Appunti di neuroradiologia
- La cerniera cervico-occipitale (CCJ): anatomia e quadri malformativi
ANATOMIA CCJ della giunzione cranio-cervicale (CCJ)
- Nella TC coronale, la cerniera cervico-occipitale (CCJ) include:
- due CONDILI OCCIPITALI (C0)
- le DUE MASSE LATERALI DELL'ATLANTE (C1)
- l'EPISTROFEO (C2)
- con il CORPO e il DENTE di quest'ultimo diviso in:
- porzione BASALE
- porzione APICALE.
- con il CORPO e il DENTE di quest'ultimo diviso in:
- Le ARTICOLAZIONI
- le ATLANTO-OCCIPITALI e
- le ATLANTO-EPISTROFEICHE LATERALI
- entrambe diartrosi del tipo artrodie.
FUNZIONALITÀ della giunzione cranio-cervicale (CCJ)
- Movimenti permessi dalle articolazioni:
- ARTICOLAZIONI ATLANTO-OCCIPITALI consentono flessione, estensione e bending laterale.
- ARTICOLAZIONI ATLO-ASSIALI permettono movimenti rotatori.
- ARTICOLAZIONE ATLO-EPISTROFEICA MEDIANA
- Questa articolazione è particolarmente importante per il movimento rotatorio.
- È un ginglimo laterale e permette i movimenti rotatori.
- La struttura del dente dell’epistrofeo può essere osservata chiaramente nelle immagini sagittali RM e TC
- differenze tra adulti e bambini dovute alla fase di ossificazione.
- INSTABILITÀ ARTICOLARE
- L'instabilità è definita come
- l'incapacità di mantenere normali rapporti articolari in condizioni statiche
- la tendenza di questi rapporti a alterarsi sotto sollecitazioni meccaniche in estensione o flessione
- Questo può portare a sofferenza delle strutture contenute
- passaggio bulbo-midollare
- strutture vascolari
- arterie vertebrali
- carotidi
- Una LESIONE TRAUMATICA può causare
- inizialmente una dissezione arteriosa
- per cui in condizioni di urgenza può essere richiesto uno studio dei vasi del collo.
- L'instabilità è definita come
IMAGING della giunzione cranio-cervicale (CCJ)
Tutte le tecniche di imaging sono utilizzabili.
- RX
- tecnica più veloce
- unica che permette di studiare la colonna sotto carico
- essenziale per valutare correttamente le curvature della colonna.
- ha limitazioni nell'analisi delle strutture ossee nei bambini
- non fornisce informazioni sul contenuto
- TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TC):
- Ottimale per ottenere informazioni (parziali) sul contenuto.
- Può visualizzare le strutture vascolari utilizzando il mezzo di contrasto (MDC).
- Possibilità di acquisizioni dinamiche in flessione ed estensione.
- Svantaggi
- esposizione a radiazioni,
- pazienti pediatrici.
- esposizione a radiazioni,
- RISONANZA MAGNETICA (MRI):
- Ideale per la valutazione di
- tessuti molli
- strutture neurali
- legamenti
- edema osseo
- SEQUENZE
- T1
- T2
- SPIR T2
- Black Bone MRI
- sequenze volumetriche
- permettono di visualizzare la corticale ossea
- informazioni simili alla TC
- possibile utilizzo delle BB MRI come protocollo standard per i traumi (fast MRI).
- Utilizzata per condizioni particolari come la SUBLUSSAZIONE ROTATORIA.
- Ideale per la valutazione di
VALUTAZIONI CRANIOMETRICHE nella giunzione cranio-cervicale (CCJ)
- STIME CRANIOMETRICHE GENERALI
- Utilizzate per valutare la coerenza articolare C0-C1.
- Esempio: La LINEA DI CHAMBERLAIN (dal margine posteriore del palato duro al margine posteriore del forame magno) usata per valutare l’invaginazione basilare.
- RAPPORTO DI POWERS:
- Misura il rapporto tra la linea BC (dal basion all’arco posteriore di C1) e quella AO (dall’arco anteriore di C1 all’opistion).
- Valori normali: <1 su radiografie semplici, <0.9 su TC.
- Se il rapporto è >1, si sospetta una dissociazione atlanto-occipitale anteriore.
- Non utile per diagnosticare dissociazioni posteriori e lesioni da distrazione verticale.
- INTERVALLO BASION-ASSE:
- Misura la linea perpendicolare lungo il muro somatico posteriore di C2/dente fino al basion.
- Deve essere inferiore a 12 mm; si altera in caso di dislocazione anteriore.
- ANGOLO DI MC GREGOR e WACKENHEIM’S CLIVUS BASELINE:
- L'ANGOLO DI MC GREGOR si calcola tracciando una linea dal nasion alla sella turcica e un'altra da quest’ultima al basion.
- WACKENHEIM’S CLIVUS BASELINE: linea dalla porzione superiore del clivus tangente al terzo posteriore superiore del dente dell’epistrofeo.
- Variazioni a seconda del punto di sottoscrizione dell'angolo sulla sella turcica.
- Valore cut off per diagnosi di platibasia: >140-143 gradi.
- INTERVALLO BASION-DENTE (BDI) e DISTANZA ATLO-DENTALE ANTERIORE (ADI):
- BDI: deve essere < 12 mm, si altera nelle distrazioni.
- ADI: cut off <5mm nei bambini, <3mm negli adulti.
REPERTI INCIDENTALI nella giunzione cranio-cervicale
- VARIAZIONI ANATOMICHE:
- FOSSA NAVICULARE MAGNA:
- Descrizione: Una variante anatomica caratterizzata da una depressione ossea sulla superficie inferiore del clivus, di forma rotondeggiante.
- Considerazioni cliniche: Va interpretata nel contesto clinico e non necessariamente indica una patologia.
- CANALE BASILARE MEDIANO:
- Descrizione: Variante anatomica molto rara, rappresenta un canale ben definito con corticale ossea tra il nasofaringe e la superficie intracranica del basioccipite.
- Importanza diagnostica: Non deve essere confuso con una frattura, specialmente se ben corticalizzato.
- PONTICULUS POSTICUS e PONTICULUS LATERALIS:
- Descrizione: Strutture ossee accessorie rispettivamente sul ponte posteriore e laterale dell'atlante.
- Rilevanza clinica: Sebbene queste varianti siano di norma prive di significato patologico, è importante riconoscerle per evitare interpretazioni errate nei report di imaging.
- FOSSA NAVICULARE MAGNA:
Patologia
SVILUPPO EMBRIOLOGICO e BIOMECCANICA della ccj
- COMPONENTI ANATOMO-FUNZIONALI:
- Pilastro centrale: composto da
- Basioccipite
- corpo e processo odontoideo
- dell’Epistrofeo
- Anelli di supporto: costituiti da
- Forame magno
- Arco atlantale
- Pilastro centrale: composto da
- MALFORMAZIONI DELLA CCJ:
- Malformazioni del pilastro centrale
- causano instabilità
- Malformazioni degli anelli di supporto
- causano sofferenza nervosa
- Malformazioni del pilastro centrale
PATOLOGIE SPECIFICHE della giunzione cranio-cervicale (ccj)
- DISGENESIA ODONTOIDEA
- Ipoplasia/aplasia dell'odontoide
- può presentarsi anche in fase adulta
- con caratteristiche fisiche specifiche come
- statura bassa
- collo tozzo
- arti più corti del normale
- ma proporzionati alla statura
- con caratteristiche fisiche specifiche come
- predispone all’instabilità per lassità legamentosa e iposviluppo delle strutture ossee.
- OS AVIS
- La porzione apicale del dente dell’epistrofeo non si fonde con la base del dente ma con C0 con l’occipite.
- Può causare
- instabilità
- compressione midollare
- IPOPLASIA DEI CONDILI OCCIPITALI
- Difficoltà nel visualizzare i condili occipitali
- ASSIMILAZIONE DELL'ATLANTE
- Fusione dell'arco anteriore dell'atlante con il basioccipite
- non associata a instabilità
- Fusione dell'arco anteriore dell'atlante con il basioccipite
- OS ODONTOIDEUM
- Osso ben corticalizzato localizzato sotto il clivus.
- può essere
- in asse (ortotopico)
- non in asse (distopico)
- Spesso associato a instabilità
- richiedendo valutazioni dinamiche
- potenziale stabilizzazione chirurgica
- richiedendo valutazioni dinamiche
- ASSOCIAZIONE CON MALFORMAZIONE DI CHIARI 1
- Malformazioni possono essere associate alla Malformazione di Chiari 1
- erniazione delle tonsille cerebellari
- altre malformazioni della base cranica
- Malformazioni possono essere associate alla Malformazione di Chiari 1
- PLATIBASIA
- Ipoplasia/orizzontalizzazione del clivus
- riduzione dell'angolo clivus-canale
- causando impingement delle strutture del tronco
- riduzione dell'angolo clivus-canale
- Ipoplasia/orizzontalizzazione del clivus
- Patologia traumatica craniocervicale:
- Classificazione delle lesioni:
- danno primario
- danno secondario
- sequele
- Tipi di lesioni:
- lesioni extracerebrali (fratture, ematomi)
- lesioni intracerebrali (contusioni, lesioni ischemiche)
- danno assonale diffuso (DAD)
- danno secondario (brain swelling, ernie post traumatiche)
- Classificazione delle lesioni:
PATOLOGIA TRAUMATICA CRANIOCERVICALE
- LESIONI EXTRACEREBRALI:
- FRATTURE:
- FRATTURE INFOSSATE (O DEPRESSE):
- Frammenti di osso che penetrano all'interno della scatola cranica.
- Si tratta generalmente di fratture della volta, semplici o diffuse, e possono essere pluriframmentarie.
- Possono associarsi a lacerazioni meningee e della corteccia cerebrale sottostante.
- Esempio specifico: FRATTURE A PING PONG nei bambini, dove la depressione non è accompagnata da una soluzione di continuo ossea.
- DIASTASICHE: fratture dove la rima di frattura è rappresentata da una sutura cranica che si amplia notevolmente, più comuni nei bambini sotto i tre anni.
- FRATTURE LINEARI:
- Interessano le ossa
- della volta
- della base cranica
- Possono essere
- semplici, con una fissurazione lineare
- diffuse, con più linee di fissurazione perpendicolari l’una rispetto all’altra.
- Intensità della forza traumatica determina il tipo di frattura.
- Interessano le ossa
- FRATTURE NEI BAMBINI:
- "GROWING FRACTURE" o FRATTURE EVOLUTIVE
- caratterizzate da protrusione di una struttura isoliquorale chiamata CISTI LEPTOMENINGEA.
- Includono una soluzione di continuo dell'osso e della dura madre con compartimentazione liquorale e erniazione del liquor o delle strutture cerebrali.
- Possono evolvere in atrofia del tessuto nervoso coinvolto.
- Si verificano prevalentemente nei bambini sotto i 3 anni di età.
- "GROWING FRACTURE" o FRATTURE EVOLUTIVE
- FRATTURE INFOSSATE (O DEPRESSE):
- EMATOMI EPI/SUBDURALI:
- associazione con "brain swelling".
- encefalomalacia e atrofia come sequele.
- EMATOMA EPIDURALE (O EXTRADURALE)
- Si forma tra il tavolato interno del cranio e il foglietto esterno della dura madre.
- Ha un aspetto a "lente biconvessa" in imaging.
- Generalmente non oltrepassa le suture craniche.
- Non è sempre associato a una frattura.
- EMATOMA SUBDURALE
- Si accumula tra la superficie interna della dura madre e l’aracnoide.
- Spesso è il risultato di lesioni delle vene a ponte.
- Presenta un aspetto “semilunare” in imaging
- Può attraversare le suture craniche
- Non attraversa la falce cerebrale
- associazione con "brain swelling".
- FRATTURE:
- LESIONI INTRACEREBRALI (TRAUMATIC BRAIN INJURY):
- CONTUSIONI:
- Trauma da decelerazione, ovvero attrito tra encefalo e cranio.
- Evolvono in perdita di sostanza cerebrale
- ipodensa in TC
- atrofia e gliosi in RM
- Tipologie:
- CONTUSIONI DA "COLPO": Direttamente nel punto di impatto.
- CONTUSIONI DA "CONTRACCOLPO": Opposte al punto di impatto.
- CONTUSIONI EMORRAGICHE: Accumulo di sangue nelle aree contuse.
- possibili esiti: gliosi e atrofia del tessuto cerebrale.
- COMPLICANZA: Potenziale per comizialità (disturbi comportamentali o cognitivi post-traumatici).
- LESIONI ISCHEMICHE:
- Conseguenza di compressione o stiramento di vasi.
- DANNO ASSOALE DIFFUSO (DAD):
- TRAUMA DA ROTAZIONE: differenza di inerzia tra sostanza bianca (SB) e sostanza grigia (SG) a causa del loro diverso peso specifico.
- Caratterizzato da stiramento assonale traumatico.
- CONTUSIONI:
- DANNO SECONDARIO:
- BRAIN SWELLING o RIGONFIAMENTO CEREBRALE:
- Aumento del volume ematico cerebrale (RIGONFIAMENTO CONGESTIZIO).
- Aumento del contenuto di acqua nel tessuto nervoso (EDEMA VASOGENICO E/O CITOTOSSICO).
- BRAIN SWELLING o RIGONFIAMENTO CEREBRALE:
- ERNIE POST TRAUMATICHE:
- Compressione e danno di strutture nervose.
- Ostruzione alle vie liquorali (IDROCEFALO).
PATOLOGIA TRAUMATICA DELLA GIUNZIONE CRANIO-CERVICALE
- CLASSIFICAZIONE AMERICANA SUI TRAUMI SPINALI
- La classificazione americana sui traumi spinali è dettagliata e include una sezione specifica dedicata alla giunzione cranio-cervicale.
- LESIONI TRAUMATICHE
- Le lesioni di natura traumatica possono comportare:
- PERDITA DI COERENZA ARTICOLARE E DISLOCAZIONE: Questo può avvenire tra C0-C1 o C1-C2, potenzialmente causando danno al midollo spinale.
- LESIONI OSSEE:
- Includono danni ai
- condili occipitali
- atlante
- epistrofeo
- possono manifestarsi in varie forme, come la
- lacerazione legamentosa a livello della membrana tettoria,
- fratture del condilo occipitale
- fratture dell’arco atlantale (frattura di Jefferson)
- fratture dell’epistrofeo (Tipi I, II, III),
- frattura di Hangman
- altre lesioni che possono compromettere gravemente le strutture nervose.
- Includono danni ai
- Le lesioni traumatiche possono essere causate da meccanismi diversi come carico assiale, e richiedono una valutazione dettagliata, spesso attraverso la risonanza magnetica (RM).
- Le lesioni di natura traumatica possono comportare:
PATOLOGIA DEGENERATIVA DEL RACHIDE
- RACCOMANDAZIONI PER PROTOCOLLI DI INDAGINE
- Viene enfatizzata l'importanza di seguire protocolli specifici per l'indagine della patologia degenerativa del rachide.
- l'uso di SEQUENZE SAGITTALI
- sempre effettuate per lo studio della colonna vertebrale
- fondamentali per valutare l'allineamento dei metameri vertebrali
- mantenimento delle curve fisiologiche
- STIR MIRATE per lo studio della colonna vertebrale
- mirate ai dischi intersomatici per una valutazione dettagliata delle unità disco-somatiche e di eventuali alterazioni discali
- utile per valutare l'EDEMA SPONGIOSO SOMATICO.
- indicata nei casi in cui vi è sospetto di EDEMA OSSEO o di PROCESSI INFIAMMATORI.
- utile per valutare l'EDEMA SPONGIOSO SOMATICO.
- mirate ai dischi intersomatici per una valutazione dettagliata delle unità disco-somatiche e di eventuali alterazioni discali
- ACQUISIZIONE FAT SAT in studi con somministrazione di MDC
- per migliorare la visualizzazione delle strutture e delle eventuali patologie
- GRADIENT ECHO (GRE)
- La sequenza GRE è meno sensibile agli artefatti da pulsatilità liquorale e viene raccomandata anche per il TRATTO DORSALE DELLA COLONNA.
- Al TRATTO LOMBARE si esegue tipicamente una T2 associata ad una T1.
- La sequenza GRE è meno sensibile agli artefatti da pulsatilità liquorale e viene raccomandata anche per il TRATTO DORSALE DELLA COLONNA.
- VALUTAZIONE delle STRUTTURE SCHELETRICHE e dei TESSUTI MOLLI PARAVERTEBRALI
- si valuta se vi è un REGOLARE ALLINEAMENTO DEI METAMERI VERTEBRALI
- il mantenimento delle CURVE FISIOLOGICHE
- la presenza di EDEMA dei MUSCOLI PARAVERTEBRALI
- REPERTI INCIDENTALI
- alterazioni a carico di RENI o AORTA
- l'uso di SEQUENZE SAGITTALI
- Viene enfatizzata l'importanza di seguire protocolli specifici per l'indagine della patologia degenerativa del rachide.
- VALUTAZIONE DELLE STRUTTURE SCHELETRICHE E DISCALI
- STRUTTURE SCHELETRICHE
- valuta il regolare
- ALLINEAMENTO DEI METAMERI VERTEBRALI
- il mantenimento delle curve fisiologiche.
- eventuali alterazioni strutturali dei somi vertebrali
- come il CEDIMENTO VERTEBRALE.
- ALLINEAMENTO DEI METAMERI VERTEBRALI
- valuta il regolare
- UNITÀ DISCO-SOMATICA esaminate eventuali alterazioni discali
- ALTERAZIONI DISCALI
- Con l'avanzare dell'età, i dischi intersomatici iniziano un processo fisiologico di disidratazione
- segnale iperintenso del nucleo polposo in T2 tenda a diventare sempre più ipointenso
- Con l'avanzare dell'età, i dischi intersomatici iniziano un processo fisiologico di disidratazione
- BULGING DISCALE
- sfiancamento del disco di oltre il 25% del bordo discale (più di 90°).
- può essere interpretato come una protrusione discale circonferenziale
- Nel bambino, un fisiologico bulging è osservato soprattutto in quelli più piccoli in epoca preadolescenziale
- la presenza di bulging distale può essere accompagnata da osteofitosi, che cerca di contenere il disco che va a protrudere.
- sfiancamento del disco di oltre il 25% del bordo discale (più di 90°).
- PROTRUSIONE DISCALE
- Si tratta di un prolasso focale del nucleo polposo di entità inferiore al 25% del bordo discale (meno di 90°)
- lo spessore del prolasso è inferiore all’ampiezza della sua base
- Si tratta di un prolasso focale del nucleo polposo di entità inferiore al 25% del bordo discale (meno di 90°)
- DIFFERENZE TRA CLASSIFICAZIONI
- esiste una differenza nella classificazione tra il bulging e la protrusione nella definizione italiana rispetto alla classificazione americana. Nella classificazione americana, protrusione e bulging sono considerati la stessa entità.
- Altre Considerazioni
- Viene menzionato che
- ALTERAZIONI DISCALI
- STRUTTURE SCHELETRICHE
- PATOLOGIE SPECIFICHE DEL RACHIDE DEGENERATIVO
- DISRAFISMI APERTI
- Questi sono visibili già dalla nascita e includono condizioni come il MIELOCELE o il MIELOMENINGOCELE, precedentemente definiti come spina bifida.
- DISRAFISMI CHIUSI
- Questi non presentano una discontinuità cutanea visibile.
- Possono manifestarsi in bambini con incontinenza urinaria, una delle indicazioni comuni per questa condizione.
- Possono associarsi alla presenza di un LIPOMA DEL FILUM TERMINALE
- che determina il tethering
- ovvero l'incarceramento del midollo, che lo stira.
- Nei casi di disgrafismi chiusi, è importante eseguire delle indagini per valutare le radici della cauda equina e del filum terminale, solitamente attraverso scansioni assiali T1.
- STENOSI: La patologia degenerativa può portare a STENOSI DEI FORAMI DI CONIUGAZIONE e DEL FORAME RACHIDEO, che vengono valutate attraverso l'indagine radiologica.
- DISRAFISMI APERTI
- TESSUTI MOLLI PARAVERTEBRALI e REPERTI INCIDENTALI
- Si valuta la presenza di edema dei muscoli paravertebrali e si osservano eventuali reperti incidentali, come alterazioni a carico di reni o aorta.
- MALFORMAZIONI E ANOMALIE
- L'ARTROSI INTERAPOFISARIA, comunemente chiamata IPERTROFIA DEI MASSICCI ARTICOLARI.
- Questa condizione può essere legata a processi degenerativi che colpiscono le articolazioni interapofisarie della colonna vertebrale.
- L'OSTEOFITOSI
- un aspetto dell'artrosi interapofisaria
- può ridurre l'ampiezza del canale rachideo
- a causa della formazione di OSTEOFITI
- escrescenze ossee patologiche
- a causa della formazione di OSTEOFITI
- L'ARTROSI INTERAPOFISARIA, comunemente chiamata IPERTROFIA DEI MASSICCI ARTICOLARI.
- GRADI DI STENOSI
- STENOSI FORAMINALE
- Grado 1 (LIEVE): Riduzione inferiore al 50% con tessuto nervoso perineurale ridotto ma che circonda ancora la radice nervosa.
- Grado 2 (MODERATO): Riduzione superiore al 50% in cui solo parte del tessuto adiposo circonda la radice.
- Grado 3 (SEVERO): Completa obliterazione del forame con assenza del tessuto adiposo.
- STENOSI DEL CANALE RACHIDEO
- Grado 1 (LIEVE)
- Riduzione del canale ma si riescono ancora ad intravedere le radici nervose.
- Grado 2 (MODERATO)
- Grado 3 (SEVERO)
- Grado 4 (ESTREMO)
- Affastellamento delle radici nervose aumenta fino a che non si riescono più a distinguere le radici stesse.
- Grado 1 (LIEVE)
- STENOSI FORAMINALE
- ALTRE CONSIDERAZIONI
- ALTERAZIONI OSTEOCONDROSICHE (MODIC)
- MODIC TIPO 1
- Questo tipo è caratterizzato da un PATTERN INFIAMMATORIO.
- Si osserva
- iposegnale in T1
- ipersegnale in T2
- impregnazione della spongiosa somatica
- dopo somministrazione di mezzo di contrasto (mdc)
- Le Modic 1 risultano molto dolorose per il paziente
- Importante segnalarle nel referto
- MODIC TIPO 2
- Questo tipo presenta un pattern adiposo,
- iperintensità di segnale in T1
- dovuta alla sostituzione ADIPOSA della SPONGIOSA SOMATICA
- Si osserva anche iperintensità in T2.
- MODIC TIPO 3
- queste alterazioni sono caratterizzate da una concomitante
- ipointensità di segnale sia in T1 che in T2
- dovuta a un PATTERN DI TIPO FIBRO-SCLEROTICO.
- MODIC TIPO 1
- IMPLICAZIONI CLINICHE MODIC
- Sono spesso associate a dolori lombari e possono essere importanti nella diagnosi e nella gestione dei pazienti con patologia degenerativa del rachide.
- ALTERAZIONI OSTEOCONDROSICHE (MODIC)
- valutazione nella patologia degenerativa
- strutture scheletriche (allineamento dei metameri vertebrali, curve fisiologiche)
- unità disco-somatica (alterazioni discali, bulging, protrusione)
- forami di coniugazione e forame rachideo (stenosi)
- midollo spinale e tessuti molli paravertebrali
- reperti incidentali (reni, aorta)
SCLEROSI MULTIPLA
- LINEE GUIDA e PROTOCOLLI DI RISONANZA MAGNETICA per la SM
- Protocolli raccomandati per:
- la DIAGNOSI iniziale
- il FOLLOW-UP
- le COMPLICANZE legate al trattamento
- PROTOCOLLO STANDARD include:
- FLAIR 3D
- con spessore di taglio inferiore a 1 mm
- sul piano sagittale
- SEQUENZE T2
- con spessore massimo di 3 mm
- FLAIR 3D
- NUOVO PROTOCOLLO RACCOMANDATO COMPRENDE:
- T2
- DWI (Diffusion Weighted Imaging)
- FLAIR 3D
- T1 3D post-somministrazione di mezzo di contrasto (mdc)
- Protocolli raccomandati per:
- CARATTERISTICHE DELLE LESIONI NELLA SM
- Lesioni tipicamente localizzate in sede latero-posteriore
- Lesioni con enhancement contrastografico possono presentare:
- Pattern nodulare
- Impregnazione uniforme cerciniforme (anello completo o incompleto)
- LESIONI SPECIFICHE
- Lesioni juxtacorticali
- Lesioni periventricolari, incluse quelle che coinvolgono il corpo calloso
- Lesioni con cercine completo o incompleto dopo mdc
- DAWSON FINGERS (DITA DI DAWSON)
- BLACK HOLES: lesioni ipointense in T1 da perdita cronica di materia bianca
- Popolazione pediatrica tende ad avere lesioni di dimensioni maggiori
- DIAGNOSI DIFFERENZIALE E TIPOLOGIE DI LESIONI
- Lesioni corticoli/juxtacorticali: localizzate nel contesto o a ridosso della corteccia senza interposizione di sostanza bianca
- Lesioni infratentoriali: localizzate a livello del tronco encefalico, emisferi cerebellari e peduncoli cerebellari
- Possono interessare le regioni tegmentari o lungo il decorso intrapontino dei principali nervi cranici (es. trigemino)
- Lesioni paramediane a livello bulbare
- Red flags: condizioni da considerare nella diagnosi differenziale con la SM
AGING BRAIN
- CARATTERISTICHE GENERALI DELL'AGING BRAIN
- Reperti specifici possono essere riscontrati in alcune patologie e sono anche associati al normale invecchiamento cerebrale.
- Nell'ambito delle patologie neurodegenerative
- l'imaging RM non mostra aspetti peculiari,
- mentre risulta più utile l'imaging di medicina nucleare.
- VALUTAZIONE dell'ATROFIA CEREBRALE
- KOEDAMD SCORE: usato per la valutazione del grado di atrofia parietale.
- Presenza di focolai gliotici su base microvascolare, osservabili come ipodensità della sostanza bianca periventricolare in TC e come focolai iperintensi in T2 e FLAIR in RM.
- SCORE DI FAZEKAS: utilizzato per valutare l'entità dei focolai gliotici:
- GRADO 1: alcune piccole lesioni puntiformi.
- GRADO 2: lesioni parzialmente confluenti.
- GRADO 3: lesioni estesamente confluenti, sempre considerato patologico.
- LESIONI INFARTUALI o MICROINFARTUALI SILENT
- Possono essere presenti in soggetti anziani, coinvolgendo sia il cervello che il cervelletto.
- DEPOSITI EMOSIDERINICI e MICROSANGUINAMENTI CEREBRALI
- Importante valutare la presenza di piccoli depositi emosiderinici
- indicativi di microsanguinamenti cerebrali
- meglio visualizzati nelle sequenze T2* pesate
- in GE
- in SWI
- meglio visualizzati nelle sequenze T2* pesate
- indicativi di microsanguinamenti cerebrali
- Il tipo di distribuzione di questi microfocolai emorragici
- può aiutare nella diagnosi differenziale
- distribuzioni centrali associate all'aterosclerosi o arteriopatia su base ipertensiva
- distribuzioni periferiche e prevalentemente posteriori associate all'angiopatia amiloide.
- può aiutare nella diagnosi differenziale
- Importante valutare la presenza di piccoli depositi emosiderinici
- ATROFIA CEREBRALE
- Severità dell'atrofia cerebrale valutata in base a uno SCORE di severità:
- SCORE 0: normale trofismo.
- SCORE 1: ampliamento dell’incisura corioidea.
- SCORE 2: ampliamento degli apici dei corni temporali dei ventricoli laterali.
- Severità dell'atrofia cerebrale valutata in base a uno SCORE di severità:
- CONDIZIONI SPECIFICHE DELL'AGING BRAIN
- Necessità di escludere condizioni come
- ematoma subdurale cronico
- idrocefalo normoteso
- si associa alla TRIADE DI HAKIM
- decadimento cognitivo
- disturbi nell'andatura
- incontinenza urinaria
- si associa alla TRIADE DI HAKIM
- Necessità di escludere condizioni come
Raccolta di immagini
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