Definizione
- Patologia benigna non degenerativa con guarigione completa e spontanea
- Al termine del processo di riassorbimento del calcio o della sua rimozione la struttura ritorna alla completa normalità
- Il tempo necessario per la risoluzione spontanea può variare da alcuni mesi a dieci anni
- Il tendini della cuffia dei rotatori maggiormente interessati sono:
- Sovraspinato (80%)
- Zona critica del tendine sovraspinato
- Infrapinato (15%)
- Terzo inferiore del tendine infraspinato
- Sottoscapolate (5%)
- Fibre preinserzionali nella zona più craniale del tendine sottoscapolare
- Sovraspinato (80%)
Epidemiologia
- La tendinopatia calcifica è una patologia molto frequente presente nel 3-20% della popolazione adulta
- soltanto il 30-50% degli adulti diventerà sintomatica
- la patologia è poco frequente sotto i 20 anni e dopo i 70 anni
- l'età di massima incidenza si nella IV-V° decade
- colpisce prevalentemente il sesso femminile (70% dei casi)
Eziopatogenesi
- Eziopatogenesi sconosciuta
- ↑ pressione focale nel tendine → ↓ tensione parziale di O2 → metaplasia cartilaginea e osteoblastica dei fibroblasti tendinei → produzione e deposizione matrice ossea all'interno del tendine
- I processi di metaplasia avvengo esclusivamente laddove un tessuto mantiene caratteristiche di vitalità presevate con quindi una scarsa associazione della tendinopatia calcifica con la rottura tendinea
- All'analisi del materiale laboratoristica del materiale calcifico
- Non si rilevano fenomeni di necrosi
- Si rileva la presenza di condrociti in diversi stadi evolutivi
- I depositi sembrano essere composti prevalentemente da carbonato di apatite o idrossiapatite
- Nonostante ciò l'associazione tra tendinopatia calcifica e rottura tendinea rimane controversa in letteratura
Clinica
- Presentazione clinica estremamente variabile
- Dolore acuto, sub-acuto o cronico in relazione alle dimensioni del deposito calcifico ed al grado di evoluzione della patologia
- Dolore irradiato alla faccia esterna del braccio omolaterale con possibile irradiazione alla regione cervicale o alla regione dell'avambraccio
- Nel caso di calcificazioni voluminose o prossime al capo lungo del bicipite si può avere dolore irradiato nella faccia anteriore dell'arto superiore fino alla fossa cubitale
Classificazione anatomo-patologica degli stadi della tendinopatia calcifica (Uhthoff et al. 1976)
Stadio precalcifico
- Condrociti circondati da matrice metacromatica di tipo fibrocartilagineo composta da glucosamminoglicani (GAG)
- Assenza di neovascolarizzazione
Stadio calcifico: fase formativa
- Condrociti alla periferia dei depositi di calcio incorporati nella matrice metacromatica
- Sali di calcio composti perlopiù da cristalli di idrossiapatite (più simili all'apatite dentaria che a quella ossea)
- All'aumentare della dimensione dei depositi i cristalli diventano confluenti e i condrociti vanno incontro a necrosi
- I depositi hanno consistenza gessosa
- La consistenza dei depositi e proporzionale alla loro radiopacità
- Assenza di neovascolarizzazione
Stadio calcifico: fase di riassorbimento
- Sviluppo di neovascolarizzazione
- Composizione prevalente di cellule fagocitarie e alcune cellule giganti
- Minima componente neutrofila
- Assenza di linfociti
- Il deposito calcifico diventa più liquido assumendo consistenza "a pasta dentifricia"
- Aumento di pressione intratendinea } aumento della sintomatologia dolorosa } Crisi iperalgica
- Riduzione della densità calficica e della radiopacità
Stadio della ricostruzione del tendine
- Deposizione di fibre di collagene di tipo III
- sia a pattern casuale che a pattern perivascolare successivamente sostituti da pattern orientato lungo le linee di forza del tendine
Classificazione radiografica delle calcificazioni
- Tipo A (20%)
- Calcificazione nodulare, densa a margini netti
- Tipo B (45%)
- Calcificazione densa, lievemente disomogena a margini lobulati ma netti
- Tipo C (30%)
- Aspetto disomogeneo, scarsamente radiopaco a margini mal definiti
- Tipo D (4%)
- Calcificazioni distrofiche inserzionali
Classificazione ecografica delle calcificazioni
- Tipo A
- Aspetto "a cupola" con cono d'ombra posteriore
- Forme croniche
- Dolore moderato
- Alta impotenza funzionale
- Struttura compatta con difficoltosa estrazione di calcio
- Difficile trattamento
- Dopo il trattamento scompaiono completamente nell'arco di 3-6 mesi
- Tipo B
- Aspetto ipercogeno ed ecostruttra omogenea senza cono d'ombra posteriore
- Fase di riassorbimento
- Dolore estermamente intenso (crisi iperalgica)
- Impotenza funzionale completa
- Facile trattamento, non oppongono resistenza all'ago e dopo la terapia scompaiono del tutto
- Tipo C
- Aspetto ipercogeno ed ecostruttura omogena o disomogenea senz cono d'ombra posteriore e deformabile alla compressione
- Fase di riassorbimento
- Dolore estermamente intenso (crisi iperalgica)
- Impotenza funzionale completa
- Facile trattamento, il materiale tende quasi a defluire spontaneamente e dopo la terapia scompaiono del tutto
- Tipo D
- Aspetto anecogeno
- Fase finale di evoluzione della calcificazione prima del riassorbimento spontaneo
- Materiale lattescente e sieroso-citrino
- Tipo E
- Aspetto eterogeno a controni irregolari ed interroti
- Fase tardiva di riassorbimento
- Subito dopo il superamento della crisi iperalgica
- Lavaggio difficile o impossibile per lo spandimento della soluzione fisiologica
Trattamento
- Non vi è nessuna indicazione a trattare calcificazioni asintomatiche che non determinano impotenza funzionale
- Il trattamento è fortemente indicato nel caso di forme sintomatiche con dolore e impotenza funzionale
- Nelle forme croniche il trattamente deve essere riservato alle forme che non hanno tratto giovamento dalla terapia fisiatrica e dal trattamento farmacologico
Tecniche di trattamento radio-interventistico
- Trattamento percutaneo sotto guida ecografica a due aghi
- Trattamento percutaneo sotto guida ecografica con un ago
- Trattamento percutaneo sotto guida fluoroscopica
- Risultati peggiori rispetto al trattamento ecografico
- Espozione a dose significativa di radiazioni
Risultati del trattamento
- I soggetti tratti presentano buoni risultati con un importante miglioramento della qualità di vita a un mese, tre mesi e un anno dopo il trattamento
- Il tempo di guarigione dopo il trattamento è molto variabile
- Nel 13% dei casi si osserva l'insorgenza di borsiti post-procedurali solitamente a distanza di 2 mesi
- legato allo spandimento di materiale calcifico dall'articolazione alla borse durante il lavaggio
- borsite chimica
- legato allo spandimento di materiale calcifico dall'articolazione alla borse durante il lavaggio
Altre tecniche di trattamento
- Ionoforesi con acido acetico
- tecnica desueta non superiore rispetto alla fisioterapia o al placebo
- Chirurgia
- Efficacia terapeutica prossima al 100%
- Da preferire le tecniche artroscopiche
- Rottura tendinea tra le possibili complicazioni
- Onde d'urto
- Approccio efficace con miglioramenti clinici
- a breve termine dal 53 al 71% dei pazienti
- a lungo termine dal 66 al 91% dei pazienti
- Necessarie 3 applicazioni separate da 2/4 settimane
- Trattamento che può risultare doloroso se effettuato durante una crisi iperalgica
- Utile l'utilizzo di un ecografo per focalizzare le onde d'urto sulla calcificazione da trattare
- Approccio efficace con miglioramenti clinici
- Radioterapia
- approccio terapeutico desueto precedentemente applicato in pazienti al di sopra dei 45 anni attualmente considerata inadeguata
BIBLIOGRAFIA
- Radiologia interventistica muscoloscheletrica, Roberto Caudana, Eugenio Genovese, Carlo Masciocchi, Elsevier srl, 2011
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"Tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori"
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