Vertebroplastica percutanea
Definizioni
- Frattura da compressione vertebrale (VCF)
- riduzione dell'altezza di una singola vertebra del 20% o di 4 mm
- Procedura di aumento vertebrale (VAP)
- Termine generale per diverse tecniche utilizzate per trattare le fratture da compressione vertebrale (VCF)
- L'obiettivo delle VAP è consolidare la frattura e, quando possibile, ripristinare l'altezza della vertebra.
- Vertebroplastia percutanea (PVP)
- Procedura terapeutica minimamente invasiva imaging guidata che prevede l'iniezione di cemento osseo radio-opaco all'interno di un corpo vertebrale parzialmente collassato con lo scopo di fornire sollievo dal dolore e stabilità.
- il meccanismo esatto attraverso cui si ottiene il sollievo dal dolore rimane poco chiaro; le teorie proposte includono:
- una biomeccanica favorevole dopo il rinforzo con il cemento
- la tossicità chimica ed l'effetto esotermico della polimerizzazione del cemento sulle terminazioni nervose
- il meccanismo esatto attraverso cui si ottiene il sollievo dal dolore rimane poco chiaro; le teorie proposte includono:
- Procedura terapeutica minimamente invasiva imaging guidata che prevede l'iniezione di cemento osseo radio-opaco all'interno di un corpo vertebrale parzialmente collassato con lo scopo di fornire sollievo dal dolore e stabilità.
- Cifoplastica percutanea (PKP)
- Tecnica finalizzata a ripristinare l'altezza del corpo vertebrale attraverso il gonfiaggio di palloni all'interno della vertebra prima dell'iniezione di cemento osseo
- Tecniche di impianto percutaneo (PIT)
- Tecnicniche di posizionamento di diversi tipi di sistemi di impianto osseo espandibile
- Gli impianti vengono inseriti prima dell'iniezione del cemento osseo al fine di impedire la perdita secondaria dell'altezza del corpo vertebrale riscontrata con la PKP dopo la sgonfiatura del palloncino
Indicazioni
- Fratture vertebrali osteoporotiche dolorose refrattarie al trattamento medico
- il fallimento della terapia medica è definito come
- un sollievo dal dolore minimo o assente dopo la somministrazione di analgesici per 3 settimane
- il raggiungimento di un adeguato sollievo dal dolore solo con dosaggi di narcotici che inducono sedazione eccessiva, confusione o stitichezza intollerabile
- il periodo di attesa di 3 settimane dipende dallo stato del paziente e dal rischio di immobilizzazione e in casi specifici la PVP può essere eseguita con tempi più brevi
- il fallimento della terapia medica è definito come
- Vertebre dolenti a causa di tumori ossei benigni, quali:
- Emangioma aggressivo
- nel caso dell'emangioma, il trattamento mira al sollievo dal dolore, al rafforzamento osseo e alla devascolarizzazione
- Tumore a cellule giganti
- Cisti ossea aneurismatica
- La PVP può essere utilizzata da sola o in combinazione con la scleroterapia, soprattutto nei casi di estensione epidurale che causano compressione del midollo spinale
- Emangioma aggressivo
- Vertebre dolenti con estesa osteolisi secondaria all'infiltrazione maligna da
- Mieloma Multiplo
- Linfoma
- Metastasi
- La PVP è un trattamento palliativo mirato a trattare il dolore e ottenere la consolidazione ossea.
- Non ha effetto antitumorale e quindi dovrebbe essere utilizzata in concomitanza con le terapie oncologiche sistemiche esistenti (chemioterapia, terapia ormonale) e trattamenti specifici locali (ablazione termica percutanea, radioterapia esterna stereotassica)
- Fratture dolenti associate a osteonecrosi (Malattia di Kummell)
- Vertebra plana sintomatica
- Fratture traumatiche acute stabili di tipo A1 e A3 (Classificazione di Magerl)
- Frattura traumatica cronica in osso normale con mancata unione dei frammenti di frattura o degenerazioni cistici interne
- Necessità di rinforzo del corpo vertebrale o del peduncolo prima di una stabilizzazione chirurgica posteriore
Controindicazioni
Controindicazioni assolute
- Fratture vertebrali asintomatiche o miglioramento con il trattamento medico senza che si verifichi un peggioramento del collasso vertebrale
- Fratture vertebrali instabili
- I pazienti con iperostosi scheletrica idiopatica diffusa (DISH) e spondilite anchilosante sono altamente suscettibili di fratture instabili della colonna vertebrale a 3 colonne, anche con traumi minimi [31].
- Osteomielite, discite o infezione sistemica attiva
- Grave coagulopatia irrisolvibile
- Allergia al cemento osseo o agli agenti di opacizzazione
- Le tecniche di aumento percutaneo non dovrebbero essere utilizzate come trattamento profilattico nei pazienti con grave osteoporosi
Controindicazioni relative
- Dolore radicolare
- Estensione del tumore nel canale vertebrale o compressione del midollo spinale
- Frattura della colonna posteriore
- vi è un aumentato rischio di fuoriuscita di cemento e spostamento posteriore di frammenti liberi
- Metastasi sclerotiche
- vi è un alto rischio di fuoriuscita di cemento
- Metastasi diffuse
Complicanze
- I tassi di complicanza sintomatica della vertebrtoplastica percutanea
- sono compresi tra il 2,2% e il 3,9% nell'osteoporosi
- superiori al 11,5% nelle fratture maligne
- La CIRSE raccomanda una soglia di complicanza accettabile
- del 2% per tutte le complicazioni sintomatiche per le indicazioni osteoporotiche
- del 10% per indicazioni maligne
- Perdita di cemento
- evento tipicamente asintomatico
- vie di perdita del cemento:
- spazio epidurale e foramina neurali
- può portare a radicolopatia e paraplegia a causa della compressione delle radici nervose e del midollo spinale
- la radicolopatia può essere il risultato del contatto del cemento con una radice nervosa emergente e del suo successivo riscaldamento durante la polimerizzazione del cemento
- il trattamento prevede un'infiltrazione immediata dei forami nervose con soluzione salina fredda e steroidi per ridurre gli effetti infiammatori locali
- dopo la procedura, possono essere somministrati brevi cicli di FANS e/o steroidi xOS
- la compressione del midollo spinale è una complicazione grave e richiede una decompressione neurochirurgica urgente per prevenire conseguenze neurologiche
- la radicolopatia può essere il risultato del contatto del cemento con una radice nervosa emergente e del suo successivo riscaldamento durante la polimerizzazione del cemento
- può portare a radicolopatia e paraplegia a causa della compressione delle radici nervose e del midollo spinale
- spazio discale e tessuto paravertebrale
- evento solitamente privo di significato clinico
- nei casi di osteoporosi grave le perdite di disco di grandi dimensioni potrebbero portare al collasso di corpi vertebrali adiacenti
- plesso venoso perivertebrale ed embolia polmonare
- evento solitamente asintomatico
- una perdita di cemento nel plesso venoso perivertebrale può embolizzare distalmente nei polmoni
- i tassi di embolia polmonare riportati nella letteratura vanno dal 3,5% al 23%
- l'embolia è solitamente perifericamente e asintomatico; non richiede alcun trattamento
- in rari casi può avvenire una embolia polmonare centrale con conseguente infarto polmonare
- non esiste un consensus sulla gestione medica dell'embolia polmonare da cemento
- è stata poposta una terapia anticoagulazione per 6 mesi nei casi di embolia centrale asintomatica o di embolia periferica sintomatica
- è stato descritto un caso di un'embolizzazione cerebrale paradossa.
- spazio epidurale e foramina neurali
- Infezione
- Fratture di coste, elementi posteriori o peduncolo
- Rischio di collasso del corpo vertebrale adiacente
- Nel caso di una vertebra sana interposta tra due corpi vertebrali ceduti target di vertebroplastica è conveniente eseguire la vertebroplastica anche di tale vertebra
Pianificazione della procedura
- Generalmente:
- le vertebre lombari risultano più facili da approcciare
- le vertebre dorsali sono più complesse
- i cedimenti medio-dorsali ±D6 sono tra i più complessi
- Visita ambulatoriale di radiologia interventistica
- Anamnesi di dolore vertebrale, in presenza di frattura vertebrale, non adeguatamente controllato da terapia medica
- quale terapia assume il paziente?
- utilizza busti ortopedici o altri presidi?
- All'esame obiettivo valutare dolorabilità alla compressione
- Valutare eventuali comorbidità oncologiche, ematologiche o endocrine
- Anamnesi di dolore vertebrale, in presenza di frattura vertebrale, non adeguatamente controllato da terapia medica
- Valutare RM colonna
- valutare edema in STIR sagittale per determinare vertebre da trattare
- Programmare la procedura
- sospendere eventuali anticoagulanti
Esecuzione della procedura
- Raccolta di consenso informato scritto
- Somministrare 2g di Cefazolina in SF (100 mL)
- in pazienti con peso <50 kg si può considerare di somministrare 1g di Cefazolina
- Posizionare il paziente prono su lettino
- Disinfezione con chloraprep
- Telo sterile
- Centratura con scopia in AP
- centrare sulla vertebra da trattare
- individuare i peduncoli vertebrali
- Pungere con ago spinale
- raggiungere il peduncolo vertebrale
- posizionarsi proiettivamente in AP con punta dell'ago orientata verso il centro del peduncolo vertebrale
- fare in modo che il processo spinoso sia posizionato in posizione mediana
- fondamentale per ottenere una corretta proiezione dei peduncoli e poter procedere in sicurezza
- fare in modo che il processo spinoso sia posizionato in posizione mediana
- Anestesia locale con 10 mL di lidocaina
- anestesia in regione muscolare profonda attraverso ago spinale (22G - 90mm)
- completare l'anestesia superficiale con ago (22G - 32mm)
- Invito con bisturi
- Pungere con ago da vertebroplastica seguendo lo stesso decorso della precedente puntura con ago spinale
- punta dell'ago orientata verso il centro del peduncolo vertebrale in AP
- Ottenuta la posizione in AP passare a scopia in LL
- orientarsi per puntare il muro somatico posteriore attraverso il percorso del peduncolo
- se anatomia complessa possibile eseguire una cone-beam CT per valutare il tramite
- eventuale impiego software di navigazione Needle Guidance
- limitata utilità in vertebroplastica per resistenza dell'osso e movimento del paziente non sedato
- eventuale impiego software di navigazione Needle Guidance
- Ottenuto il corretto orientamento in LL tornare in AP
- avanzare mantenendo la punta proiettivamente all'interno del peduncolo con il becco di flauto dell'ago trocar rivolto lateralmente
- permette di evitare che l'ago tenda a scorrere verso il canale midollare e garantisce maggior sicurezza rispetto al midollo spinale
- se difficoltà a far avanzare l'ago utilizzare martello da vertebroplastica
- avanzare mantenendo la punta proiettivamente all'interno del peduncolo con il becco di flauto dell'ago trocar rivolto lateralmente
- Passare in LL per verificare l'orientamento
- dopo eventuali correzioni tornare in AP e avanzare
- Ripetere i passaggi fintantoché in proiezione LL la punta dell'ago non raggiunge il muro samatico posteriore
- a quel punto proseguire in proiezione LL fino al raggiugimento del centro o del terzo anteriore del corpo vertebrale
- nel caso in cui l'ago scivoli subito dentro il corpo vertebrale può essere avventuo un passaggio alla giunzione costo-vertebrale che va comunque bene (quasi meglio)
- Raggiunto il centro della vertebra passare alla preparazione del cemento
- Montare sistema di preparazione di cemento
- Versare cemento in polvere e successivamente l'apposito solvente
- ogni busta contiene preparato sufficiente per 5mL (al più due corpi vertebrali)
- cemento "fluido": si distribuisce meglio, per osso più denso, si può far condensare aspettando alcuni secondi
- in teoria polimerizza in circa 13 minuti, nella pratica diventa solido e difficilmente iniettabile dopo 6 minuti
- tempo contato dal momento in cui si inizia a mescolare il cemento
- in teoria polimerizza in circa 13 minuti, nella pratica diventa solido e difficilmente iniettabile dopo 6 minuti
- cemento "denso" (freddo: da frigo a 4°C): si distribuisce meno ma evita leak, per osso più mole, iniettare subito tende a condensare molto velocemente
- cemento "fluido": si distribuisce meglio, per osso più denso, si può far condensare aspettando alcuni secondi
- ogni busta contiene preparato sufficiente per 5mL (al più due corpi vertebrali)
- Mescolare il cemento (2 minuti cemento "fluido" | 30 secondi cemento "freddo")
- Riempire le siringhe parte del kit da vertebroplastica con tutto il cemento presente nel sistema di preparazione
- Montare adattore all'ago da vertebroplastica
- è comune che durante la rimozione del mandrino il paziente avverta un dolore momentaneo a rapida risoluzione
- Iniettare 2-3mL di cemento all'interno del corpo vertebrale
- eseguire controllo in scopia in proiezione LL durante l'iniezione
- fare attenzione ad eventuali fughe di cemento interrompendo immediatamente l'iniezione di cemento nel caso
- in direzione venosa ventrale
- in direzione craniale o caduale verso i dishi intervertebrali
- fare attenzione ad eventuali fughe di cemento interrompendo immediatamente l'iniezione di cemento nel caso
- usare il pungente della siringa per spingere il cemento rimasto nel canale dell'ago dentro la vertebra
- se difficoltà utilizzare martello da vertebroplastica per far avanzare il mandrino
- eseguire controllo in scopia in proiezione LL durante l'iniezione
- Inserire il pungente all'interno del canale dell'ago da vertebroplastica ed iniettare il cemento residuo durante la manovra di estrazione dell'ago
- permette di cementificare il passaggio dell'ago
- Acquisizione rotazionale (CT Cone Beam) per conferma del risultato
- in casi routinari eseguiti senza difficoltà si può limitare ad un'acquisizione in grafia RX in AP e in LL per confermare il risultato
- Il paziente viene lasciato prono sul lettino per 15 minuti
- non è strettamente necessario se il paziente poi rimane in osservazione a letto supino
- in generale si esegue per evitare di caricare la vertebra contenente il cemento fresco con conseguente rischio di fuoriuscite di cemento
- si aspetta che il cemento solidifichi
- in alternativa è possibile spremere del cemento residuo dalla siringa sul banco da lavoro e attendere che si sia solidificato per far scendere girare la paziente e farla scendere dal lettino
- quando il cemento sul bancone è solidificato lo è anche quello iniettato
- rappresenta una prudenza in più ma non è strettamente necessario come passaggio
- Successivamente il paziente viene posizionato in regime di allettamento in una barella e rimane in osservazione fino al pomeriggio
Osservazione post-procedurale
- Il paziente rimane in decubito supino fino al pomeriggio in osservazione
- Non deve alzarsi in piedi
- Può mangiare e bere senza controindicazioni
- Durante le prime ore dopo la procedura non può alzarsi per andare in bagno ma deve usare il pappagallo
Referti prefatti
VERTEBROPLASTICA L2 | REGOLARE
Eseguita profilassi antibiotica con iniezione ev di 1g di cefazolina.
Con guida radioscopica ed accesso transpeduncolare destro si esegue vertebroplastica di L2.
Il controllo cone-beam-CT dimostra la corretta diffusione del cemento radiopaco nel soma vertebrale senza immagini di leakage.
Bibliografia
- Tsoumakidou G, Too CW, Koch G, Caudrelier J, Cazzato RL, Garnon J, et al.CIRSE Guidelines on Percutaneous Vertebral Augmentation.
Cardiovasc Intervent Radiol. 2017 Mar;40(3):331–42. - CIRSE | Patients general information: vertebral augmentation
- Pizzoli, Andrea L., et al.
Percutaneous CT-guided vertebroplasty in the management of osteoporotic fractures and dorsolumbar metastases
Orthopedic Clinics 40.4 (2009): 449-458
doi.org/10.1016/j.ocl.2009.06.004
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