Interventistica senologica

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Mammella Radiologia interventistica Senologia

Appunti

  • Necessità di capire prima dell’intervento chirurgico la natura di una lesione
    • e allo stesso nella diagnostica moderna non è più possibile aspettare l’intervento chirurgico per sapere se una lesione sia benigna o maligna
      • la caratterizzazione microistologica di un nodo mammario permette di avere una diagnosi molto vicina a quella istologica definitiva
      • Inoltre, la caratterizzazione pre-intervento, permette di impostare un tipo di trattamento più idoneo
        • lobulare vs duttale
        • in situ vs infiltrante
          • una diagnosi di in situ, a meno che nei casi di mastectomia,
            • non richiede la biopsia del linfonodo sentinella

  • Sul tessuto biopsiato vengono cercati:
    • l’assetto recettoriale estrogeni e progesterone (ER, PR)
    • HER-2 } suscettibilità a terapie come il trastuzumab
    • l’indice di proliferazione (Ki-67)
  • Se imaging sospettobiopsia su linfonodo ascellare
  • La guida radiologica si usa ogni volta che non ho un corrispettivo come nel caso delle calcificazioni, sia in stereotassi che in tomosintesi;
  • la guida RM è molto meno diffusa, almeno in Italia, e si usa qualora, anche a ritroso, i reperti RM non trovano sicura corrispondenza nelle immagini di I livello
    • 2nd look ecografico o mammografia con mdc

FNAC

  • Prelievo mediante pressione negativa
    • risalita delle cellule fino al conetto per aspirazione, una volta che l’ago è centrato nella lesione
    • basso costo
    • richiede manualità perché l’ago è piccolo
    • vengono prelevate solo cellule e non una struttura
    • vantaggi
      • velocità
        • spesso analisi estemporanea
    • svantaggi
      • non posso definire istotipo né infiltrazione
  • Importante la concordanza tra il pensiero del radiologo (BI-RADS) ed il ritrovamento dell’anatomopatologo
    • se BI-RADS 5 ma C2
      • pensare di avere sbagliato il target
      • o avere dato poco materiale

TRU-CUT (CORE BIOPSY)

  • Non ho singole cellule ma ho una struttura
    • un frustolo con cui fare diagnosi micro-istologica
    • tempo fa trovava indicazione quando citologico dubbio
      • ormai esame di preferenza
    • aghi tra 18 e 14 G, di tipo automatico o semi-automatico
      • con il SEMI-AUTOMATICO avanzo l’ago senza tranciare
        • in modo da portare la lesione all’interno della camera bioptica sapendo sempre dov’è la punta
      • NELL’AUTOMATICO l’avanzamento è simultaneo al prelievo
        • va avanti la camera bioptica insieme al tagliente, senza sapere dov’è la punta dell’ago rispetto al tagliente
      • l’apertura della camera è importante (22 mm)
        • dispositivi che possono fissarla a 10mm oppure 15mm
  • ogni campione prevede che scatti e mi ricentri
    • l’ideale per un patologo sarebbero 3-5 frustoli
    • possibilità che ci sia un sanguiamento
  • anestesia locale con lidocaina
  • nella mammella, soprattutto quelle dense e nelle lesioni benigne
    • se uso un ago semi-automatico
      • c’è la possibilità che la lesione si sposti mentre spingo avanti la camera
    • mentre nell’ago automatico questa possibilità è molto meno frequente perché il tagliente viene portato subito avanti con la camera
    • stare sempre più paralleli possibili alla parete toracica per evitare il rischio di PNX
  • B1: tessuto normale inconcluso
    • non corrisponde a quanto descritto dal radiologo
  • B3: non è come C3 (atipie ma non so cosa sono)
    • sono lesioni che rappresentano un rischio di poter trovare li vicino una lesione tumorale
      • magari non inclusa dalla biopsia
      • categoria di rischio differente di poter sviluppare k mammario
  • B5c: c’è una microinvasione
    • impossibilità di dire con certezza se la lesione è infiltrante o meno
  • B5d quando la lesione è maligna ma non di origine mammaria
  • Traumatismo in forse perché più teorico che pratico per i vantaggi che porta
  • Il campione deve essere preparato
    • non lettura immediata
  • Guida stereotassica
    • Lo stesso dispositivo può essere impiegato anche con guida stereotassica con ago posizionato in un supporto apposito e infilato sul target mediante coordinate
    • La Paziente non è sdraiata (sistemi verticali)
    • Nella STX sono sicuramente centrato
      • non posso vedere real-time la posizione dell’ago durante lo scatto
    • Si seleziona un punto come target
      • la macchina imposta le coordinate in maniera automatica sui tre piani dello spazio in base alle caratteristiche dell’ago
    • Il detettore funziona in modo che l’immagine sia sempre diagnostica se non sono centrato bene, in modo da centrarmi in maniera ottimale
  • L’approccio può essere con paziente
    • seduta
    • medio-laterale
    • latero-mediale
    • CC
    • in base alla posizione della lesione in modo da fare meno strada possibile con l’ago
  • La sedia può diventare un lettino con decubito
    • M-L
    • L-M
    • caudo-craniale
  • Esiste anche il tavolo prono con foro dove la mammella entra e si colloca sul detettore
  • AGOBIOPSIA VACUUM ASSISTITA (VAB)
    • utilizza aghi grossi
      • 7-11 Gauge,
      • alcuni anche il 12 G sotto guida ecografica
    • con un sistema che prevede l'aspirazione forzata
    • andando a campionare anche più di 12 frustoli
      • rimanendo all’interno della lesione
        • con la camera bioptica che ruota di 360° in aspirazione forzata attirando tessuto nella camera stessa
          • tessuto che viene poi tagliato e aspirato
  • Il sistema di aspirazione forzata è utile perché da un lato
    • porta via i residui di sangue e i detriti che si creano nel punto di prelievo
    • fa si che dentro la camera bioptica ci sia sempre del tessuto evitando l’inconveniente del tru-cut
      • per cui, a volte, ripassando con l’ago in un tessuto che è già stato sollecitato
        • si ottenga poco tessuto e più sangue
  • Può essere eseguita con le stesse guide
    • US
    • stereotassi
    • RM
  • Non è proposta a tutti perché di solito il tru-cut è più che sufficiente
    • ma trova delle INDICAZIONI come
      • le PICCOLE MICROCALCIFICAZIONI che sono visibili solo con MX
        • piccole e difficilmente intercettabili con ago piccolo
      • può risolvere i DUBBI delle lesioni intermedie alla CORE BIOPSY
        • addirittura viene proposta l’escissione delle LESIONI B3 con VAB senza ricorrere alla chirurgia
  • Il MAMMOTOME usa aghi da 11G
    • a differenza dei sistemi odierni
      • con esso il frustolo veniva rimosso ogni volta dall’operatore con la pinzetta
        • mentre adesso i sistemi sono maggiormente sofisticati
    • frustoli venivano alloggiati nella parte posteriore come fosse una cartuccera
      • poi veniva tolta e veniva scattata la radiografia
  • L’ENCORE aspira i frustoli in una gabbietta, che vengono, poi, disposti in un secondo tempo
    • Sono sistemi molto automatizzati, in cui noi decidiamo a computer dove e quanto prelevare, quanto aspirare
    • se necessario iniettare la lidocaina nel sito di prelievo
    • Da notare la punta lanceolata della camera per entrare senza fare un accesso nonostante il grosso calibro
    • L’attuale sistema è questo che, in automatico, dispone i frustoli in una gabbia
      • ed effettua una radiografia
        • in modo da vedere subito se sono presenti le calcificazioni
  • GUIDA STEREOTASSICA
    • Nella tomosintesi l’asse Z viene stabilito direttamente dalla macchina
      • in base a in quale della fetta la lesione risulta a fuoco
    • Senza la tomosintesi si usavano principi di trigonometria risultanti dall’acquisizione
      • a 90° e a + e – 15°
        • c’era un sistema di centratura e in seguito alle acquisizioni la macchina calcolava in automatico la distanza dal detettore
          • Infine venivano fatte altre acquisizioni per controllare che l’ago fosse dentro la lesione
    • Il setting viene sempre scelto accuratamente in modo da ottenere la posizione più comoda possibile per evitare movimenti all’esame
    • scegliere il percorso più breve possibile per raggiungere la lesione, di solito un tragitto:
      • CC per i quadranti superiori
      • ML per interni
      • LM per esterni
  • GUIDA TOMOGRAFICA
    • La centratura tomografica garantisce una riduzione della dose valutabile intorno al 30%
    • Trova indicazione
      • quando lesione non visualizzabile adeguatamente con la MX o con l’US
    • La macchina, in automatico, in base alla tipologia di ago che scelgo
      • centra la lesione
      • mi dice se ho spazio per far entrare l’ago
      • se la punta dell’ago andrebbe a finire in spazi pericolosi
    • Al termine della procedura viene posizionato un marker di dove ho fatto il prelievo
      • se ho aspirato completamente la lesione
      • almeno risulta evidenziabile l’area precedentemente campionata
  • AGOBIOPSIA RM-GUIDATA
    • Il problema principale è che è indicata
      • in lesioni non evidenziabili con altre metodiche
      • spesso visualizzabili unicamente dopo mdc
        • quindi bisogna tenere conto del timing
    • La mammella viene posta in una bobina dedicata
      • con una griglia per tenerla ferma
        • su cui viene posizionato un fiducial che crea un artefatto
          • permette di orientare in maniera corretta la griglia ed il posizionamento dell’ago
    • Dopo di che si inietta l’mdc
      • in modo da evidenziare il box corrispondente alla lesione (assi x e y)
      • si posiziona un altro box compartimentato in modo da scegliere la fenestratura più adatta all’inserimento dell’ago
    • L’asse z viene calcolato o misurando la distanza dalla cute se acquisiamo in assiale oppure contando la fetta in cui la lesione appare se acquisiamo in sagittale
    • E’ una procedura che impegna la macchina 40-45 minuti circa
      • per l’inserimento del trocar compatibile con RM
        • l’acquisizione di controllo
          • una volta che siamo sicuri del posizionamento, si inserisce l’ago effettivo
            • facendo uscire il lettino, e si campiona, sempre con sistema VAB
              • per essere più confidenti
    • Dopo di che si posiziona il marker e si fa un’acquisizione di controllo
      • I MARKER rilasciati sono visibili praticamente con tutte le metodiche
        • creano artefatti in RM
        • sono radiopachi
        • ecovisibili
        • in modo che siamo sicuri che il chirurgo abbia escisso tutto il tessuto necessario
  • REPERAGE PRE-OPERATORIO
    • La chirurgia mammaria è votata alla salvaguardia di quanto più tessuto mammario possibile
      • diagnosi più fini possibili
        • in modo da evidenziare noduli non palpabili
          • che, però, il chirurgo deve trovare in qualche modo
            • la strategia più utilizzato è il posizionamento di un repere metallico costituito da un ago ad uncino collegato alla superficie da un sottile filo radiopaco
              • verrà poi seguito dal chirurgo, dopo aver verificato che non si sia mosso
            • Il reperage in carbone
              • prevede l’inserimento dell’ago tramite il quale si colora la regione del nodulo con una soluzione di carbone vegetale e fisiologica
              • colorando anche una traccia fino al sottocute in modo che il chirurgo porta via tutto quello che vede di nero
              • Può essere messo anche 4-6 mesi prima
                • non come il repere metallico che deve essere messo la mattina dell’esame
            • La ROLL (Radioguided Occult Lesion Localization)
              • maggiormente avanzata ma più costosa,
                • prevede l’iniezione un tracciante radioattivo che viene poi evidenziato dal chirurgo con una γ-camera
                  • un percorso particolare coinvolgente la medicina nucleare
            • Ancora più avanzato è il seeding radioattivo
              • piccoli semini che possono essere inseriti tempo prima
                • ricercabili poi dal chirurgo di nuovo con γ-PET
            • il Magseed e il Localizer sono sistemi avanzati a radiofrequenze
              • molto più costosi
  • In corso di intervento chirurgico indispensabile la verifica radiologia
    • non viene fatto un esame estemporaneo
      • ma viene effettuata una radiografia o in sala operatoria o radiografica
        • confrontando il pezzo con le immagini mammografiche in modo che il radiologo possa dire se la lesione è stata presa o meno
          • e, se confidente, qual è il margine,
            • in modo che eventualmente il chirurgo vada ad allargarlo
  • PROCEDURE PERCUTANEE
    • Inizialmente non hanno riscontrato molto successo
      • poiché nel momento in cui la chirurgia è controindicata per le comorbilità
        • l’oncologo preferiva impostare l’ormonoterapia (se K sensibile)
          • l’ormonoterapia prolungata, però, espone le Pazienti anziane, a complicanze come l’osteoporosi
    • Breast lesion excision system (BLES)
    • Radiofrequenze (RF)
    • Crioablazione
    • High intensity focused ultrasound (HIFU)
    • stando attenti alla vicinanza della lesione con la cute o la fascia e che abbia una dimensione accettabile a questi trattamenti;
    • al momento rimangono alternative in casi selezionati
  • MICROCALCIFICAZIONI
    • derivano dal deposito di ossalato di calcio e fosfato di calcio nel tessuto mammario
    • se le troviamo lungo le pareti dei vasi non le tocchiamo
      • ma constatiamo il rischio cardiovascolare della Paziente
    • se sono disposte lungo il dotto o hanno determinate caratteristiche
      • dobbiamo verificare se sono benigne o maligne
    • Sono un punto cruciale nella senologia
      • possono essere tutto e nulla
        • se non diagnosticate da segno che erano di lesione in situ possiamo trovare
          • una lesione infiltrante
          • oppure la lesione può rimanere in situ ma aumentare di estensione
            • andando a cambiare la gestione della Paziente
    • L’OSSALATO DI CALCIO si associa più spesso a BENIGNITÀ
      • si trova nelle MODIFICAZIONI FIBROCISTICHE
        • anche se possono associarsi anche a lesioni maligne
    • Il FOSFATO DI CALCIO molto più spesso si trova nelle LESIONI MALIGNE
      • Il radiologo deve valutare
        • morfologia
        • distribuzione
        • quantità
      • sui piccoli gruppi non è facile fare distinzione
        • sarà necessario proseguire con campionamento
    • la CITOLOGIA non è oggigiorno neanche proponibile
    • il TRU-CUT ha forti limitazioni dal momento in cui si tratta di aree piccole con ago che entra ed esce
      • solo con la core biopsy rischio di sottostimare le lesioni con calcificazioni del 17-32%
        • e con il tessuto che può sanguinare o mobilizzarsi con il movimento dell’ago
          • spesso richiedono guida mammografica o stereotassica
            • in quanto evidenziabili solo con questa metodica
              • 1 su 3 casi possono essere inadeguati o portare ad un campionamento insufficiente per una diagnosi corretta,
      • VAB permette una maggior qualità dei frustoli
        • comporta un maggior lavoro per l’anatomopatologo
          • con tempi di refertazione più lunghi
        • centratura in tomosintesi può essere utile per centrare il target in maniera più corretta:
          • capitava che nelle calcificazioni più sparse
            • con la stereotassi uno non centrasse il target in maniera corretta sulle due proiezioni
          • si può usare la vab anche con guida us e in questo caso è fondamentale fare la radiografia del prelievo per essere sicuri
          • Con la VAB il rischio di sottostima si riduce molto (11% circa)
          • Le complicazioni (dolore e sanguinamento) da letteratura sono più frequenti (3% circa vs 0.4%)
            • comunque i vantaggi sono maggiori perché posso non essere diagnostico e ripetere il campionamento


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