGUINAMENTI CEREBRALI
    • Importante valutare la presenza di piccoli depositi emosiderinici
      • indicativi di microsanguinamenti cerebrali
        • meglio visualizzati nelle sequenze T2* pesate
          • in GE
          • in SWI
    • Il tipo di distribuzione di questi microfocolai emorragici
      • può aiutare nella diagnosi differenziale
        • distribuzioni centrali associate all'aterosclerosi o arteriopatia su base ipertensiva
        • distribuzioni periferiche e prevalentemente posteriori associate all'angiopatia amiloide​​.
  • ATROFIA CEREBRALE
    • Severità dell'atrofia cerebrale valutata in base a uno SCORE di severità:
      • SCORE 0: normale trofismo.
      • SCORE 1: ampliamento dell’incisura corioidea.
      • SCORE 2: ampliamento degli apici dei corni temporali dei ventricoli laterali​​.
  • CONDIZIONI SPECIFICHE DELL'AGING BRAIN
    • Necessità di escludere condizioni come
      • ematoma subdurale cronico
      • idrocefalo normoteso
        • si associa alla TRIADE DI HAKIM
          • decadimento cognitivo
          • disturbi nell'andatura
          • incontinenza urinaria​​

Raccolta di immagini

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