Indicazioni
- Cup syndrome
- Sorveglianza di donne ad elevato rischio*
- mutazione BRCA1
- mutazione BRCA2
- parente di primo grado di soggetto affetto da mutazione BRCA1/BRCA2
- se ha un rischio famigliare nell’arco della vita di sviluppare tumore della mammella superiore al 20-25%
- Bilancio preoperatorio di neoplasia già accertata
- Valutazione post-chirurgica
- Monitoraggio in corso di chemioterapia neoadiuvante
- Valutazione dello stato protesico
- Mammella secernente/Malattia di Paget
* eseguire RM a cadenza annuale
Protocollo di acquisizione
- Localizzatore
- T2 pesata
- DWI
- Studio dianamcio con MdC
- Sequenza specifica per silicone
- se richiesta valutazione dello stato protesico
Appunti
TECNICHE ED INDICAZIONI CLINICHE
- La RM della mammella è un esame di II livello
- L’esame consta di 3 FASI:
- acquisizione delle immagini
- rielaborazione
- interpretazione
- Una volta la parte più importante era la rielaborazione,
- che veniva eseguita manualmente da una seconda consolle,
- adesso molte delle rielaborazioni che una volta erano indispensabili
- sono state sostituite da quella che è una valutazione qualitativa che viene fatta a PACS
- adesso molte delle rielaborazioni che una volta erano indispensabili
- che veniva eseguita manualmente da una seconda consolle,
- Da linee guida le APPARECCHIATURE per eseguire la RM della mammella devono
- essere da >1,5T
- generare gradienti intensi e rapidi
- BOBINE deve essere MULTICANALE (>4 canali)
- ogni canale della bobina acquisisce bene una parte del campo di vista della mammella
- diverse parti acquisite dai differenti canali della bobina
- poi sommando tutte queste immagini si ottiene l’immagine che vediamo a monitor
- diverse parti acquisite dai differenti canali della bobina
- garantire la bilateralità
- garantiscono un’omogeneità di segnale
- ergonomiche
- per garantire più comodità alle Pazienti
- preferibile bobine APERTE, per due motivi:
- per consentire un posizionamento della mammella all’interno dell’incavo della bobina
- la mammella deve essere ben centrata nell’incavo della bobina
- il capezzolo deve essere in asse
- soprattutto ci deve essere una simmetria nel posizionamento delle due mammelle
- se la bobina è chiusa diventa più difficile garantire questi criteri di qualità
- verificare che nella bobina non rimanga tessuto adiposo
- dell’addome o della parete toracica
- possono esserci degli artefatti da alterata soppressione del tessuto adiposo
- poi rendono difficile l’interpretazione
- la mammella deve essere ben centrata nell’incavo della bobina
- per consentire manovre interventistiche
- per consentire un posizionamento della mammella all’interno dell’incavo della bobina
- ogni canale della bobina acquisisce bene una parte del campo di vista della mammella
- essere da >1,5T
- L’altro requisito tecnico indispensabile per eseguire la RM della mammella è L’INIETTORE che deve essere
- automatico
- a doppia siringa
- dopo il contrasto viene somministrato un flushing di soluzione fisiologica
- Per quanto riguarda il POSIZIONAMENTO
- l’esame viene eseguito in posizione prona
- con le braccia distese in avanti o lungo il corpo
- sempre a seconda di quello che è il design della bobina e la preferenza della Paziente
- se la Paziente è posizionata con le braccia in avanti è più stabile
- ciò evita che ci siano dei movimenti durante l’acquisizione dell’esame
- vanno a impattare sulla qualità diagnostica dell’esame
- ciò evita che ci siano dei movimenti durante l’acquisizione dell’esame
- se la Paziente è posizionata con le braccia in avanti è più stabile
- sempre a seconda di quello che è il design della bobina e la preferenza della Paziente
- L’esame consta in prima battuta di un LOCALIZZATORE
- attenzione perché questi esami per essendo focalizzati sulla mammella sono abbastanza panoramici
- bisogna segnalare i reperti collaterali eventualmente visualizzabili anche nel localizzatore
- attenzione perché questi esami per essendo focalizzati sulla mammella sono abbastanza panoramici
- Poi si fa uno STUDIO MORFOLOGICO
- delle SEQUENZE T2 dipendenti
- con o senza soppressione del tessuto adiposo (Fat Sat) (a scelta dell’operatore)
- ormai esistono sequenze che con un’unica acquisizione permettono di ottenere le doppie immagini (SEQUENZA DOPPIO ECHO - IDEAL)
- garantiscono una miglior e più omogenea soppressione del tessuto adiposo rispetto a quelle acquisite con echo singolo
- Le IDEAL non sono utili nella valutazione dello stato protesico
- la macchina ricostruisce la sequenza con soppressione del tessuto adiposo
- nella ricostruzione cancella il segnale dal silicone
- la macchina ricostruisce la sequenza con soppressione del tessuto adiposo
- acquisite sul piano sagittale e/o sul piano assiale
- queste sequenze ci danno un’idea della rappresentazione ghiandolare
- ci permettono di VALUTARE
- lo stato della cute
- delle strutture muscolari del piano profondo
- valutare la presenza di eventuali formazioni linfonodali
- in sede ascellare
- e a livello della catena mammaria interna
- identificare eventuali formazioni cistiche
- che non rivestono un carattere di sospetto
- ma avere il corrispettivo del morfologico può essere utile quando andiamo a fare diagnosi differenziale su alcune aree di impregnazione
- che non rivestono un carattere di sospetto
- ci permettono di VALUTARE
- esistono delle SEQUENZE T2 PESATE IN 3D
- si acquisisce una sola sequenza
- poi si ricostruiscono nei tre piani dello spazio
- poi si ricostruiscono nei tre piani dello spazio
- si acquisisce una sola sequenza
- ormai esistono sequenze che con un’unica acquisizione permettono di ottenere le doppie immagini (SEQUENZA DOPPIO ECHO - IDEAL)
- con o senza soppressione del tessuto adiposo (Fat Sat) (a scelta dell’operatore)
- delle SEQUENZE T2 dipendenti
- Nel caso in cui l’indicazione sia lo studio dello stato protesico
- si usa una SEQUENZA ADDIZIONALE “SILICON ONLY”
- in cui viene cancellato tutto quello che è il segnale che deriva dai tessuti periprotesici
- rimane iperintensa soltanto la protesi in silicone
- è una sequenza fondamentale per valutare l’integrità della protesi
- in cui viene cancellato tutto quello che è il segnale che deriva dai tessuti periprotesici
- Le IDEAL non sono utili nella valutazione dello stato protesico
- la macchina ricostruisce la sequenza con soppressione del tessuto adiposo
- nella ricostruzione cancella il segnale dal silicone
- la macchina ricostruisce la sequenza con soppressione del tessuto adiposo
- si usa una SEQUENZA ADDIZIONALE “SILICON ONLY”
- E’ importante che la SOPPRESSIONE DELL’ACQUA E DEL TESSUTO ADIPOSO
- nelle SEQUENZE WATER SUPPRESSION dedicate al silicone
- sia ben eseguita e omogenea
- altrimenti può succedere di interpretare erroneamente un‘immagine
- ovvero che una cisti venga scambiata per un siliconoma
- oppure che delle protesi in silicone siano scambiate per delle protesi a contenuto salino
- altrimenti può succedere di interpretare erroneamente un‘immagine
- sia ben eseguita e omogenea
- nelle SEQUENZE WATER SUPPRESSION dedicate al silicone
- SEGNO DI ROTTURA INTRACAPSULARE DELLA PROTESI
- detto LINGUINE SIGN
- Per evitare questi errori grossolani
- è molto importante che il tecnico sappia eseguire uno shimming manuale
- quindi che vada a centrarsi su quello che è il picco del tessuto adiposo
- in modo da cancellare il segnale derivante non solo dal tessuto adiposo ma anche dall’acqua
- lasciare visibile soltanto il segnale del silicone
- in modo da cancellare il segnale derivante non solo dal tessuto adiposo ma anche dall’acqua
- quindi che vada a centrarsi su quello che è il picco del tessuto adiposo
- è molto importante che il tecnico sappia eseguire uno shimming manuale
- Il core centrale dell’esame è lo STUDIO DINAMICO
- consiste in una SEQUENZA 3D T1 PESATA con o senza SOPPRESSIONE DEL TESSUTO ADIPOSO
- viene eseguita una sequenza basale
- viene ripetuta più volte dopo somministrazione di mdc paramagnetico seguito da flushing di soluzione fisiologica
- una volta iniettato il mezzo di contrasto è possibile visivamente valutarne la cinetica
- Questo è uno dei descrittori che ci aiutano poi a formulare un sospetto
- sulle zone della mammella che stiamo andando a valutare
- Questo è uno dei descrittori che ci aiutano poi a formulare un sospetto
- una volta iniettato il mezzo di contrasto è possibile visivamente valutarne la cinetica
- consiste in una SEQUENZA 3D T1 PESATA con o senza SOPPRESSIONE DEL TESSUTO ADIPOSO
- Una volta l’unico piano di acquisizione consentito per lo studio dinamico era il coronale
- era molto difficile valutare le lesioni ramificate che seguono il decorso dei dotti
- ad oggi gli esami vengono eseguiti prevalentemente sul piano assiale e sagittale
- simile alla mammografia
- ma sono ancora poche le macchine che consentono lo studio in sagittale
- PROTOCOLLO
- Localizzatore
- T2 pesata
- DWI
- STUDIO DINAMICO
- sequenza specifica per silicone
- se richiesta valutazione dello stato protesico
- sequenza specifica per silicone
- Riassunto di tutti protocolli diagnostici disponibili per lo studio di una mammella, sia clinici che di ricerca
- In ambito clinico viene utilizzata la risonanza magnetica multiparametrica
- la T1 PESATA MORFOLOGICA È INUTILE
- le stesse informazioni possono essere ottenute dalla T1 pesata dello studio dinamico
- la T1 PESATA MORFOLOGICA È INUTILE
- In passato venivano utilizzate molto LE CURVE DI INTENSITÀ DI SEGNALE SU TEMPO
- una valutazione qualitativa grafica di quella che è la cinetica dell’enhancement
- queste si ottengono posizionando una regione di interesse all’interno della regione che andiamo a valutare
- non molto usate più da circa 10 anni
- questa valutazione viene influenzata dal mezzo di contrasto che viene utilizzato
- gli mdc sono tutti ad elevata relassività
- quindi il primo pezzo della curva è sempre una percentuale elevata
- gli mdc sono tutti ad elevata relassività
- questa valutazione viene influenzata dal mezzo di contrasto che viene utilizzato
- non molto usate più da circa 10 anni
- In ambito clinico viene utilizzata la risonanza magnetica multiparametrica
- Classicamente si dava molto valore diagnostico alla morfologia della curva intensità tempo
- tuttavia si è visto che il CARCINOMA LOBULARE INFILTRANTE
- che è un tumore maligno
- presenta spesso una curva di tipo 1
- curva che tende a crescere costantemente nel tempo
- associata tipicamente alle lesioni di tipo benigno
- curva che tende a crescere costantemente nel tempo
- presenta spesso una curva di tipo 1
- che è un tumore maligno
- l’unico caso per cui ha senso utilizzare CURVE DI INTENSITÀ DI SEGNALE SU TEMPO
- è nel MONITORAGGIO DELLA TERAPIA NEODIUVANTE
- in corso di rivalutazione post-terapia neoadiuvante
- possiamo avere una lesione che non si modifica dal punto di vista dimensionale rispetto all’esame pre-terapia
- ma magari all’analisi della curva intensità tempo questa dimostra assumere molto meno contrasto rispetto all’esame di riferimento,
- la variazione della curva in questo caso può costituire un’informazione utile per l’oncologo per capire che, comunque sia, questa lesione sia un minimo di chemiosensibilità
- ma magari all’analisi della curva intensità tempo questa dimostra assumere molto meno contrasto rispetto all’esame di riferimento,
- possiamo avere una lesione che non si modifica dal punto di vista dimensionale rispetto all’esame pre-terapia
- in corso di rivalutazione post-terapia neoadiuvante
- è nel MONITORAGGIO DELLA TERAPIA NEODIUVANTE
- tuttavia si è visto che il CARCINOMA LOBULARE INFILTRANTE
- Grazie all’implementazione tecnologica dal punto di vista della formulazione del grado di sospetto
- hanno molto più valore predittivo quelli che sono
- i criteri morfologici
- soprattutto i margini
- a tipologia dell’enhancement
- i criteri morfologici
- hanno molto più valore predittivo quelli che sono
- ELENCO ALLE PRINCIPALI INDICAZIONI ALLA RM MAMMARIA
- tratte da un position paper del 2010 che è il più recente che esista
- CUP SYNDROME (RACCOMANDAZIONE)
- è un carcinoma della mammella che si presenta come malattia metastatica all’esordio
- solitamente a livello linfonodale ascellare
- con mammografia ed ecografia risultate negative per lesioni mammarie
- è un’evenienza clinica rarissima
- non più di 2-3-4 all’anno in un centro di riferimento
- La RM identifica la neoplasia occulta nel 50% dei casi
- importante per la ricaduta terapeutica
- se la RM è negativa
- la paziente viene sottoposta a dissezione ascellare e radioterapia sulla mammella
- se invece la RM identifica la lesione primitiva allora il trattamento è quello che si farebbe in condizioni di normalità
- trattamento chirurgico conservativo se le dimensioni della lesione lo consentono
- mastectomia se le dimensioni della lesione non lo consentono
- è un carcinoma della mammella che si presenta come malattia metastatica all’esordio
- SORVEGLIANZA DI DONNE AD ELEVATO RISCHIO (raccomandazione)
- la RM della mammella nelle donne ad elevato rischio consente di identificare
- il doppio dei tumori rispetto all’imaging convenzionale
- il triplo rispetto alla visita clinica
- superiorità della RM nell’identificare neoplasie in queste donne, superiorità
- doppia rispetto a mammografia ed ecografia associate insieme
- e tripla rispetto a mammografia ed ecografia eseguite separatamente
- consente anche di identificarle ad uno stadio maggiormente favorevole
- considerando che i soggetti ad elevato rischio
- sono donne molto più giovani di quelle a rischio di Ca sporadico
- in media di donne di 35-38 anni
- considerando che i soggetti ad elevato rischio
- la RM della mammella nelle donne ad elevato rischio consente di identificare
- BILANCIO PREOPERATORIO DI NEOPLASIA GIÀ ACCERTATA
- VALUTAZIONE POST-CHIRURGICA
- MONITORAGGIO in corso di CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE
- VALUTAZIONE DELLO STATO PROTESICO
- MAMMELLA SECERNENTE
- MALATTIA DI PAGET
- CUP SYNDROME (RACCOMANDAZIONE)
- Le prime due sono raccomandazioni non indicazioni
- tratte da un position paper del 2010 che è il più recente che esista
- Durante l'esecuzione di una RM mammaria per controllo dello stato di protesi
- anche un controllo del parenchima
- e uno studio dinamico con l’mdc
- ad oggi, dopo che è emersa l’evidenza di accumulo di gadolinio
- per fortuna senza risvolti clinici
- la somministrazione del contrasto deve essere giustificata
- se il quesito è la valutazione dello stato protesico il fatto di somministrare il contrasto deve essere quantomeno discusso con la paziente
- che deve essere informata di questo effetto collaterale
- che non ha ricadute cliniche ma che comunque è documentato in letteratura
- se il quesito è la valutazione dello stato protesico il fatto di somministrare il contrasto deve essere quantomeno discusso con la paziente
- ad oggi, dopo che è emersa l’evidenza di accumulo di gadolinio
- Nelle DONNE AD ELEVATO RISCHIO
- le lesioni tumorali crescono con una modalità definita PUSHING MARGINS
- crescono senza dare effetto massa
- poco alla volta come se fossero lesioni benigne
- Dal punto di vista morfologico
- non c’è niente che alteri il profilo della ghiandola
- L’unico modo di identificare queste lesioni
- è quello di somministrare un contrasto
- perché sono lesioni fortemente vascolarizzate
- è quello di somministrare un contrasto
- L’esame ecografico presentava alterazioni aspecifiche
- Come second look
- può essere utile identificare queste aree
- area del tutto aspecifica che potrebbe essere anche un reperto fibro-adenosico
- per poi utilizzarle per fare un’agobiopsia
- area del tutto aspecifica che potrebbe essere anche un reperto fibro-adenosico
- può essere utile identificare queste aree
- crescono senza dare effetto massa
- le lesioni tumorali crescono con una modalità definita PUSHING MARGINS
- Negli anni, dopo che è stato assodato che nelle DONNE CON ELEVATO RISCHIO
- mutate per BRCA1 e BRCA2
- nelle pareti di primo grado dei soggetti mutati
- e nelle donne che abbiano un rischio famigliare superiore al 20%,
- la RM consentisse di identificare più lesioni
- si è andato a vedere di quanto la RM andasse a identificare più lesioni
- ma soprattutto su quale tipo di lesione la RM
- consentisse una anticipazione diagnostica rispetto all’imaging convenzionale
- L’apporto diagnostico della RM nelle donne ad elevato rischio è maggiore
- nelle lesioni infiltrati ad alto grado
- la forchetta si riduce mano mano che si va verso lesioni meno impattanti sulla sopravvivenza della Paziente dal punto di vista biologico
- La differenza tra mammografia e risonanza
- è minore nelle lesioni in situ a basso grado
- su cui si sta discutendo se trattare oppure no,
- mentre invece il guadagno è maggiore
- su quelle che sono le lesioni infiltranti ad alto grado
- che sono quelle che sviluppano le metastasi
- su quelle che sono le lesioni infiltranti ad alto grado
- è minore nelle lesioni in situ a basso grado
- La RM performa meglio della mammografia
- in termini di DETECTION
- in termini di identificazioni di lesioni ad uno STADIO MAGGIORMENTE FAVOREVOLE
- In un altro studio pubblicato nel 2019 su JMRI
- si vede che l’incremental cancer detection rate
- dato dall’associazione di mammografia e RM nelle donne di età inferiore ai 40 anni
- è praticamente nullo
- per cui ci si sta interrogando se sia ancora utile eseguire anche la mammografia nelle donne ad elevato rischio con età inferiore ai 40 anni
- si sta iniziando a discutere se sia il caso di associare la mammografia alla RM nelle donne di età inferiore ai 40 anni
- a breve con buona speranza la mammografia in queste donne non sarà più eseguita
- in quanto dimostrato in letteratura che l’incremental cancer detection rate dato dalla mammografia è molto molto bassa
- a breve con buona speranza la mammografia in queste donne non sarà più eseguita
- si sta iniziando a discutere se sia il caso di associare la mammografia alla RM nelle donne di età inferiore ai 40 anni
- per cui ci si sta interrogando se sia ancora utile eseguire anche la mammografia nelle donne ad elevato rischio con età inferiore ai 40 anni
- è praticamente nullo
- dato dall’associazione di mammografia e RM nelle donne di età inferiore ai 40 anni
- si vede che l’incremental cancer detection rate
- Una DONNA È A RISCHIO EREDO-FAMILIARE se:
- ha una mutazione BRCA1/BRCA2
- se è parente di primo grado di una persona mutata
- se ha un rischio famigliare nell’arco della vita di sviluppare tumore della mammella superiore al 20-25%
- Se la Paziente è a rischio eredo-familiare ed ha un’età maggiore di 35 anni
- è necessario eseguire RM a cadenza annuale
- associata a mammografia
- In questi casi è fondamentale rispettare il timing
- la RM va eseguita tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale
- per evitare i falsi positivi
- la RM va eseguita tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale
- Una volta la donna considerata potenzialmente ad elevato rischio
- veniva mandata direttamente a COUNSELLING GENETICO dal genetista per eseguire il test
- dal 2019 la regione Piemonte ha deciso che questo viene fatto sul territorio nelle Breast Unit
- tutto quello che sono le spiegazioni e le implicazioni che il test può avere viene svolto sul territorio dalle Breast Unit
- di solito sono i ginecologi o gli oncologi che se ne occupano
- il prelievo viene fatto sempre sul territorio
- poi i campioni vengono mandati alla genetica oncologica dove viene processato il materiale
- Qui sono riportati i CRITERI RITENUTI SOSPETTI PER MUTAZIONE GENETICA:
- tumori della mammella femminile in soggetti di età uguale o inferiore a 35 anni
- tumore triplo negativo in soggetti di età uguale o inferiore a 50 anni
- tumore della mammella maschile
- tumore dell’ovaio
- non tutti, non i mucinosi
- tumore della mammella e dell’ovaio
- criteri relativi alla familiarità
- due parenti di primo grado malati di tumore alla mammella
- LA DGR (deliberazione della giunta) regionale ha definito anche che
- queste donne per quelle che sono le indagini strumentali e le visite
- hanno diritto ad una esenzione
- la D99
- hanno diritto ad una esenzione
- queste donne per quelle che sono le indagini strumentali e le visite
- C’è un’altra categoria di donne che è stata inserita in quella dell’elevato rischio
- non su base eredo-familiare
- sono quelle che hanno subito un’irradiazione del mediastino tra il 10° e il 30° anno d’età
- sono da considerarsi a rischio
- perché comunque sia l’incidenza di neoplasia mammaria è uguale a quella delle donne che hanno la mutazione genetica e l’elevata familiarità
- in queste donne la mammografia va sempre associata alla RM a partire dall’età di 25 anni
- perché in queste donne è più frequente la comparsa di carcinoma duttale in situ calcifico
- identificabile alla mammografia
- a differenza delle donne che hanno la mutazione genetica
- in cui spesso il carcinoma duttale in situ è non calcifico
- per cui non lo si identifica con la mammografia ma solo con la RM
- in cui spesso il carcinoma duttale in situ è non calcifico
- la detection rate della RM è risultata anche in queste donne decisamente superiore della mammografia e dell’ecografia
- sono da considerarsi a rischio
- La RM va utilizzata anche nelle donne che abbiano subito irradiazione del mediastino in età giovanile (tra il 10° e il 30° anno di età),
- in queste donne la mammografia va sempre associata alla RM a partire dall’età di 25 anni
- perché in queste donne è più frequente la comparsa di carcinoma duttale in situ calcifico
- identificabile alla mammografia
- a differenza delle donne che hanno la mutazione genetica
- in cui spesso il carcinoma duttale in situ è non calcifico
- per cui non lo si identifica con la mammografia ma solo con la RM
- in cui spesso il carcinoma duttale in situ è non calcifico
- perché in queste donne è più frequente la comparsa di carcinoma duttale in situ calcifico
- in queste donne la mammografia va sempre associata alla RM a partire dall’età di 25 anni
- In Italia per LE DONNE A RISCHIO INTERMEDIO
- non vi sono ancora raccomandazioni
- il problema ad oggi è legato alla disponibilità di apparecchiature sul territorio
- spesso è difficile trovare degli spazi
- che comunque vanno trovati
- perché in queste categorie di donne si tratta di esami salva vita
- in ambito di ricerca si sta pensando di utilizzare i protocolli abbreviati
- che comunque vanno trovati
- spesso è difficile trovare degli spazi
- il problema ad oggi è legato alla disponibilità di apparecchiature sul territorio
- non vi sono ancora raccomandazioni
- Nel rischio intermedio e nel rischio intermedio-alto
- una opzione alternativa sarà la MAMMOGRAFIA COL CONTRASTO
- la vascolarizzazione può essere valutata
- sia in mammografia con mdc
- che in RM
- la vascolarizzazione può essere valutata
- una opzione alternativa sarà la MAMMOGRAFIA COL CONTRASTO
- L’altro aspetto importante è che nelle donne che sono ad elevato rischio
- nel caso in cui non sia stata eseguita la mastectomia
- c’è indicazione a eseguire la RM
- e proseguire la sorveglianza con la RM
- La storia persona di tumore della mammella sporadico
- in assenza di elevato rischio
- non costituisce l’elevato rischio
- in assenza di elevato rischio
- La diagnosi di tumore della mammella da sola
- non costituisce un rischio tale da arrivare all’elevato rischio come probabilità di risviluppare malattia
- Un’altra indicazione alla RM mammaria è il BILANCIO PREOPERATORIO DI NEOPLASIA GIÀ ACCERTATA
- differenti linee guida sull’utilizzo della RM mammaria in ambito prechirurgico
- I criteri non sono uniformi ma sono tutti concordi
- sulla stadiazione del carcinoma lobulare infiltrante
- e quando vi sia una discrepanza tra quello che identifichiamo all’esame obiettivo e quello che identifichiamo alla mammografia e all’ecografia
- differenti linee guida sull’utilizzo della RM mammaria in ambito prechirurgico
- La RM non va fatta a tutte le donne che abbiano una diagnosi di neoplasia mammaria
- Non va fatta in tutte le donne
- perché non è stato dimostrato che l’introduzione della RM nell’iter diagnostico terapeutico delle donne con tumore della mammella
- vada poi a impattare sugli outcome clinici a lungo termine, sulla sopravvivenza e sul tempo libero da malattia
- perché non è stato dimostrato che l’introduzione della RM nell’iter diagnostico terapeutico delle donne con tumore della mammella
- Quindi, escluso il carcinoma lobulare infiltrante e la discrepanza tra imaging ecografico e convenzionale, QUANDO ESEGUIRE LA RM DELLA MAMMELLA?
- Tutte le volte in cui NON SI È SICURI DEL TIPO DI TERAPIA CHIRURGICA da pianificare con l’imaging convenzionale
- La RM ha un po’ questa doppia funzione
- da una parte di confermare in quali donne sia da eseguire la mastectomia
- dall’altra nelle donne in cui ti dice che c’è spazio per un intervento chirurgico conservativo
- la probabilità che non ci sia da rioperare la Paziente dopo l’istologico
- è molto più alta che non se non viene eseguita la risonanza
- la probabilità che non ci sia da rioperare la Paziente dopo l’istologico
- Nel carcinoma lobulare infiltrante la RM può aggiungere molto dal punto di vista della STADIAZIONE
- anche in mammelle completamente adipose
- che sono quelle in cui ci sentiamo più confidenti quando dobbiamo valutarle alla mammografia
- In generale la RM VA ESEGUITA QUANDO
- vogliamo essere sicuri della negatività dei margini
- dobbiamo dare indicazione ed essere sicuri che ci sia indicazione a mastectomia
- in tutti i casi in cui non si è sicuri del tipo di chirurgia da pianificare
- E' raccomandabile che questo tipo di indicazione non derivi da un solo specialista
- soprattutto se non radiologo
- ma dal confronto di specialisti ognuno con differenti competenze
- Un’altra indicazione è la VALUTAZIONE POST-CHIRURGICA
- ci sono due tipologie di valutazione post- chirurgica in cui la RM può avere un ruolo
- una è immediatamente dopo la chirurgia
- la signora viene operata
- si fa l’esame istologico
- i margini sono presi
- margini non indenni
- se anche lì vi è un dubbio se
- rivedere la cavità chirurgica
- oppure fare la RT
- oppure fare la mastectomia
- allora la RM se non eseguita in precedenza può dare delle indicazioni in tal senso
- se anche lì vi è un dubbio se
- margini non indenni
- i margini sono presi
- si fa l’esame istologico
- la signora viene operata
- Comunque sia quando si hanno i margini non indenni è obbligatorio andare a rivedere la cavità chirurgica
- piuttosto che non vi fossero delle aree di sospetto a livello dei rimanenti quadranti della mammella operata
- e della mammella controlaterale
- In questo caso dopo somministrazione di mdc sono state identificate tutte queste aree di impregnazione
- che erano sospette per morfologia, cinetica del contrasto,
- completamente asimmetriche rispetto alla mammella controlaterale
- quindi la signora richiamata e fatto un second look
- andando a cercare le lesioni si vedevano
- fatta una biopsia
- sottoposta a mastectomia; questo era un caso particolare perché oltre al carcinoma duttale in situ era stato riscontrato anche un linfoma a basso grado a livello ascellare
- fatta una biopsia
- andando a cercare le lesioni si vedevano
- quindi la signora richiamata e fatto un second look
- Questo è il primo utilizzo che può avere la RM nell’immediato post chirurgico
- Nel FOLLOW UP, DOPO TRATTAMENTO PER CARCINOMA MAMMARIO SPORADICO, il ruolo della RM è veramente limitato
- La RM non è un esame da eseguire nel follow up del tumore della mammella sporadico
- Lo si esegue quando
- vi è un sospetto di recidiva
- o la biopsia è non conclusiva o non eseguibile
- oppure quando l’imaging convenzionale non è in grado di definire l’estensione della recidiva
- Lo si esegue quando
- se c’è una minima infiltrazione ma non a tutto spessore,
- che è quello che interessa al chirurgo,
- si riesce a esportare un tassello di muscolo insieme alla recidiva,
- se l’infiltrazione fosse più profonda oppure a tutto spessore
- allora non c’è indicazione a chirurgia ma a terapia medica chemioterapia o radioterapia a seconda dei casi
- Questo è uno dei rari casi in cui la RM nel follow up può essere utile
- Non c’è indicazione ad oggi ad eseguire la RM magnetica in follow up nelle donne operate di Ca sporadico
- si fa la mammografia che è l’esame standard
- poi se è il caso, e a seconda di quello che è il contesto,
- se è screening organizzato o senologia clinica,
- si può fare un approfondimento con l’ecografia
- Se si fa l’approfondimento con l’ecografia sempre considerare anche i cavi ascellari
- si può fare un approfondimento con l’ecografia
- se è screening organizzato o senologia clinica,
- poi se è il caso, e a seconda di quello che è il contesto,
- si fa la mammografia che è l’esame standard
- Non c’è indicazione ad oggi ad eseguire la RM magnetica in follow up nelle donne operate di Ca sporadico
- si riesce a esportare un tassello di muscolo insieme alla recidiva,
- che è quello che interessa al chirurgo,
- La RM non è un esame da eseguire nel follow up del tumore della mammella sporadico
- Un altro grosso capitolo di utilizzo della RM è il MONITORAGGIO IN CORSO DI CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE
- Fino a 6-7 anni fa si vedevano circa 30-50 donne nell’arco dell’anno sottoposte a chemioterapia neoadiuvante,
- poi con il miglioramento dei farmaci chemioterapici e con i risultati di trial clinici
- si stanno sempre più allargando le indicazioni a fare chemioterapia prima dell’intervento chirurgico
- si è visto che non in tutti i sottotipi di tumore della mammella ma che in alcuni tipi di tumore della mammella
- fare chemioterapia e soprattutto il fatto che la lesione risponda bene a questa abbia un effettivo impatto sulla sopravvivenza
- poi con il miglioramento dei farmaci chemioterapici e con i risultati di trial clinici
- Una volta il cut-off era dimensionale
- si proponeva terapia neoadiuvante nelle lesioni con un T>3 cm
- ad oggi invece il criterio dimensionale non è più l’unico criterio,
- vale più il panel immunoistochimico rispetto al criterio dimensionale
- anche lesioni di piccole dimensioni vengono comunque trattate con la chemioterapia neoadiuvante
- vale più il panel immunoistochimico rispetto al criterio dimensionale
- ad oggi invece il criterio dimensionale non è più l’unico criterio,
- si proponeva terapia neoadiuvante nelle lesioni con un T>3 cm
- Fino a 6-7 anni fa si vedevano circa 30-50 donne nell’arco dell’anno sottoposte a chemioterapia neoadiuvante,
- la RM, meglio rispetto alla mammografia, consente di identificare
- con un’accuratezza quasi doppia rispetto a quella della mammografia
- la risposta patologica completa
- l’estensione del residuo di malattia al termine del trattamento
- con un’accuratezza quasi doppia rispetto a quella della mammografia
- La RM non è un esame infallibile,
- non è così performante nei casi in cui la lesione non si presenta con morfologia sferica circolare ma diffusa e irregolare
- Per ciò che concerne gli istotipi
- la RM è più performante nel valutare la risposta alla chemioterapia
- nelle lesioni triplo negative HER2+
- rispetto alle lesioni luminali
- queste osservazioni sono state recentemente confermate su studi numericamente maggiori
- nelle lesioni triplo negative HER2+
- la RM è più performante nel valutare la risposta alla chemioterapia
- In generale se dobbiamo fare un REFERTO DI RISPOSTA A CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE di una lesione
- che è sferica
- e va incontro a riduzione concentrica durante la terapia
- noi possiamo essere sicuri che quello che stiamo scrivendo corrisponde poi alla valutazione istologica
- e va incontro a riduzione concentrica durante la terapia
- se invece abbiamo una lesione che ha una morfologia irregolare un aspetto dendritico
- che si frammenta durante la chemioterapia
- lì dobbiamo mettere al corrente i colleghi del team multidisciplinare
- che quello che noi andiamo a riportare nel referto è inficiato dal fatto che
- in quelle condizioni la RM è meno performante
- che quello che noi andiamo a riportare nel referto è inficiato dal fatto che
- lì dobbiamo mettere al corrente i colleghi del team multidisciplinare
- che si frammenta durante la chemioterapia
- che è sferica
- Se noi partiamo da un enhancement che occupa più di un quadrante della mammella
- e al termine del trattamento abbiamo zero enhancement o poco enhancement nella sede della pregressa neoplasia
- che a questo enhancement si aggiunga la persistenza di un cluster di microcalcificazioni di piccola estensione
- non è che impatti tanto da un punto di vista clinico
- comunque sia c’è indicazione ad eseguire un trattamento chirurgico conservativo
- non è che impatti tanto da un punto di vista clinico
- che queste calcificazioni
- siano carcinoma duttale in situ
- o calcificazioni da fibrosi chemio-indotta
- o sia altro
- non è così rilevante ai fini della pianificazione chirurgica
- che a questo enhancement si aggiunga la persistenza di un cluster di microcalcificazioni di piccola estensione
- bisogna valutare sempre quella che è la ricaduta dal punto di vista clinico
- e al termine del trattamento abbiamo zero enhancement o poco enhancement nella sede della pregressa neoplasia
- E’ diverso quando abbiamo un esteso enhacement associato a delle calcificazioni e a un enhancement indicativo per in situ ancora più esteso
- Al termine del trattamento noi o non vediamo più nulla o vediamo soltanto le calcificazioni
- oppure vediamo le calcificazioni più enhancement sparso nella sede del letto tumorale,
- in questi casi è molto più complessa la situazione,
- se noi diamo l’indicazione alla mastectomia e non c’è più malattia
- facciamo un over treatment
- se non diamo indicazione alla mastectomia ma diamo indicazione al trattamento chirurgico conservativo e poi i margini sono presi
- facciamo un sotto trattamento
- se noi diamo l’indicazione alla mastectomia e non c’è più malattia
- in questi casi è molto più complessa la situazione,
- In assenza di enhancement alla RM
- In questo periodo qui in cui si parla sempre di più di de-escalation del trattamento del tumore della mammella,
- non soltanto a livello della mammella
- ma anche a livello dell’ascella
- non soltanto a livello della mammella
- Il ruolo dei radiologi sta aumentando sempre più
- perché se la scelta sarà quella di eseguire delle VAB poi ricadrà sul nostro lavoro
- Per quello che riguarda la valutazione della risposta tumorale a livello dell’ascella
- come radiologi non abbiamo una buona performance,
- la RM non è un esame accurato per valutare la RISPOSTA A LIVELLO ASCELLARE,
- e lo stesso vale per quelle che sono le metodiche tipo
- PET,
- PET-MRI
- PET-TC
- non c’è questo guadagno in termini di accuratezza
- quello che è l’esame che rimane più accurato paradossalmente è il più semplice,
- l’ecografia
- quello che è l’esame che rimane più accurato paradossalmente è il più semplice,
- e lo stesso vale per quelle che sono le metodiche tipo
- la RM non è un esame accurato per valutare la RISPOSTA A LIVELLO ASCELLARE,
- come radiologi non abbiamo una buona performance,
- Quando si fa chemioterapia neoadiuvante
- soprattutto se la lesione è singola se sono triplo-negativi se sono HER 2 +,
- quindi se sono lesioni che rispondono bene alla chemioterapia neoadiuvante,
- è fondamentale il clipping pretrattamento della lesione
- di solito o si marcano col carbone
- o si posizionano delle clip all’interno della lesione
- per colmare l’inaccuratezza dell’imaging radiologico nella valutazione dell’ascella
- si sta proponendo il clipping,
- ovvero la marcatura del linfonodo positivo pre-trattamento
- e quindi post- trattamento si fa la BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA,
- si va poi ad asportare il/ i linfonodi identificati con il linfonodo sentinella
- sia il linfonodo che era stato marcato prima del trattamento
- e questo sembra che aumenti un pochettino l’accuratezza diagnostica nella valutazione della risposta a livello ascellare
- si sta proponendo il clipping,
- soprattutto se la lesione è singola se sono triplo-negativi se sono HER 2 +,
- L’altro grosso capitolo nell’utilizzo della RM è la VALUTAZIONE DELLO STATO PROTESICO
- la RM non va fatta in tutti i casi in cui si sospetta una rottura protesica
- la RM è un esame di II livello
- va eseguita quando c’è un sospetto clinico o radiologico di rottura
- Quando l’imaging convenzionale non è sufficiente per arrivare a una risposta
- consigliabile eseguire la RM quando
- è previsto un intervento di sostituzione delle protesi
- se le protesi sono danneggiate
- vi sia un sospetto di siliconoma sempre all’imaging convenzionale
- Le protesi possono essere posizionate in sede
- sottomuscolare
- ad oggi sono quasi tutte sottomuscolari
- perché dal punto di vista estetico e ricostruttivo consente un risultato migliore
- ad oggi sono quasi tutte sottomuscolari
- sottoghiandolare
- sottocutaneo
- in paziente operata di tumore alla mammella
- sottomuscolare
- Quello che una volta veniva definita ROTTURA INTRACAPSULARE
- Quando ci sono queste alterazioni nella protesi si crea un BLEEDING DI SILICONE
- non si vedono dei siliconomi in sede periprotesica
- ma si possono vedere dei siliconomi in sede linfonodale
- il silicone migra nei linfonodi
- in sede ascellare
- e a livello della catena mammaria interna omolaterale
- il silicone migra nei linfonodi
- ma si possono vedere dei siliconomi in sede linfonodale
- non si vedono dei siliconomi in sede periprotesica
- Non c’è nessuna indicazione a non eseguire screening oncologico nelle donne che hanno le protesi per motivi estetici
- se la mammografia viene eseguita bene non c’è rischio di rottura protesica
- le donne che hanno protesi estetiche possono sottoporsi tranquillamente allo screening mammografico
- la RM può essere eseguita con le stesse indicazioni che si hanno per le donne senza protesi
- L’ultima indicazione alla RM comprende
- la MAMMELLA SECERNENTE
- la MALATTIA DI PAGET
- che nelle linee guida del 2010 era considerata un working progress
- quindi non è ancora un’indicazione
- è uno di quegli argomenti da valutare
- è una di quelle condizioni cliniche in cui la pratica clinica ha superato l’evidenza scientifica
- nel senso che l’apporto della RM nelle donne con mammella secernente o con la malattia di Paget
- è talmente alto
- che si utilizza nella pratica clinica
- indipendentemente da quelle che fossero le raccomandazioni
- che si utilizza nella pratica clinica
- è talmente alto
- nel senso che l’apporto della RM nelle donne con mammella secernente o con la malattia di Paget
- quindi non è ancora un’indicazione
- che nelle linee guida del 2010 era considerata un working progress
- In caso di presenza di secrezione sospetta, ematica o limpida come l’acqua,
- l’esame di secondo livello è ancora rappresentato dalla galattografia,
- procedura dolorosa e fastidiosa per la Paziente
- si incannula il dotto dal capezzolo con delle cannule di pochi mm di calibro crescente
- si inietta del mdc attraverso la cannula
- e si ha una opacizzazione retrograda dall’albero duttale
- se ci sono dei difetti di riempimento che possono essere
- dei papillomi
- oppure delle lesioni evolutive
- si vede facendo poi delle radiografie con degli ingrandimenti
- se ci sono dei difetti di riempimento che possono essere
- e si ha una opacizzazione retrograda dall’albero duttale
- si inietta del mdc attraverso la cannula
- l’esame di secondo livello è ancora rappresentato dalla galattografia,
- La RM anziché in negativo vede in positivo
- vede la vascolarizzazione delle lesioni
- quindi nelle donne con secrezione sospetta dopo mammografia ed ecografia negativa
- può essere utile fare la RM
- può identificare la neoplasia che determina la secrezione
- fino al 20% dei casi
- può identificare la neoplasia che determina la secrezione
- può essere utile fare la RM
- quindi nelle donne con secrezione sospetta dopo mammografia ed ecografia negativa
- vede la vascolarizzazione delle lesioni
- Studi in letteratura dimostrano
- che la RM ha una buona capacità diagnostica nell’identificare il tumore responsabile della secrezione
- di solito sono carcinomi in situ in queste donne
- che la RM ha una buona capacità diagnostica nell’identificare il tumore responsabile della secrezione
- La Malattia di Paget è una alterazione del complesso areola capezzolo
- spesso può essere associata a neoplasia distale
- nel 90% dei casi si tratta di una neoplasia duttale in situ
- la RM ha una sensibilità maggiore rispetto all’imaging convenzionale
- nell’identificare quello che può essere il carcinoma in situ a livello ghiandolare associato
- spesso può essere associata a neoplasia distale
- L’ultima indicazione è la RM come problem solving
- quei rari casi in cui alla mammografia o all’ecografia c’è un reperto sospetto
- si fanno più biopsie ma risultano sempre negative, non conclusive
- la RM in questi casi può dare indicazioni sul tipo di percorso successivo
- si fanno più biopsie ma risultano sempre negative, non conclusive
- oppure un addensamento clinico
- molto sospetto con mammografia
- ed ecografia negativa
- la RM anche in questo caso può essere dirimente
- quei rari casi in cui alla mammografia o all’ecografia c’è un reperto sospetto
Reperti aggiuntivi
- la RM della mammella non vede solo la mammella
- guardare anche oltre la mammella
Il ruolo della diffusione in ambito senologico
- Prima si dava moltissima importanza al COEFFICIENTE DI DIFFUSIONE APPARENTE
- oggi questo aspetto quantitativo è stato abbastanza abbandonato dal punto di vista clinico
- non dal punto di vista della ricerca
- perché si preferisce dare importanza all’utilizzo della diffusione nell’ambito di una RM multiparametrica
- non si valuta più soltanto un numero ma si valuta quella che è l’intensità di segnale
- ad oggi, oltre a standardizzare i protocolli tecnici di modo che gli esami siano fruibili e confrontabili
- anche se si utilizzano apparecchiature differenti
- c’è indicazione a considerare non tanto il coefficiente di diffusione apparente
- quanto piuttosto il diffusion level
- praticamente una valutazione qualitativa delle immagini con b level differente da 0
- si va da un diffusion level molto basso a molto alto
- a seconda di come la lesione è più o meno iperintensa o ipointensa nelle immagini acquisite come b value differente da 0 o alle mappe di ADC
- si ha una probabilità di avere una lesione più o meno sospetta
- a seconda di come la lesione è più o meno iperintensa o ipointensa nelle immagini acquisite come b value differente da 0 o alle mappe di ADC
- si va da un diffusion level molto basso a molto alto
- praticamente una valutazione qualitativa delle immagini con b level differente da 0
- quanto piuttosto il diffusion level
- oggi questo aspetto quantitativo è stato abbastanza abbandonato dal punto di vista clinico
- Una piccola lesione
- che assume mezzo di contrasto
- che ha i margini regolari
- è molto iperintensa nelle immagini pesate con b value diverso da 0
- e ipointensa nelle mappe di adc
- avrà un sospetto alto
- mentre una lesione che alla RM dinamica è
- più omogenea
- ha margini più regolari
- è anche iperintensa ma non troppo alla diffusione
- iperintensa alle mappe di adc
- è più verosimilmente benigna
- Praticamente si sta passando all’utilizzo qualitativo della diffusione
- all’interno di un protocollo di studio multiparametrico
- come se fosse un descrittore aggiuntivo
- non è ancora nel birads ma ci stanno lavorando
- probabilmente sarà nella prossima edizione del bi-rads
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